circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

12/24/2012

Limpidamente contro l'agenda Monti e per ridare voce a chi lavora: lista unitaria e di alternativa a sinistra

L'imprescindibilità della lista unitaria e di alternativa a sinistra Documento approvato dal Comitato Politico nazionale del 23 dicembre 2012 Il Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista saluta positivamente la possibilità di costruire una lista unitaria di alternativa e di sinistra, portatrice di una proposta antiliberista in radicale alternativa all’agenda Monti, che abbia in Antonio Ingroia il candidato presidente. La costruzione di questa lista unitaria, da definirsi in relazione ai soggetti sociali, culturali e politici disponibili a questa prospettiva, rappresenta il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo posti da mesi ed è per noi un punto politico irrinunciabile. Solo la costruzione di un percorso unitario, di uno spazio pubblico, può infatti produrre una mobilitazione e un entusiasmo tale da determinare la presenza in parlamento di una rappresentanza politica delle istanze di cambiamento sociale: dalla difesa dei lavoratori e delle lavoratrici all’opposizione al Fiscal Compact e alle politiche europee, della difesa del welfare alla lotta per la pace e per la riconversione ambientale dell’economia. Infatti nessuna delle forze oggi presenti, dall’IdV a Rifondazione Comunista, dal movimento arancione a Cambiare si può, da sola, ha la possibilità di superare la soglia di sbarramento. Solo una lista che aggreghi l’insieme di forze politiche, sociali e culturali che si sono opposte al governo Monti, può rappresentare un punto di riferimento reale per quanti non si riconoscono né nell’alleanza dei democratici e progressisti, né in Grillo. Il comitato Politico nazionale decide quindi di dare mandato alla segreteria nazionale di operare per la costruzione di questa lista e di riconvocare il CPN per validare questo percorso. Questa scelta è finalizzata al pieno rilancio del nostro progetto politico, non vuole ripercorrere l’esperienza della sinistra arcobaleno e non ha nulla a che vedere con lo scioglimento del partito o con la sua fine. Come abbiamo detto mille volte, Rifondazione Comunista è necessaria ma non sufficiente, ed in questa linea ci muoviamo. Necessaria, quindi Rifondazione deve esserci per l’oggi e per il domani. Non sufficiente, quindi contribuiamo alla costruzione di una lista unitaria. In questo quadro, ci presenteremo alle elezioni con un simbolo di coalizione, che non coinciderà con il nostro simbolo, così come accade in molti altri paesi europei: basti pensare al Izquierda Unida in Spagna, al Front de Gauche, in Francia, a Syriza in Grecia, dove i partiti comunisti o di sinistra radicale non si presentano alle elezioni con il loro simbolo ma con il simbolo della coalizione. E’ un passaggio necessario che dovremo gestire come partito, con una propaganda in cui Rifondazione Comunista dia indicazione di voto per la lista unitaria. Il Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista ringrazia i compagni e le compagne che hanno raccolto le firme sui referendum del lavoro e sulle pensioni e ritiene gravissimo che il Presidente della Repubblica abbia deciso di sciogliere le Camere nel corso del 2012, rendendo così impossibile la regolare presentazione dei referendum stessi. Referendum che depositeremo comunque il 9 gennaio, attivando tutti i percorsi politici e legali per rivendicare che essi possano svolgersi, e per i quali è dunque necessario compiere tutte le ultime operazioni necessarie. Il Comitato Politico Nazionale saluta positivamente che con il gennaio 2013 Liberazione riprenda le pubblicazioni quotidiane, sia pure on line. Invita quindi i compagni e le compagne ad abbonarsi a Liberazione on line, per garantire la riapertura e la continuazione di questa preziosa voce di opposizione. Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista 23 febbraio 2013

12/21/2012

Lettera aperta di Paolo Ferrero alle compagne a ai compagni di Rifondazione Comunista


Paolo Ferrero
Roma, 19/12/2012
Care Compagne e Cari Compagni,
come deliberato in varie riunioni della Direzione nazionale e del Comitato Politico Nazionale, stiamo lavorando per la costruzione di una lista unitaria di sinistra che si presenti autonomamente alle prossime elezioni. E’ questo un obiettivo necessario per evitare che proprio le forze che si sono opposte alle politiche del governo Monti siano escluse dal prossimo Parlamento, e con esse le ragioni dei diritti del lavoro, dell’opposizione al Fiscal Compact e alle politiche europee, della difesa del welfare.
Sarebbe un fatto assai negativo per il nostro partito e per il nostro progetto politico. Nessuna di queste forze, dall’IdV a Rifondazione Comunista, dal movimento di De Magistris ad Alba ha, da sola, la possibilità di eleggere. E’ invece evidente che una lista che tenga insieme l’arco di forze politiche, sociali e culturali che si sono opposte al governo Monti, può rappresentare un punto di riferimento reale per quanti non si riconoscono né nell’alleanza dei democratici e progressisti, né in Grillo. Questa scelta non ha nulla a che vedere con lo scioglimento del partito o con la sua fine.
Come abbiamo detto mille volte, Rifondazione Comunista è necessaria ma non sufficiente, ed in questa linea ci muoviamo. Necessaria, quindi Rifondazione deve esserci per l’oggi e per il domani. Non sufficiente, quindi contribuiamo alla costruzione di una lista unitaria. Ovviamente in questo quadro, dovremo presentarci alle elezioni sotto un simbolo di coalizione, che per forza di cose non potrà coincidere con il nostro simbolo. Si tratta di una situazione presente anche in altri paesi europei – basti pensare al Izquierda Unida in Spagna, al Front de Gauche, in Francia, a Syriza in Grecia - dove i partiti comunisti o di sinistra radicale non si presentano alle elezioni con il loro simbolo ma con il simbolo della coalizione.
E’ un passaggio necessario che dovremo gestire direttamente come partito, con una propaganda apposita che specifichi che Rifondazione Comunista invita a votare la lista unitaria. Questo lavoro di costruzione della lista unitaria è tutt’ora in corso ed ha visto la nostra partecipazione attiva alle assemblee di Cambiare si può, così come abbiamo espresso una valutazione positiva sulla possibilità che sia Antonio Ingroia a svolgere la funzione di candidato presidente per il quarto polo. Come ogni percorso unitario vi sono svariati problemi e stiamo lavorando affinché questo percorso trovi due primi momenti di sintesi nelle assemblee convocate per il 21 da Ingroia e per il 22 da “Cambiare si può”.
In quel contesto si avrà una prima definizione della fisionomia del quarto polo e della lista che lo dovrà concretamente realizzare, alla quale intendiamo partecipare praticando il principio della reciprocità. Ho ritenuto necessario rivolgervi questa lettera perché la fase è molto complicata ed in assenza del nostro giornale, vi è una seria difficoltà ad informare correttamente i compagni e le compagne su quanto sta avvenendo. Nella convinzione di operare nella giusta direzione per la causa di tutti noi.
Saluti comunisti,
Paolo Ferrero - Segretario nazionale

12/08/2012

PRC- FdS Albano, solo la raccolta differenziata può sconfiggere discariche e inceneritori.


Nel corso della seduta di giunta del comune di Albano Laziale del 7\12\2012, l'assessore Alessandra Zeppieri, dimostrando responsabilità istituzionale, ha dato parere favorevole all'approvazione della delibera che avvia un importante processo di controllo sulla discarica di Roncigliano.
L'atto amministrativo è finalizzato a consentire la caratterizzazione idrogeologica all'esterno della discarica.
Il PRC-FdS ritiene che questo sia solo un primo passo verso un controllo effettivo del sito. Per questo riteniamo necessario, al fine di garantire risultati certi e incontrovertibili sulle condizioni in cui vertono le falde acquifere, che siano effettuati controlli ALL'INTERNO DELLA DISCARICA attraverso i pozzi spia.
Per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti ribadiamo la posizione a tutti i livelli, nazionale, regionale, locale del PRC- FdS, di contrarietà assoluta nei confronti di qualsiasi impianto di incenerimento. La nostra continuità di azione sia politica che giuridica, nei confronti della vertenza contro l'inceneritore è nota a tutti. Tuttavia vogliamo ribadire che è necessario intraprendere azioni forti finalizzate alla tutela dei cittadini e tese ad impedire la realizzazione di ecomostri in un territorio martoriato da anni di presenza della discarica.
Per ottenere questo risultato è necessario che l'amministrazione:
  1. renda pubblici i risultati delle analisi delle acque potabili, effettuate da ACEA-ATO2 negli ultimi cinque anni;
  2. operi per la riapertura della procedura AIA, al fine di verificare l'effettiva persistenza delle condizioni che ne hanno reso possibile la concessione;
  3. verifichi i dati inseriti nella convenzione con il GSE, che ha consentito all'inceneritore il riconoscimento dei finanziamenti dei certificati verdi.
Per la risoluzione della questione dei rifiuti è necessario sradicare il problema alla radice, rendendo obsoleta l'esistenza di discariche e inceneritori. L'unica via percorribile affinchè ciò sia possibile è l'avvio della raccolta differenziata.
Il 18 dicembre, alle ore 17,30, in via don Minzoni 11 – 13 discuteremo di queste tematiche in un assemblea pubblica. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.

