circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

8/14/2013

Bevilaqua (PRC), La gestione Acea fa acqua da tutte le parti

In un'era di disinformazione inversamente proporzionale alla possibilità di accedere in tempo reale alle notizie si sta diffondendo la convinzione, erronea, che la contrarietà di Rifondazione comunista alle gestioni private sia di carattere ideologico. Tradotto sarebbe "voi vecchi comunisti, che non esistete più, siete settati nel '900 e quindi, non accorgendovi che il tempo è cambiato, siete ancora fideisticamente innamorati di una forma di gestione pubblica, ormai inefficiente che ha fatto il su corso".
Il caso della gestione idrica secondo noi è emblematico: quando si passò alla gestione privata ci dissero, e se ne convinse una larghissima fetta di società, anche quella che oggi vanta di aver finalmente calcato le scene della politica, che il gestore privato avrebbe risolto quella mole di problemi legati al ciclo dell'acqua che le amministrazioni locali, a causa dei tagli, non potevano più risolvere, cioè ci avrebbe rifatto condotte idriche, fognature, depuratori ecc.
Ebbene, a diversi anni dal passaggio al gestore privato, non ci sembra che la situazione sia migliorata: mentre in diverse zone dei castelli continua a mancare l'acqua, in alcuni territori l'acqua non rispetta i parametri minimi di legge per la quantità di arsenico contenuto. Quindi la tanto decantata efficienza che il gestore privato avrebbe garantito dov'è?
Rifondazione comunista rimane convinta, esempi di mala gestione privata alla mano, che la gestione pubblica e, dove non più possibile, a causa di scelte scellerate figlie di un'ideologia davvero superata e smentita dai fatti, cioè quella della terza via di un capitalismo dal volto buono, di un serrato, accorto e puntuale controllo di gestione al fine di avere quantomeno garantiti i rispetti dei termini contrattuali, sia l'unica strategia per garantire non solo i servizi, ma anche l'accesso reale ai beni comuni.
Che fare oggi? lavorare con quella parte della società civile, costituita in comitati, che ha saputo mantenere attenta l'attenzione e ha saputo garantire, dal basso, un controllo di gestione veramente accorto.
Accanto a questo è necessario secondo noi mettere in campo una forma di gestione alternativa a quella oggi praticata da Acea, capace di garantire a tutti, nel rispetto dell'esito referendario, l'accesso alla risorsa idrica che non è un bene da cui trarre profitto. Bisogna disegnare per l'acqua, così come per la gestione dei rifiuti, un quadro di cooperazione tra i territori, che sia a carattere pubblico, un progetto tutto da scrivere ancora, ma non più rinviabile che permetta di superare ai castelli il campanilismo ma anche la concezione, ormai davvero superata, della necessità di cedere al privato qualsiasi bene o servizio perchè ne garantisce l'efficienza.
Questa linea dal basso si rende necessaria visti i tagli e le restrizioni agli enti locali voluti dai governi Letta e Monti e non osteggiati da un'opposizione capace di limitare i danni di una politica neo-liberista che riduce tutto a profitto e merce.
Per questo Rifondazione comunista è attenta, in tutti i territori in cui è presente, a operare e a spingere per far operare il controllo di gestione dei servizi affidati mentre elabora una forma alternativa di gestione capace di coniugare la gestione pubblica a una più ampia e informata partecipazione dei cittadini e capace soprattutto di indicare un'alternativa praticabile a chi sostiene che solo un privato efficiente, visti i tagli alle amministrazioni locali, è in grado di garantire servizi e accesso ai beni.
Ci chiedono se ancora esistiamo, ci chiedono se siamo ancora utili, ebbene, finchè da una parte ci sarà chi si è innamorato di una politica neo-liberista, disumana e suddita dei dettami di un'Europa dei mercati e dall'altra un'opposizione di facciata che non sa o non vuole incidere nella politica perchè convinta del tanto peggio tanto meglio, noi ci saremo e continueremo a batterci per una gestione pubblica o quantomeno controllata da una partecipazione reale e informata!