Il direttivo PRC-FdS
Circolo “Luciano Gruppi” , Albano Laziale

11/28/2012

Mille firme per le primarie dei lavoratori.

Domenica 25 le primarie dei lavoratori hanno fruttato la raccolta di oltre 1000 firme per la campagna referendaria su articolo 18, art. 8 e cancellazione della riforma Fornero sulle pensioni.
I banchetti per i referendum sono stati presenti nelle piazze di Ariccia, Albano, Nettuno, Anzio Labico e di tanti altri paesi dei Castelli Romani e della Litoranea.
C'è stata dunque una partecipazione popolare che difficilmente potrà essere conosciuta attraverso la lettura del giornale, una partecipazione che nessuna televisione ha sentito la necessità di far conoscere e raccontare. Daltra parte in un Paese governato direttamente da emanazioni dei poteri forti con il beneplacido del PdL, dell'Udc e del Partito Democratico i diritti dei lavoratori non fanno più notizia se non, troppo tardi, quando nelle aziende si profila l'ecatombe dei licenziamenti.
Ci hanno detto che per far uscire dalla crisi il nostro Paese era necessario eliminare i lacci del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Ci hanno detto che per salvare l'Italia era necessario ridimensionare le tutele dei lavoratori e prolungare la loro vita attiva. Monti ci dice che la medicina è stata amara ma oggi stiamo meglio. Tuttavia dopo questa cura miracolosa scopriamo che la disoccupazione che un'anno fa era all'8,5% oggi è al 10,8%. L'inflazione era al 2,5% ora è al 3,6% . I consumi che erano +0.1% ora sono – 3,2%. E' giunto il momento di fermare questi “successi”. Noi crediamo che per salvare l'Italia sia necessario ripartire dal lavoro e dai diritti. Per questo motivo abbiamo messo in campo i referendum sui temi che i lavoratori ritengono primari.
La sfida per raggiungere il quorum necessario a rendere validi i referendum, nel silenzio assordante di gran parte dell'informazione, non è facile, ma la mobilitazione dei circoli del Partito della Rifondazione Comunista continuerà anche nei prossimi giorni.
Sul sito http://referendumlavoro.blogspot.it/ è possibile vedere dove e quando poter firmare nei comuni del territorio dei Castelli Romani, dei monti Prenestini e della Litoranea.
I referendum sono una parte importante di una politica che si oppone al neoliberismo di Monti. L'alternativa politica a Monti non potrà venire dal PD che lo ha sostenuto, ma solo dalle lavoratrici e dai lavoratori che si riappropriano del diritto di partecipare direttamente alle scelte politiche che li riguardano.
Marco Bizzoni
Segreteria PRC “Castelli, Colleferro, Litoranea”


11/26/2012

ROMA RESISTENTE DICE NO A CASAPOUND



Roma Antifascista, come sempre, ha dato la sua forte risposta.
Ieri, in concomitanza con la vergognosa sfilata di Casapound, la Federazione Castelli del Partito della Rifondazione Comunista, insieme all’Anpi, agli studenti, a tante associazioni, comitati, centri sociali e cittadini di Roma, ha espresso ancora una volta la volontà ferma di non lasciare alcuno spazio ai fascisti vecchi e nuovi. Loro, chi li protegge e chi li finanzia devono sapere che mai permetteremo a questi figuri di agire indisturbati all’interno delle nostre città. Lo abbiamo dimostrato prendendoci il percorso che i fascisti avevano individuato per la loro ridicola sfilata, convocata per protestare contro la casta, salvo poi farsi comprare la sede con i soldi pubblici dal sindaco Alemanno. Al centro di Roma c’eravamo noi, c’erano gli antifascisti e questo è un ottimo risultato politico. La determinazione e la partecipazione popolare faranno da deterrente per ogni eventuale azione provocatoria dei fantomatici “fascisti del terzo millennio”.

P.R.C. Federazione Castelli-Litoranea-Colleferro

Simona Biffignandi – Resp. Comunicazione

11/23/2012

Prc Castelli, in piazza per le questioni PRIMARIE dei lavoratori.


Il 25 novembre il Partito della Rifondazione Comunista dei Castelli Romani, dei monti Prenestini e della litoranea sarà impegnato nel far esprimere i lavoratori sulle questioni PRIMARIE che attengono alla loro vita.
Nelle piazze di Labico, Albano, Genzano, Marino, Anzio, Nettuno e di molti altri comuni prosegue la campagna referendaria di raccolta firme per il ripristino dell'art. 18 e per l'abrogazione dell'art. 8 dell'ultima legge di stabilità del governo Berlusconi, che consente di derogare al contratto nazionale di lavoro. Continua inoltre la raccolta di firme per la cancellazione della riforma Fornero sulle pensioni.
Ci dicono quotidianamente che la medicina è amara ma bisogna prenderla. Ci dicono che senza Monti saremmo caduti nel precipizio. Ci dicono che tutto quello che è stato fatto era necessario per restare in Europa. Quello che non dicono, i grandi produttori di informazione, è che nell'ultimo anno le riforme pensionistiche hanno portato l'età di accesso alla pensione a 70 anni, con una redditività pari al 40% di quelle attuali. Nel frattempo, con la crisi, è cresciuta la disoccupazione, la cassa integrazione esplode e si intensificano i processi di precarizzazione del lavoro. Perchè, dunque, in queste condizioni il governo Monti canta le proprie lodi? Perchè i mercati effettivamente ne hanno riconosciuto il lavoro. Che non è stato, come tromboneggiano i quotidiani più diffusi, quello di salvare l'Italia, ma più semplicemente quello di ridimensionare i diritti, le aspettative, le possibilità di trovare e mantenere il lavoro e la certezza del reddito dei lavoratori. I quali si ritrovano, a conclusione delle “riforme necessarie”, con un “mercato” del lavoro sovraffollato a causa dell'allungamento dei tempi di pensionamento, in lotta tra genitori e figli per ottenere\mantenere un lavoro, perdenti perchè i redditi si riducono progressivamente perdendo la reale capacità di acquisto.
Quale Italia stanno salvando con le misure di austerità se non quella dei padroni, dei finanzieri e dei banchieri? Il PRC ritiene che possano essere compiute altre scelte per consentire al nostro Paese di rimettere in moto la macchina produttiva e far tornare a girare l'economia. Scelte che vedano le imprese pagare le tasse in modo proporzionalmente maggiore dei propri lavoratori, scelte che vedano lo Stato impegnarsi in un'operazione di redistribuzione del reddito nazionale in favore dei lavoratori invece che in favore dei padroni. Scelte che vedano il Paese impegnato nel creare concorrenza produttiva sui diritti del lavoro e non sul suo costo più basso.
Per questi motivi abbiamo avviato la campagna referendaria, per dare il segno della possibilità di percorrere altre strade per superare la crisi. Mettere la firma sui quesiti per cancellare la riforma pensionistica della ministra Fornero è veramente un azione PRIMARIA che i lavoratori possono fare. Per invertire la rotta seguita sino ad oggi, di compressione di reddito e di diritti, e ripartire nella riconquista di rapporti sociali in cui il lavoro ed il reddito non siano più considerato una merce ed il suo corrispettivo ma diritti disponibili per tutti. All'indirizzo http://referendumlavoro.blogspot.it/ è possibile vedere dove il 25 novembre il PRC sarà presente con i banchetti referendari.
Marco Bizzoni
Segreteria PRC “Castelli, Colleferro, Litoranea”


Lettera aperta ai candidati alle Primarie del PD

Comitato Promotore Referendum Lavoro

a Laura Puppato
Pierluigi Bersani
Matteo Renzi
Bruno Tabacci
Nicola Vendola

Roma, 22 novembre 2012
Seguiamo con attenzione e interesse le primarie che si svolgeranno domenica prossima nelle
quali siete fortemente impegnati.
Si tratta di un momento alto della democrazia: ogni volta che i cittadini sono chiamati a
scegliere la vita democratica si ravviva e si riduce la distanza tra i rappresentanti e i rappresentati.
Anche i referendum sugli articoli 8 e 18 sono una grande occasione di partecipazione
democratica, un modo per affermare l’estensione dei diritti dei lavoratori. Sappiamo che su questi
temi avete opinioni differenti e le rispettiamo tutte, ma siamo certi che nessuno di voi intenda
contestare il diritto a esprimersi dei cittadini.
E’ in questo spirito di rispetto e di amicizia che domenica saremo presenti con i nostri
banchetti accanto ai vostri gazebo.
Il Comitato Promotore dei Referendum sugli articoli 8 e 18

Alleva Piergiovanni
Bonelli Angelo
Di Pietro Antonio
Diliberto Oliviero
Ferrero Paolo
Fotia Carmine
Fulfaro Tommaso
Lucarelli Alberto
Mura Silvana
Parenti Benedetta
Patta Gian Paolo
Re David Francesca
Rinaldini Gianni
Romagnoli Umberto
Vendola Nicola
Zipponi Maurizio

11/22/2012

Scuola: giusta la conferma dello sciopero del 24 novembre


Quello che tutti sospettavano, e cioè che lo sciopero proclamato da Cisl-Scuola, Uil-Scuola e sindacati autonomi avesse la revoca incorporata, si è puntualmente verificato. Spiace, anche se non meraviglia, che ciò sia avvenuto sulla base di proposte del governo inaccettabili, che non tengono in alcun conto né i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del settore  né la qualità della scuola pubblica.
I problemi che affliggono la scuola, frutto delle politiche di questo governo, in perfetta continuità con quello precedente, sono ancora tutti sul tappeto, aggravati peraltro dai provvedimenti più recenti come la "spending review" e la legge di stabilità in corso di approvazione.
Bene hanno fatto, perciò, la FLC-Cgil a mantenere lo sciopero e la manifestazione nazionale a Roma e i Cobas scuola a confermarlo.
Il 24 novembre sarà un'altra straordinaria giornata di mobilitazione del mondo della scuola e dell'università che vedrà in piazza, in tutta Italia, anche cortei unitari di studenti medi, studenti universitari e docenti per ribadire, dopo la brutale repressione del 14, che è il governo ad avere paura delle manifestazioni di dissenso e del conflitto sociale.
Il PRC sostiene lo sciopero dei sindacati e sarà presente in tutte le manifestazioni sindacali e studentesche.