Marta Elisa Bevilacqua
dip. Enti locali
Partito della Rifondazione comunista Federazione Castelli-litoranea-Colleferro

8/12/2013

Acea taglia gli investimenti, ai Castelli Romani è emergenza idrica.



Nell’incontro tra Sindaci e Acea del 9 agosto è andato in scena il vecchio copione: sindaci che protestano e gestore che promette. Ma il tempo delle farse è finito. I soldi per risolvere le crisi idriche, ambientali e sanitarie legate all’acqua ci sono, ma il gestore preferisce non spenderli.

 Il 13 marzo 2013 il responsabile dei rapporti tra amministrazioni locali e Acea, l’ingegnere Piotti, dirigente della STO, ha scritto a tutti i Sindaci e al presidente Zingaretti (cfr lettera allegata), informandoli del mancato rispetto da parte del gestore dei propri impegni: Acea avrebbe dovuto, infatti, eseguire le delibere votate dalla conferenza dei Sindaci, che prevedevano un investimento per il 2012 di  202 mln € e per il 2013 di 189mln €, per un totale di 391 mln di €. Rispetto a questo stanziamento Acea ha effettuato un’autoriduzione, non concordata con gli Enti locali, pari a circa 150mln € (62 mln € per 2012 e 79 per 2013).

Nella delibera numero 7/12, approvata dai sindaci il 17 aprile 2012, era stato deciso il piano degli investimenti. Attenzione alle cifre, perché è nei dettagli che si nasconde il diavolo:

-       Per il 2012 sono previsti 202,03 milioni di investimento; grazie ad una delibera che non ha completamente rispettato il referendum (come denunciato dal comitato acqua pubblica lo scorso anno), viene ancora applicato il 7% di remunerazione del capitale investito alla cifra deliberata fino al 2012, pari a 152,03 milioni; con la delibera 7/12 sono stati stanziati ulteriori 50 milioni di euro (sempre pagati dai cittadini, attraverso le bollette): su questa cifra – essendo stata deliberata dopo il referendum – Acea non potrà incassare il 7% di remunerazione. E’ forse un caso, ma il gestore decide – unilateralmente – di non investire 62 milioni di euro: forse questa cifra include quella parte di investimento senza remunerazione?

-       Per il 2013 l’investimento previsto era di 189,27 euro; anche in questo caso la cifra comprende l’aumento di 50 milioni di euro rispetto agli accordi precedenti (che impegnavano Acea ad investire 139,27 milioni di euro), senza remunerazione. Come detto prima, Acea riduce di 79 milioni l’investimento per l’anno in corso. Anche in questo caso la parte d’investimento non realizzato comprende la cifra non remunerata, e quindi non “conveniente” per Acea?

Questo sono alcune domande che i Sindaci dovrebbero porre ad Acea. Non solo. La scelta del gestore dovrebbe essere immediatamente contestata dagli uffici legali delle amministrazioni.

Acea ha sostenuto che questa riduzione deriva tra l’altro da: “Incertezza del quadro normativo e del contesto economico-finanziario (…) infatti per effetto dell’emanazione del DPR 116\2011, che, a seguito dell’esito della consultazione referendaria, ha espunto il riferimento all’adeguatezza della remunerazione di capitale investito” cioè, tradotto in parole povere, il gestore vuole dire: “siccome non so se continuerò a guadagnare tanto quanto oggi intanto sospendo una parte degli investimenti”.

Cari cittadini ecco come Acea si è tutelata dall’esito del referendum. La conseguenza diretta di questi tagli decisi dal gestore è la drammatica e ormai cronica “emergenza” idrica che attanaglia il nostro territorio. Eppure Acea, dal 2003 al 2011, ha già incassato circa 590 milioni di euro per la remunerazione di capitale investito: non basta per soddisfare i soci privati? Vale più il profitto che il diretto all’acqua?

Non si capisce in questo contesto l’atteggiamento dei Sindaci castellani che continuano a organizzare incontri col gestore in cui elencano problemi ormai noti e in cui escono contenti per aver ottenuto il rinnovo annuale delle promesse di Acea. Avrebbero potuto fare molto altro: era in loro potere, ad esempio, imporre al gestore di portare tempestivamente le autobotti alle zone colpite dal razionamento idrico, come previsto nel regolamento di utenza. Per sopperire alle omissioni del gestore, invece, hanno caricato sulle spalle della sola Protezione Civile questa incombenza, sottraendo le loro forze a altre problematiche. Si dovevano presentare al tavolo della trattativa dopo aver attentamente studiato quelle stesse delibere che hanno votato, chiedendo conto con fermezza della irresponsabile riduzione degli investimenti.

Il rischio che corre questo territorio, in cui Acea fa esattamente solo ciò che vuole fare mentre i sindaci stanno a guardare, scaricando sulla popolazione la propria inefficienza, è che allo scadere della convenzione trentennale il territorio castellano si ritroverà una situazione idrica peggiore di quella che consegnò al gestore. Allora si disse che grazie all’intervento del privato i problemi dell’acqua sarebbero stati definitivamente risolti. È chiaro a tutti che non è andata così.

Basta con le promesse a breve, medio e lungo periodo, la popolazione vuole oggi la soluzione immediata del problema. Come due anni fa abbiamo detto in massa, col referendum, che il privato deve uscire dalla gestione dell’acqua, torniamo tutti a dire che l’acqua è un bene comune.

Di fonte a questa situazione chiediamo alle amministrazioni comunali di avviare immediatamente una vertenza con Acea, chiedendo:

A)    i fondi per risolvere l’emergenza idrica ci sono e li abbiamo messi noi cittadini: i soldi non investiti (pari a 150 milioni di euro per il biennio 2012 e 2013) vengano resi immediatamente disponibili da Acea per interventi urgenti e non più derogabili finalizzati alla risoluzione della drammatica situazione in cui versa la popolazione castellana e in generale della provincia di Roma. Ricordiamo che oltre alla mancanza dell’acqua il territorio dei Castelli Romani vive un’emergenza qualitativa (Velletri, per esempio, ha ancora 3000 abitanti serviti con un’acqua contenente arsenico oltre i limiti di legge, come si desume dalla relazione presentata alla Commissione europea lo scorso Febbraio) e un rischio ambientale elevato dovuto alla cattiva condizione della depurazione della fognatura.

B)   I 20 milioni di penale che Acea deve pagare in investimenti a costo zero per i cittadini (vedi parametro Mall per il periodo 2006-2011) sono stati spalmati su 6 anni. Questa decisione deve essere rivista, imponendo ad Acea l’immediata erogazione di questa cifra in opere urgenti. Non è possibile continuare a rinviare, anno dopo anno, gli investimenti per risolvere in tempi ragionevoli l’emergenza idrica.

C)  L’Ato, la Regione e i comuni – con la partecipazione dei cittadini – devono avviare subito la redazione di un piano degli acquedotti, mettendo come priorità la conservazione della risorsa, evitando di stressare ulteriormente le fonti del Simbrivio. Questo piano deve partire dal rifacimento delle reti idriche, individuando con precisione le perdite, gli sprechi e le reti obsolete, riducendo drasticamente l’utilizzo dei pozzi locali. Il piano dovrà essere affidato ai tecnici provenienti da strutture pubbliche, non in conflitto di interesse e dovrà essere discusso con la popolazione attraverso un sistema di vera partecipazione alle decisioni.

D)   L’Ato - e quindi i sindaci – deve avviare la revisione immediata della convenzione di gestione, inserendo un sistema sanzionatorio efficace in caso di inadempienze del gestore. Nello stesso tempo, la conferenza dei sindaci deve prevedere la costituzione di un sub-ambito per il bacino dei Castelli romani, aprendo finalmente la strada alla costituzione di un consorzio completamente pubblico.