Eleonora Forenza – Responsabile nazionale Università e Ricerca
Vito Meloni – Responsabile nazionale Scuola
 Il prc regionale Lazio esprime soddisfazione per l’impegno ottenuto ieri, il governo  raddoppierà  i fondi per la non autosufficienza
Durante il presidio dei malati di SLA davanti al ministero economie e finanze, i malati pronti a lasciarsi . morire hanno strappato un accordo incoraggiante Continueremo a monitorare la situazione,e a partecipare ad eventuali nuove mobilitazioni, con l’auspicio che i finanziamenti distribuiti equamente alle regioni in base delle vere necessità siano impiegati con
serietà  e lucidità  dalla nuova giunta regionale Lazio, nella quale crediamo necessaria una nostra presenza.
 rifondazione comunista
barbara tamanti
Resp pol soc regionale Lazio

Lanuvio, solidarietà del PRC ai licenziati Montebovi

Il Partito della Rifondazione Comunista di Lanuvio esprime la piena solidarietà ai tre lavoratori licenziati dalla Montebovi e alla lotta che da oggi riprenderà davanti ai cancelli della fabbrica in Via Nettunense.
Il motivo del licenziamento è davvero sconcertante: dopo la sospensione cautelare dei tre (di cui uno è rappresentante sindacale FLAI-CGIL), l’azienda li licenzia adducendo sulla lettera una presunta insubordinazione negli uffici dello stabilimento, quando invece i lavoratori cercavano solo risposte dalla dirigenza vista la precaria e instabile situazione lavorativa che da quasi due mesi li vede coinvolti.
Con la presente ribadiamo la ns. solidarietà e ci mettiamo a disposizione per ogni forma di lotta che i lavoratori intendano attuare.

Il Segretario
Fabio Pesoli

11/17/2012

La forza delle nostre ragioni è più forte della vostra violenza!

tratto da: coordinamentoscuoleroma.wordpress.com

Lo scorso 14 novembre abbiamo chiuso le nostre scuole e ci siamo riversati in tanti nelle piazze e nei cortei di Roma, con gli striscioni che hanno animato le nostre mobilitazioni in queste settimane e con le parole d’ordine che sono state condivise e approvate da oltre 130 scuole solo nella provincia di Roma: ritiro dell’aumento dell’orario di lavoro per gli insegnanti, ritiro del disegno di legge Aprea, blocco del concorso-truffa e rifinanziamento della scuola pubblica statale.
Insieme agli insegnanti e al personale ATA  sono scesi in piazza, come già hanno fatto il 10 novembre scorso, gli studenti e le studentesse di Roma, medi e universitari, in tantissimi, con gli striscioni delle loro scuole, dopo giorni di assemblee, autogestioni, occupazioni, in cui hanno denunciato la volontà di questo governo e della maggioranza parlamentare che lo sostiene di squalificare ulteriormente la scuola pubblica favorendo quella privata. Sono scesi armati della voglia di partecipare, dei loro volantini, della gioia di manifestare in una bella giornata di novembre, e dell’indignazione per subire giorno per giorno l’ingiustizia dell’istruzione negata, squalificata e offesa.
La risposta del governo è stata inqualificabile, come di chi sa di essere nel torto. La città è stata blindata, impedendo ai cortei di arrivare a Montecitorio, dove è in discussione il disegno di legge di stabilità, nonostante fosse stato autorizzato un presidio proprio in quella piazza. In tutti i paesi europei è possibile manifestare democraticamente sotto ai palazzi del potere, ma non in Italia.
In base alle numerose evidenze televisive, il Coordinamento ritiene che la gestione della piazza da parte delle forze di polizia sia andata al di là dei compiti istituzionali loro assegnati (che, fra l’altro, dovrebbero essere proprio quelli di garantire ai cittadini il pieno esercizio della loro libertà di espressione e manifestazione pubblica delle proprie idee). Da cittadini, docenti ed educatori riteniamo che rispondere a manganellate alla protesta di migliaia di studenti e lavoratori faccia pensare, purtroppo, ad altre tristi stagioni della nostra storia repubblicana. Di fronte allo spettacolo miserevole della politica parlamentare di questi anni, fatto di corruzione, scadimento morale e becero affarismo, ben altra risposta dovrebbe arrivare dalle istituzioni repubblicane al contributo di rinnovamento che migliaia di giovani, animati da disinteresse personale e passione civile, stanno dando collettivamente in questi giorni.
Siamo contrari alle politiche di austerità e continueremo a gridarlo nelle piazze, esercitando il nostro diritto a manifestare. Noi abbiamo dalla nostra parte la forza della ragione, e continueremo ad insegnare nelle nostre scuole che è con la forza della ragione che si vince.
Esprimiamo solidarietà alle studentesse e agli studenti pestate/i e fermate/i. Chiediamo l’immediata scarcerazione di tutti gli arrestati e il ritiro delle denunce.
Il Coordinamento delle scuole di Roma

11/16/2012

Castelli Romani, il PRC solidarizza con docenti e studenti in difesa della scuola pubblica.

La manifestazione del 14 a Roma ha visto i docenti e gli studenti riprendersi il diritto di parola e di critica sulle politiche di impoverimento della scuola pubblica che continuano ad essere adottate. Anche gli studenti dei Castelli Romani tornano ad essere protagonisti sul territorio occupando o cogestendo i propri istituti. In tal modo continuano ad esprimere la propria protesta per una scuola pubblica che di taglio in taglio, PD, UdC e PdL stanno riducendo ad un servizio essenziale, caritatevole, per poveri.
La risposta repressiva dell'autorità costituita alla manifestazione di Roma del 14 ha spostato l'attenzione dell'opinione pubblica dai motivi della protesta alla ricerca delle responsabilità dei scontri di piazza.
A Roma docenti e studenti hanno manifestato perchè l'istruzione non può, e non deve, essere trattata alla stregua di una merce. Essa è un diritto che deve essere garantito ed assicurato a tutti i cittadini nel pieno rispetto della costituzione, cioè senza che lo Stato finanzi le scuole private. Invece, proprio in queste ore, grazie ad un emendamento di un deputato del PD il Parlamento ha approvato nella legge di stabilità lo stanziamento di 223 milioni di euro per le scuole paritarie. Non solo viene rifiutato il confronto con i soggetti della scuola, non solo si delega alla repressione il compito di affrontare la protesta, ma nello stesso tempo docenti e studenti vengono burlati con atti del Parlamento che vanno in senso opposto alle loro richieste.
Il PRC ritiene indegna questa scelta anticostituzionale appena fatta dai Parlamentari in carica e ne chiede la cancellazione. Nello stesso tempo chiediamo che il disegno di legge ex Aprea non sia approvato. Perchè, in assenza di riferimento unitari e precisi per tutte le scuole, porterebbe alla frantumazione del sistema scolastico nazionale. Perchè attribuisce poteri ai dirigenti scolastici in grado di soffocare la democrazia nelle scuole. Perchè avvia un processo di privatizzazione dell’istruzione, una mercificazione del sapere che fa strame da quanto affermato nella Costituzione. Perchè stabilisce la validità di un sistema di valutazione contestato dai collegi docenti, perchè basato su test d’apprendimento completamente avulsi dalle variabili socio-economiche in cui gli istituti scolastici operano. Docenti e studenti con la loro protesta ci ricordano che la scuola non è proprietà della strana maggioranza PdL-PD-UdC ma è un BENE COMUNE del Paese. Per questo è necessario che questo disegno di legge sia realizzato solo a seguito di un profondo dibattito che coinvolga pienamente il mondo della scuola.
Gli studenti in lotta che occupano il “Foscolo” di Albano, il “Vailati” e il “Pertini” di Genzano, il “Landi ed il “Vallauri” di Velletri stanno commettendo un illegalità ma noi crediamo che essi abbiano ragione nella loro azione perchè “una legge ingiusta è una forma di violenza alla quale è doveroso ribellarsi”, per questo motivo “la disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo stato diviene dispotico” e non vuole ascoltare i suoi cittadini.
Esprimiamo quindi la nostra solidarietà e ringraziamo gli studenti per la lotta che stanno portando avanti. Questi nostri ragazzi sono veramente “La meglio gioventù”. Giovani che non aspettano pigramente che gli eventi si realizzino ma che, esponendosi con azioni da cui potrebbero patire amare conseguenze cercano, con generosità, di fermare il DDL ex Aprea. Che, se approvato, aprirebbe un processo in grado di spingere le istituzioni scolastiche verso un modello di scuola di stampo aziendalistico ed autoritario in grado di affossare il vero diritto all'istruzione.
Il PRC lancia un appello a quanti eletti ed operanti nelle istituzioni, in primo luogo Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali, affinchè ascoltino le richieste di questi giovani e di chi lavora nella scuola, e dalle loro posizioni operino affinchè sia evitata l'approvazione del DDL ex Aprea e sia fermato il depauperamento della scuola pubblica.
Marco Bizzoni
Segreteria PRC “Castelli, Colleferro, Litoranea”

#14N, 15 anni e non avere più paura (una poesia)

di Marco Bersani

Ti hanno guardato con sufficienza per alcune ore quella mattina che sei sceso in piazza

non importa dove

Ti hanno ascoltato con sarcasmo urlare la tua rabbia e il tuo desiderio

non importa quando

Hanno deciso che era giunto il momento di darti una lezione

d'altronde sei studente o studentessa.

Hanno deciso che ciò che dovevano insegnarti era la paura

Per questo ti hanno manganellato anche se camminavi da solo

Per questo ti hanno colpito mentre eri disteso a terra

Per questo ti hanno lanciato lacrimogeni dagli uffici del ministero (!)

Poi il corriere ha scritto che sei un professionista della violenza

Poi il politico di turno ha detto che la compagna che ti stava al fianco è una facinorosa

Poi alcuni adulti ti hanno detto avrai anche ragione però

Poi altri adulti ti hanno detto hai torto quindi

Tutte e tutti ti hanno detto come stare dove stare quando dire

ascolta noi che abbiamo esperienza

Tutte e tutti ti hanno chiesto pazienza

stiamo lavorando per voi

Tutte e tutti ti hanno detto devi aver paura ad andare in piazza

hai visto che succede

Non hanno capito nulla

Non sanno quanto tu conosci la paura

dentro la tua stanza prima di dormire

negli occhi degli adulti incapaci di risposte

dentro telegiornali di un paese che non ti racconta

dentro sere, amori, viaggi per tornare

Non sanno che tu vivi di paura

E che proprio quel giorno

proprio in quella piazza

esattamente con quella compagna al fianco

hai finalmente smesso di averne

E per questo ci tornerai

dove

come

quando

noi adulti non ce lo aspetteremo

Quel giorno non capiremo

quel giorno sorrideremo

11/15/2012

Legge di stabilità: per dare i soldi alle scuole private le soluzioni si trovano sempre.


Quando si tratta di finanziare le scuole private non c'è rigore che tenga! Mentre si continuano a tagliare le risorse destinate alla scuola pubblica, quella di tutte e di tutti, i deputati del PD si preoccupano soltanto di rendere effettvo il finanziamento di 223 milioni di euro alle scuole private con un emendamento alla legge di stabiltià, approvato dalla commissione bilancio della Camera, che esclude questi fondi dal patto di stabilità degli enti locali. Solo pochi giorni fa' i rappresentanti delle province avevano rappresentato le difficoltà a garantire servizi essenzial, come il riscaldamento nelle scuole pubbliche, derivanti dai tagli dei finanziamenti e dallo stesso patto di stabilità. Evidentemente al PD preme molto di più compiacere le scuole private confessionali che risolvere con nuovi investimenti i gravissimi problemi della scuola pubblica.
Che questo accada all'indomani della straordinaria mobilitazione del mondo della scuola contro le politiche di austerità dimostra plasticamente l'enorme distanza che separa governo e Parlamento dalle istanze democratiche del paese.
È ora che vadano tutti a casa!

Vito Meloni
Responsabile nazionale scuola PRC

11/11/2012

Contro le politiche di rigore e recessive


I posti letto degli ospedali nella provincia di Roma sono una necessità non uno spreco

Dopo i tagli dalla Polverini il sistema sanitario del Lazio è al collasso, tuttavia il governo Monti con l'applicazione del provvedimento sulla “spending review”, votato in Parlamento dal PD insieme al PdL e Udc, si accinge a distruggere quel che resta della sanità laziale.
La vicenda del pronto soccorso di Albano, denunciata nei giorni scorsi dai medici che vi lavorano, ha messo in evidenza che risparmiare sulle risorse per erogare i servizi significa portarli alla chiusura. Malgrado ciò il governo annuncia che nel Lazio dovranno essere eliminati ancora circa 2000 posti letto. Se questa è la lotta agli sprechi che portano avanti il governo ed i partiti che lo appoggiano, in primis il PD nazionale, allora significa che per loro la salute dei lavoratori non è un diritto ma uno spreco.
Il Partito della Rifondazione Comunista e pienamente convinto della necessità di eleminare sprechi e spese inutili che come tutti sanno gravano principalmente sulle tasche dei lavoratori. Per far questo ritieniamo che sia necessario superare un modello di sanità fondato sulla centralità esclusiva dell’ospedale. Troppo spesso, quel modello, ha privilegiato le ambizioni di primariato di alcuni medici a discapito della effettiva funzionalità dei reparti e delle specialistiche necessarie. Noi crediamo che per operare una vera razionalizzazione della sanità, che non voglia essere mera ricerca di risparmio, sia necessario affiancare all'abbattimento dei costi del sistema il miglioramento della qualità delle prestazioni. In tale ottica riteniamo che sia necessario ritornare allo spirito originario della legge istitutiva del servizio sanitario nazionale del 1978 che era essenzialmente incentrata sulla prevenzione. Per far ciò, prima di ridurre i posti letto, è necessario riorganizzare il sistema attraverso una rete di presidi territoriali e una reale integrazione degli aspetti sociali con quelli sanitari.
Anche le organizzazioni professionali dei medici del Lazio fanno osservare che il taglio di duemila posti letto, previsti dal governo, va ben oltre le necessità stabilite dalla “spending review”, che prevede un rapporto di 3,7 posti letto ogni mille abitanti.
Già oggi, con i posti letto tagliati sino ad ora, avviene che pazienti con serie malattie in fasi acute che necessitano di ricoveri in ospedale debbono passare ore, e a volte giorni, su barelle in spazi inadeguati, spesso corridoi, prima di essere accolti in un letto di un reparto ospedaliero. Il taglio di ulteriori posti letto non potrà che aggravare questa situazione.
Nella sanità del Lazio occorre colpire sprechi e inefficienze, ma è anche necessario che la politica di ottimizzazione e di riclassificazione della rete ospedaliera avanzi contestualmente ad una riorganizzazione complessiva del sistema. Una politica che preveda la costituzione di presidi territoriali di cura e di prevenzione. Ci opponiamo all'affossamento del servizio sanitario regionale portato avanti in nome di una presunta “razionalizzazione”, che viene giustificata con una politica dei due tempi: si chiudono oggi le strutture sanitarie promettendo “domani” una maggiore offerta sanitaria. Per questo Rifondazione Comunista si batte, e continuerà a battersi con tutte le proprie forze, affinchè i lavoratori non debbano continuare a subire sulla loro pelle gli effetti nefasti del ridimensionamento e peggioramento della quantità e qualità del servizio sanitario pubblico.
Marco Bizzoni
Segreteria PRC “Castelli, Colleferro, Litoranea”

11/10/2012

PRC Castelli, prosegue la raccolta firme per i referendum sul lavoro.