Il territorio castellano è il teatro in cui stiamo vivendo solo il primo atto di quella che diventerà una vera e propria guerra per l’accesso all’acqua, una risorsa non rinnovabile e essenziale per tutti.

I nostri sindaci, da quale parte della barricata si vogliono porre? Sudditanza a una multinazionale che ha come vocazione il solo profitto o avanguardia dei cittadini che hanno già dimostrato che si scrive acqua ma si legge democrazia?


coordinamento acqua pubblica Castelli romani
http://acquabenecomunecastelliromani.com/

8/07/2013

Acqua: giovedì 8 i Sindaci si incontrano a Lanuvio


(Lanuvio - Appuntamenti) - Giovedì 8 agosto alle 19:30 in piazza Vittime di Brescia a Lanuvio i Sindaci dei Castelli Romani terranno un incontro pubblico sulle criticità nella gestione dell'acqua nell'area dei castelli. Parteciperanno, Nicola Marini, Sindaco di Albano; Emilio Cianfanelli, Sindaco di Ariccia, Milvia Monachesi, Sindaco di Castel Gandolfo, Flavio Gabbarini, Sindaco di Genzano, Luigi Galieti, Sindaco di Lanuvio, Alberto Bertucci, Sindaco di Nemi; Fausto Servadio, Sindaco di Velletri.

castellinews


Il Partito della Rifondazione Comunista parteciperà e invita a partecipare, lavoratori ed i cittadini, all'incontro dei sindaci in piazza a Lanuvio per ribadire tre elementi di fondo:
 1) Acea non sta rispettando i termini del regolamento con cui ha avuto la convenzione del servizio  per i comuni dell'Ato2, cioè Roma e provincia, regolamento che la vincola, tra le altre cose, a fornire acqua in quantità sufficiente. Gli amministratori possono e devono intanto essere più pressanti nel pretendere il rispetto dei termini della convenzione.
2)  è ora di pretendere la ridiscussione del regolamento di utenza oggi troppo sbilanciato in favore del gestore. 
3) finchè Acea avrà il monopolio della gestione, essendo una SPA cioè un soggetto di diritto privato,  manterrà l'atteggiamento traconte che sta mostrando in questi giorni, disinteresse per le perdite segnalate e irrresponsabilità nella soluzione delle crisi idriche.  E' ora di cominciare a discutere di una gestione consortile, perchè oggi c'è una convenzione capestro, ma quando scadrà se non c'è un'alternativa non cambierà nulla. 

Bilancio conclusivo, festa della SINISTRA, Albano Laziale


8/06/2013

Sottoscrivi per Liberazione

Cari compagni, care compagne,

vogliamo sperare che gli sforzi – credeteci, davvero grandi – che un pugno di giornalisti comunisti sta facendo per tenere in vita Liberazione online siano percepiti come utili e importanti in una fase tanto difficile. Noi ce la mettiamo tutta, persuasi che ciò che abbiamo da dire serva più che mai in un mondo dell’informazione quasi interamente asservito ai poteri dominanti. E, soprattutto, mentre molti vorrebbero costringere i comunisti ad una resa senza condizioni: un colpo finale verso l’omologazione al pensiero unico che ancora è egemone malgrado la profondissima crisi di sistema che travolge vite, popoli, assetti democratici, costituzioni. Noi, come voi, non siamo affatto rassegnati a questo epilogo e proviamo a risalire la corrente, con la passione e con uno sforzo della volontà che prova a sormontare difficoltà che spesso paiono insuperabili.
Da gennaio lavoriamo in condizioni difficilissime perché non c’è il becco di un quattrino e perché i residui, modestissimi fondi della legge sull’editoria arriveranno alla fine del 2014. E tuttavia, malgrado questo impegno che non risparmia energie, ogni giorno rischia di essere l’ultimo. Gli abbonamenti, che pure crescono con discreto ritmo, sono molto al di sotto del minimo necessario e le spese, pur ridotte ai minimi termini, pesano come macigni.
Vi chiediamo di aiutarci:chiediamo a ciascuno di voi di sottoscrivere subito, ma proprio subito, 10 euro in favore di Liberazione affinchè possa proseguire il suo cammino, il nostro cammino.
Ci contiamo
Un abbraccio a tutti
Dino Greco e Romina Velchi
www.liberazione.it/varie-file/sostienici.htm
OPPURE ABBONATI
Per informazioni
www.liberazione.it/abbonati

MODALITA’ DI PAGAMENTO
Conto Corrente postale n. 93966000
Conto Corrente Bancario Banca Etica IBAN IT12 F050 1803 2000 0000 0109 182
Con Paypal o Carta di  Credito sul sito www.liberazione.it
I conti correnti sono intestati a M.R.C S.p.A. Viale del Policlinico,131 00161 RomaINDIRIZZO E-MAIL amministrazione@liberazione.it , abbonamenti@liberazione.it

8/03/2013

il CIPE approva la devastante autostrada/bretella a pedaggio. I movimenti rilanciano l'opposizione popolare.

Le devastanti autostrada e bretella a pedaggio sono state deliberate nella seduta CIPE del 2/8/2013.
Da parte nostra, come deciso nella riunione dei Nodi dei Com.ti no corridoio e no bretella, partirà l'opposizione sociale frontale con ogni mezzo a nostra disposizione!
Rilanceremo prima di tutto l'informazione e la partecipazione delle nostre comunità. Tra le altre forme di mobilitazione, organizzeremo una grande manifestazione popolare sotto i luoghi istituzionali responsabili di tale efferatezza.
Ringraziamo per le loro lettere rivolte al Ministro Lupi e al Presidente Zingaretti: i Sindaci di Pomezia, Ardea e Cori, il Presidente del IX Municipio di Roma. Ringraziamo i Gruppi parlamentari del M5S di camera e Senato per i loro interventi emendativi sul "decreto fare". Ringraziamo per aver sottoscritto la lettera rivolta alla Giunta della Regione Lazio: tutti i cittadini, Italia Nostra Castelli Romani, Ebe Giacometti - Vice Presidente Italia Nostra Lazio e consigliere nazionale, Franco Medici - Vice Presidente Italia Nostra Lazio, Gualtiero - Alunni Portavoce Comitato No Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera, Gemma Azuni Consigliere SEL Comune di Roma Capitale, Fabrizio Tomaselli – Segreteria Nazionale Unione Sindacale di Base, Giuseppe Martelli - Presidente USIcons, Comitato 5 Aprile per la sicurezza sul lavoro – Roma, Associazione “La Spinosa per l’ambiente” - Velletri, Consiglio Metropolitano di Roma, Associazione “Viviamo Vitinia”- Roma, CdQ Nuova TorBellaMonaca – Roma, Circolo ARCI " Montefortino 93" Artena – Roma, Coordinamento Salviamo il Paesaggio di Roma e Provincia, C.A.L.M.A. (Coordinamento Associazioni del Lazio per la Mobilità Alternativa), Carteinregola – Roma, Cittadinanzattiva Lazio Onlus, Coordinamento Comitati No PUP – Roma, Cooperativa Agricoltura Nuova, Associazione Picchiorosso, Madri di Roma città aperta, Circoli di Pomezia e Torvaianica - Sinistra Ecologia Libertà, Federazione PRC di Roma, Federazione PRC dei Castelli romani- Colleferro e Litoranea, Federazione PRC di Latina, Circolo PRC di Cori e Giulianello, Circoli PRC di Pomezia, Ardea, Anzio, Circolo PRC di Spinaceto – Roma, Segreteria Reg.le PRC Lazio, Devid Porrello – Consigliere M5S Regione Lazio, Nando Bonessio – Presidente VERDI Regione Lazio, Ivano Peduzzi - ex consigliere regionale PRC/FDS, Giuseppe Mannarà – consigliere M5S IX Municipio Roma Capitale, Sindaco di Pomezia - Fabio Fucci, Vice Sindaco di Pomezia - Elisabetta Serra, Assessori di Pomezia:Veronica Filippone, Emanuela Avesani, Giovanni Mattias, Lorenzo