Continua nei comuni dei Castelli Romani, dei monti Prenestini e del litorale la raccolta di firme per i referendum sul lavoro e sulle pensioni promossi dal Partito della Rifondazione Comunista.
Nel silenzio più assordante dell'informazione ufficiale il 13 ottobre ha preso il via la campagna referendaria per consentire ai cittadini-lavoratori di dire la loro sulle questioni che, negli ultimi mesi, hanno messo in ginocchio i loro diritti con i voti in Parlamento di PD, Pdl, e UdC.
Prima di essere costretto alle dimissioni il governo Berlusconi, nell'estremo tentativo di rimanere in sella, ha omaggiato i poteri forti con l'articolo 8 della sua ultima manovra finanziaria dell'agosto 2011. Con questo articolo è stato dato un colpo mortale alla centralità e prevalenza del contratto nazionale di lavoro, prevedendo, per i padroni, la posibilità di derogarvi. Ciò significa che se lorsignori vogliono può non esistere più una tutela collettiva dei lavoratori ma solo le 160 forme contrattuali create in questi anni dal centrodestra. Il percorso di disintegrazione dei diritti dei lavoratori è poi proseguito con il governo Monti che, grazie alla disponibilità del PD, ha potuto realizzare ciò che a Berlusconi non era mai riuscito nei suoi vent'anni di regno. Abrogare sostanzialmente l'art. 18 dello statuto dei lavoratori che consentiva una tutela dei lavoratori rispetto i licenziamenti ILLEGITTIMI delle imprese. Un ulteriore colpo ai lavoratori è stato poi dato dalla riforma delle pensioni del ministro Fornero che ha innalzato l'età pensionistica, realizzando quel capolavoro dei lavoratori esodati. Lavoratori cioè che non hanno più il lavoro e nello stesso tempo non hanno più diritto alla pensione. Queste politiche sono passate, come si è visto, anche con il voto favorevole del PD con la scusa che erano necessarie per rimettere in sesto il mercato del lavoro del Paese e far ripartire l'economia. Così, con la scusa della crisi e della mancanza di lavoro, PD, PdL e UdC hanno reso possibile licenziare ad ogni capriccio del padrone, schiacciare i lavoratori sotto il tacco di contratti senza tutele, ritardare il tempo di accesso della pensione. Risultato di queste politiche, messo in evidenza in questi giorni dai dati degli istituti di studio, è la crescita della disoccupazione, l'abbassamento del reddito e la totale precarizzazione dei lavoratori. Tutte cose che in questi giorni i lavoratori della Montebovi a Lanuvio, a cui va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà, stanno vivendo sulla propria pelle.
Rifondazione Comunista, insieme ad altri soggetti della sinistra sindacale e politica, hanno deciso di indicare un diverso percorso per uscire dalla crisi. In quest'ottica sono stati messi in campo dei referendum che vogliono cancellare tutte le controriforme sino ad ora realizzate, in modo da rimettere al centro dello sviluppo economico del nostro Paese il diritto al lavoro, il diritto ad un reddito adeguato dei lavoratori e dei disoccupati e il diritto ad andare in pensione prima di morire. Per questi motivi invitiamo i lavoratori a firmare le proposte di referendum presso i Comuni oppure nei banchetti previsti le cui date e luoghi di raccolta possono essere visionati al sito http://referendumlavoro.blogspot.it/ .
Come si è visto Lorsignori sono la crisi, noi lavoratori la soluzione. Per questo far decidere i lavoratori sulle politiche sino ad ora portate avanti dal governo Monti, insieme a PD, PdL e UdC, è il primo passo per andare oltre le politiche recessive di lacrime e sangue, per i ceti medi e popolari, fino ad ora realizzare. Noi proponiamo una diversa politica di redistribuzione del reddito nazionale. Una redistribuzione che consenta ai lavoratori di avere il reddito per acquistare le merci di cui necessitano e in questo modo rimettere in moto il mercato. Questa è l'unica vera azione in grado di far ripartire la nostra economia e far uscire il Paese dalla crisi.
Cambiare si può. Per riuscirci è necessario che tutti i cittadini-lavoratori si sentano impegnati non solo a firmare personalmente per la presentazione dei quesiti referendari ma anche a promuoverli tra i propri conoscenti.
Marco Bizzoni
Segreteria PRC “Castelli, Colleferro, Litoranea”

11/09/2012

La scuola si ribella a chi vuole affossarla


Martedì scorso 30 ottobre alle ore 17.30 si è riunito, presso l’Istituto Alberghiero “U. Tognazzi” di Velletri, il Coordinamento delle scuole dei Castelli Romani.

L’incontro ha seguito l‘Assemblea pubblica con docenti, studenti e genitori che ha visto un dibattito molto partecipato e proficuo sui temi presentati:
legge ex-Aprea, problema dell’aumento delle ore di insegnamento dei docenti e iniziative di protesta attivare dalle varie scuole e da attivare.
Si è evidenziato un buon interesse degli studenti ed un loro desiderio di partecipare attivamente alla riflessione.
Il coordinamento ha preso atto delle osservazioni presentate in Assemblea ed ha accolto alcune proposte operative da organizzare a breve:
- flash mob da organizzare nella prossima settimana a Velletri ed eventualmente in altre locelità dei Castelli Romani;
- fiaccolata da organizzare a Velletri con la partecipazione di docenti, studenti e genitori;
- iniziative di pressione civile a partiti, sindacati ed istituzioni.
Il Coordinamento  auspica che le scuole ancora assenti possano presto dare la propria adesione e garantire la loro attiva partecipazione alle varie iniziative e agli incontri.
La prossima riunione di coordinamento si terrà mercoledì 7 novembre alle ore 15.00 presso la palestra dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Antonio Cederna” di Velletri (Via Parri).

11/05/2012

Morto il compagno Salvatore Baccarini


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Nella notte del 4 novembre è morto a Velletri il compagno Salvatore Baccarini. Nei suoi incarichi politici ed amministrativi per il PCI ed il PRC, dagli anni Ottanta sino al maggio 2012, portati avanti negli ultimi anni lottando anche con il cancro, ha sempre messo al servizio dei cittadini e del partito la sua competenza e la sua onestà. La sua forza mancherà a tutti noi. Ci uniamo al dolore della famiglia.

I compagni di Lanuvio e Campoleone

11/03/2012

Cari compagni e compagne,
Il 3 novembre si è riunito il Consiglio Nazionale della Federazione della Sinistra.
Nella discussione sono emerse due diverse posizioni politiche: la proposta che la Federazione della Sinistra sia il motore di una aggregazione politica ed elettorale della sinistra di alternativa e dall’altra la volontà di ricercare un accordo con il centro sinistra. La proposta di costruzione di una lista della sinistra di alternativa è stata ufficializzata attraverso un documento presentato unitariamente dalla segreteria nazionale di Rifondazione Comunista.
Di fronte all’evidente impossibilità di assumere una decisione unitaria nell’organismo dirigente, i compagni e le compagne di Rifondazione hanno proposto che si procedesse ad organizzare un referendum tra tutti gli iscritti della Federazione. L’indizione del referendum avrebbe permesso di risolvere in forma democratica e partecipata una divergenza politica non risolvibile all’interno del Consiglio Politico della Federazione - il cui funzionamento prevede maggioranze qualificate non raggiungibili da nessuna delle proposte in campo - dotando così la Federazione di una linea politica precisa. Questa proposta è stata però rifiutata dagli altri soggetti che compongono la Federazione e così ci siamo trovati nell’impossibilità di stabilire un orientamento politico. In questo contesto in cui il Consiglio della Federazione non era in grado di assumere una posizione e contemporaneamente non è stata accettata la proposta del referendum, si è concordemente deciso di non votare nulla.
Ogni soggetto politico porterà quindi avanti la propria proposta in relazione alle prossime elezioni politiche. Nel contempo si conferma la volontà di continuare a cooperare sia in relazione alla campagna referendaria che ai prossimi appuntamenti elettorali regionali.
Giovedì 8 novembre si riunirà quindi la Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista per articolare e precisare la proposta politica della costruzione di una lista della sinistra di alternativa che si presenti autonomamente alle elezioni politiche.
Un caro saluto
Paolo Ferrero

Premio "Uovo di Colombo" de ilmamilio.it ad Andrea Castricini

Da ilmamilio.it-
GROTTAFERRATA - L'assessore ai Lavori pubblici di Grottaferrata è il primo amministratore premiato per opere a basso costo e ad alta utilità: la motivazione del riconoscimento è nella realizzazione della rotatoria di via XXIV maggio-via Anagnina. Ecco il significato dell'iniziativa della redazione de ilmamilio.it
Un premio per quegli amministratori che si siano distinti nella progettazione e nella realizzazione di opere pubbliche o comunque interventi per i cittadini a basso costo e ad alta efficienza ed utilità.
Lo abbiamo chiamato premio "Uovo di Colombo" proprio perché, nel nostro immaginario, si tratta di interventi relativamente semplici ma che a dispetto di un impegno economico per lo più modesto danno grandi benefici ai cittadini.
La vicenda dell'uovo di Colombo è ben nota (da it.wikipedia.org): dopo il suo ritorno dall'appena scoperta terra nuova, l'America, nel 1493, Cristoforo Colombo fu invitato a una cena tenuta in suo onore dal cardinale Pedro Gonzalez de Mendoza. Qui alcuni gentiluomini spagnoli cercarono di sminuire la sua impresa dicendo che la scoperta del Nuovo Mondo non sarebbe stata poi così difficile e che chiunque avrebbe potuto riuscirci. Udito questo, Colombo sfidò i commensali a un'impresa altrettanto facile: far stare un uovo dritto sul tavolo. Vennero fatti numerosi tentativi, ma nessuno riuscì a realizzare quanto richiesto. Convinti finalmente che si trattasse di un problema insolubile, i presenti chiesero a Colombo stesso di cimentarsi nell'impresa. Questi si limitò a praticare una lieve ammaccatura all'estremità dell'uovo, picchiandolo leggermente contro il tavolo dalla parte più larga, e l'uovo rimase dritto. Quando gli astanti protestarono dicendo che lo stesso avrebbero potuto fare anche loro, Colombo rispose: "La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l'ho fatto!". L'origine dell'aneddoto è incerta ma il senso molto chiaro e questo è esattamente lo spirito col quale ilmamilio.it si pregia di aver ideato questo semplice premio, riconoscimento a cadenza non periodica.
Il primo amministratore comunale a ricevere il premio "Uovo di Colombo" de ilmamilio.it è l'assessore ai Lavori pubblici di Grottaferrata, Andrea Castricini. A lui la nostra redazione ha voluto consegnare il simbolico riconoscimento per la rotatoria ideata e realizzata in questi mesi lungo via XXIV maggio, all'incrocio con via Anagnina. Un'opera pubblica a bassissimo costo ma i cui benefici, nonostante sia ancora in fase di completamento e perfezionamento, sono già evidentissimi. La consegna della targa è avvenuta presso la sede comunale di palazzo Consoli in questi giorni.
"La rotatoria - spiega l'assessore Castricini - ha un costo di poche migliaia di euro. Completata la fase sperimentale nelle scorse settimane, stiamo realizzando i raccordi di marciapiedi: dopo di che sostituiremo le attuale barriere mobili che costituiscono oggi il rondò con una vera rotatoria con aiuola centrale. Sono contento per questo inatteso e insolito riconoscimento che però voglio dividere col geometra comunale Enrico Antonelli, grazie al quale è stato possibile progettare l'intervento e con gli altri componenti dell'ufficio tecnico". La rotatoria ha un diametro di 8 metri ed ha sostituito l'impianto semaforico in uno degli incroci più critici dei Castelli. Qualche perplessità, in verità, resta per l'effettivo innesto stradale sul rondò: chi proviene da Molara-Rocca Priora imbocca l'incrocio senza alcuna deviazione di traiettoria e quindi potenzialmente senza significativa riduzione della velocità, il che rende comunque pericoloso l'innesto.
"Purtroppo gli spazi sono ridotti e più di questo non è stato progettualmente possibile fare. Per realizzare una rotatoria migliore sarebbe stato necessario espropriare alcune aree private con relativi lavori edili, con grande aumento dei costi e dei tempi di realizzazione. Provvederemo comunque a realizzare un efficace sistema di segnalazione e di illuminazione dell'incrocio". Nei giorni prossimi il semaforo attualmente lampeggiante verrà rimosso e si procederà con la realizzazione del nuovo segnalamento dell'incrocio.

10/31/2012

La lezione da trarre dal risultato siciliano

121029elezioni siciliadi Gianluigi Pegolo
I risultati delle elezioni siciliane sono ormai chiari e non mancano i commenti. Anziché soffermarsi su ulteriori elaborazioni dei dati a disposizione, e in attesa di eventuali analisi dei flussi che potrebbero mettere in evidenza dinamiche al momento non evidenti, conviene ora approfondire le implicazioni del voto sul piano generale e per ciò che attiene, nello specifico, alle forze di sinistra.
Partiamo dal risultato generale. Esso mette in luce, da un lato, una crisi senza precedenti nel rapporto fra cittadini e politica (testimoniato dalla grande crescita della già elevata astensione) con una forte spinta verso posizioni di contestazione radicale dei partiti (ben espressa dal grande consenso ottenuto dal Movimento 5 stelle).
Questo terremoto politico fa saltare la governabilità e il bipolarismo. La vittoria di Crocetta non garantisce un quadro politico stabile e la formazione della maggioranza implicherà, con tutta probabilità, un accordo con altre forze moderate, probabilmente con gli eredi di Lombardo. La vittoria della coalizione PD-UDC, inoltre,  è il prodotto più della rottura del centro destra che di una crescita dei consensi elettorali. Quello che si è verificato è stato, infatti, la tenuta in peso percentuale di PD e UDC, in ragione di un calo di voti  inferiore  a quello del  PDL, che invece subisce un vero e proprio crollo. A sinistra il risultato decisamente negativo è sia conseguenza dello tsunami dell’antipolitica (si guardino i risultati di Palermo e li si confronti con quelli delle recenti comunali), sia di evidenti errori (dalla presentazione di due liste, anziché di una sola, al cambiamento in corsa del candidato presidente). Non è credibile, invece, imputare a queste forze l’errore del mancato apparentamento con il PD, a meno di non ritenere praticabile un accordo con forze - come l’UDC o, domani, gli uomini di Lombardo - che sono stati diretti responsabili del malgoverno della regione.
Questi risultati sono destinati a impattare sul quadro politico nazionale. La prima conseguenza è il rafforzamento della linea bersaniana dell’alleanza del centro-sinistra con il centro moderato e, simmetricamente, l’accrescersi delle difficoltà di quanti a sinistra puntano sul rapporto con il PD in vista delle prossime elezioni politiche (in primis SEL). Il pressing sul gruppo dirigente del PD a liberarsi definitivamente dal condizionamento della sinistra è  in queste ore evidente e proviene sia dal centro che da settori interni al PD. Sull’altro fronte, e cioè il centro-destra, il quadro si fa molto complicato. L’ipotesi di costituzione di un largo schieramento dal centro alla destra, cui puntava Alfano, imperniato sulla continuità dell’esperienza Monti e sulla rimozione dell’ingombrante presenza di Berlusconi, incontra oggi crescenti difficoltà derivanti sia dal pesante insuccesso del Pdl, che dal successo simmetrico dell’alleanza PD-UDC, che infine dalle incursioni dello stesso Berlusconi, sempre attratto dalla prospettiva di ricostruire il centro-destra su un profilo fortemente populista, intercettando parte della protesta antipartito sempre più dilagante.
Di fronte a questo scenario che delinea una prospettiva possibile (anche se non del tutto certa), le forze di sinistra e quelle che con più determinazione hanno assunto una posizione di opposizione rispetto al governo Monti sono poste di fronte a interrogativi cruciali circa i contenuti della loro azione politica e le scelte di schieramento, interrogativi che riguardano i prossimi passaggi politici (le elezioni politiche), ma che si proiettano anche su un più lungo futuro e che rimandano alla  costruzione di un profilo credibile. A tale riguardo, alcune considerazioni possono essere fatte. E’ per esempio evidente che l’asse PD-UDC si fonda sull’assunzione dell’”austerità” come principio ispiratore delle scelte di politica economia (in ciò in continuità con Monti), semmai parzialmente moderata da una maggiore attenzione ai processi redistributivi. Questa linea può incontrare i favori di settori del padronato preoccupati da un eccessivo calo dei consumi interni, ma presuppone comunque il rispetto degli orientamenti dettati dalla UE e, quindi, dà per scontata una forte riduzione della spesa pubblica e l’alienazione di quote consistenti del patrimonio pubblico. La segreta speranza sta nella ripresa della crescita, ma si tratta di una speranza oggi priva di basi concrete e minata in partenza dall’approccio rigorista. La sinistra non può appoggiare questa impostazione. Essa, semmai, deve porsi il problema di farsi portavoce di un punto di vista alternativo ed erodere il parziale consenso che il “rigorismo moderato” ancora incontra. Ciò implica sia un progetto di governo del paese conseguente, che un ruolo “attivo” nella costruzione dell’opposizione sociale, cosa diversa dal semplice appoggio alle iniziative di lotta in corso. Questo ruolo deve accompagnarsi a una proposta politica che poggi sulla costruzione di una aggregazione di forze forte programmaticamente e molto inclusiva sul piano delle relazioni sociali e politiche. Una aggregazione che si esprima elettoralmente con una lista (evitando gli errori di divisione commessi in Sicilia) che faccia dell’uscita dal "montismo" la propria carta d’identita’. Proposte avanzate in questi giorni, come quella di De Magistris, vanno in questa direzione e per questo vanno attentamente considerate.  Quanto al perimetro di una simile aggregazione, occorre mettere insieme uno schieramento che vada da Alba all’Idv, dalla FdS alle realtà sindacali e di movimento che condividono questa impostazione. Questa proposta è ad oggi l’unica possibile per dare una risposta positiva al crescente disagio sociale, evitare lo smottamento inarrestabile verso il centro, contrastare le sirene dell’antipolitica  e offrire ai lavoratori e alle masse popolari una prospettiva di uscita da sinistra dalla crisi.

10/28/2012

IL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA FA SCUOLA, PERCHE’ UN’ALTRA POLITICA E’ POSSIBILE

Chissà che la gente non abbia davvero ragione quando dice che i comunisti sono ormai in antitesi con i tempi attuali, che sono degli estremisti minoritari di una politica che ormai guarda oltre i meri ideali, che le alleanze elettorali vanno fatte in base ai numeri e non ai programmi. Già, perché in un panorama politico di corrotti e corruttori ostici a mollare la poltrona, di corsa alle primarie tra gite in camper e occupazioni continue di salotti televisivi, di predicatori da strapazzo in stile nazional-popolare e in un clima di “tantosietetuttiuguali”, c’è un Partito che prova a fare politica e la fa tornando a scuola.
La federazione Castelli-Litoranea-Colleferro del Partito della Rifondazione Comunista ha organizzato un seminario di formazione sulla crisi economica e sulla crisi politica, che si terrà presso il Castello Colonna di Genazzano nei giorni 2, 3 e 4 novembre. La cosa più strabiliante è stato vedere l’entusiasmo e la disponibilità con cui i partecipanti hanno accettato la proposta di sacrificare un week end di ponte per accrescere la loro cultura socio-politiche e le loro competenze nel comprendere la modernità. Stesso discorso vale per gli illustri relatori che metteranno a disposizione GRATUITAMENTE il loro know-how e il loro prezioso tempo; saranno presenti il sociologo ed economista Dott. Domenico Moro, il prof. Raul Mordenti, docente universitario e il direttore di “Liberazione” Dott. Dino Greco.
Il seminario analizzerà le cause e le origini della crisi economica, proverà a cercare soluzioni alternative alle politiche proposte della liberaldemocrazia e del liberalsocialismo che si sono rivelate inutili e fallimentari, ribadirà le ragioni della morte del capitalismo e della logica del profitto applicata sulla natura e sugli esseri umani utilizzati come “combustibili”. Si parlerà dei “proprietari universali” e delle oligarchie monetarie, delle loro lobbies della politica imposta dagli imperi finanziari e bancari.
Verranno inoltre trattati temi che spazieranno dalla nuova classe politica, al populismo, al divario sempre più evidente tra eletto ed elettore e della necessità della costruzione di una nuova coscienza di classe tra i lavoratori.
A fine corso non verrà rilasciato nessun attestato, nessun titolo preferenziale per accedere a concorsi in enti pubblici o privati; solo conoscenza, condivisione e competenza. In fondo qualcuno prima di noi, che ha solcato il tragitto della nostra orgogliosa storia diceva: Istruitevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra forza” (A. Gramsci)
Simona Biffignandi
Resp. Comunicazione PRC Fed. Castelli

Il PRC manifesta contro il Governo a Roma? No solo shopping.!

Dal TG Rai 1 delle 20,00 del 27\10\2012.
Non essendoci stata la devastazione della città da parte dei Black Block nel corso della manifestazione No Monti Day in cui si esprimeva la protesto contro le politiche del governo Monti, a Roma non è successo nulla.
Quello che vedete nella foto sotto è la normale folla del sabato sera che passeggia durante lo shopping.
( ministero della disinformazione)

10/25/2012


27 OTTOBRE  
NO MONTI DAY
 L'appuntamento della Federazione Castelli-Litoranea- Colleferro è alle 14:00 davanti il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo  (P.zza dei Cinquecento). 

Attenderemo le compagne e i compagni e partiremo insieme dietro lo striscione della nostra federazione. 

Contatti: Marco Bizzoni 392.4989246
               Simona Biffignandi 347.6219874

PRC "Castelli", avvio della campagna referendaria sul lavoro.

Con il Comitato Politico Federale, che si terrà Venerdì 26 ottobre alle ore 19:00 presso la sede PRC di Lanuvio, Il Partito della Rifondazione Comunista della provincia di Roma federazione “Castelli, Colleferro, Litoranea”, avvierà ufficialmente la campagna referendaria sulle politiche del lavoro espresse dai governi Berlusconi e Monti.

Dopo le recenti manomissioni in tema del lavoro operate nel finale del governo Berlusconi e portate avanti dal governo Monti con la complicità del PD, PdL e UdC, al PRC, che si opponeva a questi provvedimenti, non è restato che cercare di riconsegnare ai lavoratori, ai disoccupati, ai pensionati la propria sovranità di decisione su quei temi in quanto cittadini.
In questo ultimo anno con la scusa della crisi i padroni hanno ben pensato di dare un duro colpo ai diritti dei lavoratori, così il Parlamento ha approvato provvedimenti che con la crisi, il suo peggioramento o la sua soluzione, non c'entrano nulla. Infatti con l’art. 8 dell'ultima manovra del governo Berlusconi si è stabilita la possibilità di derogare dall'applicazione del contratto nazionale di lavoro. Monti invece ha operato per cancellare sostanzialmente le tutele previste dall'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori in caso di licenziamento ILLEGGITTIMO ed ha peggiorato le condizioni di accesso alla pensione, costringendo migliaia di lavoratori a restare attivi sebbene avessero maturato i requisiti per il pensionamento e in questo modo creando anche quel “capolavoro” che è stato il fenomeno dei lavoratori esodati. Lavoratori cioè fuori dal lavoro ma senza più i requisiti per ottenere la pensione.
Di tutto questo ne discuteremo venerdì a seguito della relazione del segretario della federazione Danilo Marra che aprirà i lavori del CPF, mentre le conclusioni del dibattito saranno svolte dal compagno Marco Gelmini, Segreteria Nazionale del PRC.
Il CPF sarà anche l'occasione per discutere della più ampia opposizione del PRC alle politiche portate avanti dal governo Monti e della partecipazione alla manifestazione “NO Monti Day” che si terrà a Roma sabato 27 con appuntamento alle 14,30 in piazza della Repubblica.
Marco Bizzoni
Segreteria PRC “Castelli, Colleferro, Litoranea”

10/24/2012

Lazio, votare presto per realizzare politiche di sostegno al lavoro e diritto al reddito.

A quasi un mese dalla chiusura della consiliatura regionale, a causa delle dimissioni forzate della Presidente, non è ancora stato fatto nulla e si è ancora nell'incertezza sulla data delle elezioni. Questa situazione non fa certo bene alla democrazia, nè ai lavoratori che stanno aspettando dalla Regione risposte ed impegni che solo un governo in carica può dare, ma da cui dipendono redditi, dignità, futuro di molte famiglie e di molti cittadini del Lazio.
La richiesta delle elezioni nel più breve tempo possibile che, come Partito della Rifondazione Comunista insieme a tutta la vecchia opposizione, avanziamo, non è quindi la voglia di “vincere facile” come recentemente ha affermato un'esponente della vecchia e squalificata maggioranza. Ma è la piena consapevolezza dei guasti che l'assenza di governo produce nella vita quotidiana dei cittadini del Lazio. Noi non crediamo che le elezioni siano un gioco in cui si vince o si perde, come sembra abbiano insegnato gli ultimi venti anni di maggioritario e di Berlusconismo. Noi crediamo che le elezioni siano un momento in cui i cittadini possano esprimere totalmente il loro protagonismo politico scegliendo idee, persone e programmi. In questo contesto quella che dovrebbe vincere è la collettività, perchè comunque maggioranza ed opposizione risultanti dalle elezioni dovrebbero collaborare o scontrarsi per realizzare il meglio per i cittadini rappresentati.
Tuttavia a volte anche nelle istituzioni, piuttosto che consentire ad altri di andare avanti dopo che si è fallito, si prefererisce come fanno i bambini, portarsi a casa il pallone ed impedire a tutti di riprendere l'attività. Questo è ciò che sta facendo la Presidente della regione Lazio in questo momento. Ma quest'atteggiamento irresponsabile, attento solo alle esigenze personali di visibilità e di carriera politica nazionale della Presidente, ha un costo sociale elevatissimo che verrà pagato purtroppo dai lavoratori ed dalle lavoratrici.
Pensiamo infatti quali saranno gli esiti in questo periodo di crisi, aggravata dalla politica di austerità e tagli del governo Monti, dell'assenza di una politica del lavoro regionale su cui basare una crescita delle opportunità lavorative e di reddito. Senza un governo in carica non è possibile progettare e portare avanti politiche del lavoro in grado di dare respiro a chi ogni giorno si sente sul limite del baratro economico. Senza un governo in carica non è possibile operare per cercare di costruire opportunità, per recuperare quella forza lavoro che è talmente sfiduciata da non cercare nemmeno più lavoro. Senza governo non si possono elaborare strategie in grado di ridare speranza ad una generazione di giovani, che pensano che la parola lavoro sia un'espressione mitologica. Una generazione i cui esponenti più “fortunati” hanno si un lavoro ma sempre declinato con espressioni che ne limitano e peggiorano il significato (lavoro in affitto, lavoro precario, lavoro a chiamata, stage, lavoro nero). Il PRC chiede di andare alle elezioni perchè vuole proporre una politica che si contrapponga a quella portata avanti sino a questo momento, la quale purchè si generasse lavoro accettava la privatizzazione dei profitti e la socializzazione dei costi. I risultati di quella politica sono visibili attraverso l'avvelenamento di Colleferro e della Valle del Sacco, la devastazione edilizia dei Castelli Romani e del litorale, la progressiva deindustrializzazione di intere aree produttive del territorio laziale, lasciate trasformare in zone improduttive ma adatte alla speculazione edilizia.
Come Rifondazione proponiamo che la Regione Lazio costruisca un proprio piano per il lavoro che, utilizzando anche i fondi europei, incentivi una politica del lavoro che abbia al suo centro le esigenze del cittadino lavoratore. Una politica del lavoro che, come nelle più moderne società europee, garantisca reddito alle lavoratrici ed ai lavoratori sottraendoli al ricatto ed allo sfruttamento. Una politica del lavoro che, al contrario di quanto avviene oggi, con la ricerca verso il più basso costo del lavoro, supporti e sostenga quelle aziende che si pongono di fronte alla sfida del mercato globale nell'ottica di una competizione incentrata sull'innovazione produttiva e nella ricerca della qualità. Una politica che tra le sue priorità abbia la tutela delle tipicità produttive e del territorio. La necessità della costruzione di una politica del lavoro è solo uno dei motivi per cui Rifondazione Comunista ritene che si debba poter andare al voto nel più breve tempo possibile. I lavoratori e le lavoratrici devono, al più presto, poter scegliere i propri rappresentanti, ed un governo in grado portare avanti un progetto che assicurari il benessere delle comunità del Lazio.
Marco Bizzoni
Segreteria PRC “Castelli, Colleferro, Litoranea”

10/22/2012

Lanuvio, CPF referendum

 A TUTTI I COMPONENTI IL CPF
A TUTTI I COMPONENTI LA CFG
A TUTTI GLI AMMINISTRATORI
A TUTTI I SEGRETARI/E DI CIRCOLO


E' CONVOCATO IL CPF PER IL GIORNO 26 OTTOBRE 2012 ALLE ORE 19,00 PRESSO IL CIRCOLO DI LANUVIO SU SEGUENTE O.D.G.

1) IL PRC E I REFERENDUM:
2) VARIE ED EVENTUALI.


ALLA RIUNIONE PARTECIPERA' MARCO GELMINI RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DELLA SEGRETERIA NAZIONALE.

IL SEGRETARIO
DANILO MARRA

Albano, il PRC alla manifestazione no inc del 20-10-12



10/18/2012

La lotta Paga!

Il Partito della Rifondazione Comunista di Lanuvio e Campoleone accoglie con piacere il comunicato stampa redatto dalle organizzazioni sindacali e l’azienda dolciaria Montebovi il 18 ottobre, che prevede il ritiro delle ferie forzate per i 22 lavoratori che avevano ricevuto le lettere e un tavolo di trattativa a partire dal 19 ottobre per trattare con l’azienda come regolare i cicli di cassa integrazione ordinaria per tutti e 90 i dipendenti dello stabilimento di Lanuvio.
La lotta dei lavoratori è iniziata il 15 ottobre, giorno in cui è stato indetto sciopero generale delle maestranze e presidio davanti alla fabbrica in Via Nettunense per manifestare il loro dissenso rispetto alle scelte della società.
Dall’ inizio del mese i lavoratori si sono trovati improvvisamente in una situazione difficilissima, con parte dello stabilimento affittato a una nuova società e 22 dipendenti messi in ferie forzate in attesa di ulteriori evoluzioni.
Dopo l’opposizione da parte dei lavoratori e la richiesta di un tavolo di trattativa la situazione non sembrava risolversi in maniera equa, visto che la Montebovi non intendeva ripensare l’affitto del ramo d’azienda e pensava a una cassa integrazione solo per i lavoratori che erano stati messi in ferie forzate.
Noi pensiamo che questo sia solo l’ennesimo caso di padroni che agiscono solo in base alla LOGICA DEL PROFITTO, passando sopra a vite, famiglie e comunità, per questo ci siamo schierati da subito al fianco dei lavoratori non solo a parole ma anche con i fatti mettendo a disposizione, se lo lotta fosse proseguita, le nostre forze, le nostre strutture e i nostri mezzi di comunicazione.
Ribadiamo la nostra soddisfazione in merito all’accordo e notiamo con piacere che l’unità e la solidarietà tra lavoratori rimane sempre lo strumento più efficace per combattere i padroni e lo loro logiche capitalistiche, ma, qualora la trattativa risaltasse di nuovo siamo pronti a schierarci al fianco dei dipendenti e a proseguire con loro la mobilitazione.

Segretario della Rifondazione Comunista
di Lanuvio e Campoleone
Fabio Pesoli

Il PRC sostiene la lotta dei lavoratori della Montebovi

Il Partito della Rifondazione Comunista di Lanuvio e Campoleone appoggia la lotta dei 90 lavoratori della Montebovi che dal 15 ottobre manifestano il loro dissenso rispetto alle scelte della società, presidiando l’ingresso della fabbrica.
Dall’ inizio del mese i lavoratori si sono trovati improvvisamente in una situazione difficilissima, con parte dello stabilimento affittato a una nuova società e 22 dipendenti messi in ferie forzate in attesa di ulteriori evoluzioni.
Dopo l’opposizione da parte dei lavoratori e la richiesta di un tavolo di trattativa la situazione non si è risolta, visto che la Montebovi non intende ripensare l’affitto del ramo d’azienda e pensa a una cassa integrazione solo per i lavoratori che sono stati messi in ferie forzate.
Lo sciopero continuerà sino a venerdì e fino a quel momento sono previsti dei tavoli di trattativa con azienda e sindacati.
Noi pensiamo che questo sia solo l’ennesimo caso di padroni che agiscono solo in base alla LOGICA DEL PROFITTO, passando sopra a vite, famiglie e comunità, per questo ci schieriamo al fianco dei lavoratori non solo a parole ma anche con i fatti mettendo a disposizione le nostre forze, le nostre strutture e i nostri mezzi di comunicazione.

Il Segretario
Fabio Pesoli


10/17/2012

Contro l'inceneritore di Albano

La Federazione Castelli del Partito della Rifondazione Comunista parteciperà, come sempre, alla manifestazione contro la realizzazione dell’inceneritore dei Castelli del 20 ottobre.
La nostra presenza, doverosa per senso civico e, peraltro, in linea con la linea politica del Partito sullo smaltimento dei rifiuti, vuole anche significare che nel Lazio e nel Paese in generale non c’è solo cattiva politica, ma anche forze come la nostra, che stanno al fianco dei cittadini, vessati da un governo che gli sta letteralmente succhiando il sangue e, come se non bastasse, li costringe a subire decisioni calate dall’alto, come quella dell’inceneritore, sempre e solo a favore dei poteri forti e amici.
Rifondazione Comunista auspica, invece, la gestione ecocompatibile dei rifiuti, che non declassi i territori a pure pattumiere.

17/10/2012
Il responsabile Movimenti
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione Castelli 
Roberto Macrì

Per il diritto allo studio

Sono sempre più numerose le famiglie,nella nostra regione, che si rivolgo alla legge, per veder rispettato il diritto di frequenza scolastica dei loro figli con disabilità, tramite ricorso al T:A:R:
La situazione si è fatta emergenziale soprattutto in seguito ai tagli feroci e indiscriminati della regione Lazio in materia di sociale
In un quadro di politiche del rigore e della sobrietà, a farne le spese sono i cittadini più deboli, quelle categorie svantaggiate che necessitano sostegno, ma sono considerate solo costi per le amministrazioni,viste come pesi da governanti cIechi e incapaci.
Gli ultimi scandali alla regione Lazio hanno messo in risalto le contraddizioni di una amministrazione senza regole e senza freni e questa assurda catena di tagli, oggi appare di più come illogica, ingiusta e soprattutto immotivata. Il nostro partito da anni scende in piazza al fianco di associazioni, comitati,forum di operatori per denunciare l’abbandono istituzionale , ma a rimbalzare sulle testate giornalistiche ha avuto la meglio lo sperpero di denaro di pochi, che a danno della comunità hanno determinato l’emergenza che è sotto gli occhi di tutti.
I tagli del governo, a cascata hanno indotto la messa a rischio perfino il diritto di accesso alla scuola degli alunni H, le scuole non sono più in grado di accogliere con sufficienti figure questi ragazzi ,e la regione Lazio ha dato l’ultimo affondo, sottraendo fondi per la non autosufficienza, mettendo in crisi anche i centri di riabilitazione che si sono visti costretti ad interrompere le terapie riabilitative, erogate tramite convenzione.
Si ingigantisce a dismisura il numero di ricorsi al T:A:R: del Lazio con moltissimi precedenti di vittoria per i ricorrenti,, ai quali si accorda l’aumento delle ore di sostegno per gli alunni H, riconoscendo loro il diritto all’integrazione scolastica, cosi’ come sancito anche dalla legge 104/92, vittorie che la dicono lunga sulla legittimità delle famiglie e sulla inadeguatezza della gestione dei servizi ma soprattutto dimostrano che le misure economiche restrittive sono inique.
Crediamo che uno stato, che mette i suoi cittadini più deboli in condizioni di difendersi a colpi di legge, non puo’ essere considerato uno stato civile e funzionale. Inoltre l’incremento al fenomeno del ricorso legale, rischia di generare un ulteriore spaccatura sociale, ponendo i soggetti più agiati che hanno la possibilità di affrontare tale spesa, in cima alla scala del diritto ed emarginando quelli che sono impossibilitati , possiamo parlare quindi di selezione sociale del diritto.
Per questo chiediamo di andare subito al voto in una regione che ha mostrato solo una pessima gestione, noi ci proporremo per le prossime elezioni, forti di un curriculum di coerenza, onestà e capacità di proposta. Le esperienze, la conoscenza,le iniziative che faticosamente abbiamo messo in campo, sono il nostro più prezioso patrimonio.

Rifondazione comunista
Gruppo regionale
Resp. politiche sociali Barbara Tamanti