Sbizzera, Consiglieri M5S Pomezia: Giuseppe Raspa (CapoGruppo), Alunno Mancini Stefano, Castelmezzano Nicola, Cecchi Nadia, Mercanti Federica, Mercanti Renzo, Monni Francesca, Monti Mirella, Picca Claudia, Pignalosa Salvatore, Sorrentino Daniela, Stefanutti Francesca, Velli Adriano, Vitiello Dario, Zuccala' Adriano; Paolo Trenta - Consigliere comunale M5S Velletri, Maurizio Spezzano – Consigliere comunale di Labico, Sinistra per Velletri (SEL, PRC e PSI), Stefano Pennacchi - Consigliere comunale Sinistra per Velletri, Roberto Fichera Consigliere Lista Civica per Marino – IX Municipio Roma Capitale.
Siamo sicuri che tutti insieme continueremo l'impegno per la difesa della nostra terra, perché la vera lotta comincia solo adesso.
Governo e Regione Lazio si sono presi la grave responsabilità di
  • non adeguare in sicurezza tutta la Via Pontina, con la sua funerea lista dei 560 morti per incidenti stradali negli ultimi 20 anni e 10 solo nel 2012;
  • non potenziare e migliorare la rete ferroviaria regionale con i suoi treni ridotti a carri bestiame;
  • distruggere ed espropriare decine di aziende agricole soprattutto biologiche (kiwi, vite, ulivi);
  • devastare il parco regionale di Decima-Malafede, la Riserva Statale del Litorale romano, l'ansa del fiume Tevere, il lago di Giulianello, i SIC ( Siti d'Interesse Comunitario), aree archeologiche;
  • impattare pesantemente con quartieri e paesi, determinando l'aumento dell'inquinamento acustico e atmosferico;
  • determinare la chiusura di attività agricole e industriali portandosi con se la contestuale perdita del lavoro per decine di lavoratori;
  • sperperare enormi risorse economiche pubbliche senza apportare alcun beneficio alle comunità locali, imponendogli anche la beffa del pedaggio;
  • asfaltare e cementificare attirando altri mezzi privati su gomma e la terza corsia diventerà come quella del GRA: si continueranno a fare file interminabili;
  • rigettare la nostra proposta di costruire la metropolitana leggera Roma-Pomezia-Ardea, la sola che potrebbe portare alla riduzione dei flussi, dei tempi di percorrenza, dell'inquinamento, dei costi per i pendolari.
Da quanto è successo, dobbiamo dedurre che la Giunta Zingaretti si è allineata e come per le Giunte precedenti, diventa una delle nostre controparti. Tra l'altro non ha rispettato l'impegno preso in campagna elettorale e ribadito negli ultimi incontri di aprire un tavolo di lavoro sulle criticità e le proposte alternative. A conferma, abbiamo avuto l'informazione che alla riunione del CIPE, era presente anche l'Ass.re alle Infrastrutture, Refrigeri. Il silenzio della Giunta Regionale del Lazio equivale ad una ammissione di corresponsabilità e al più bieco politicismo opportunista.
Siamo pronti a fare il ricorso al TAR e alla Corte di Giustizia Europea.
L'ecoresistenza continua e state certi che se partiranno le ruspe, troveranno i nostri corpi a sbarrargli la strada!
Roma, 2 Agosto 2013
Comitato NO Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera
Cell. 3332152909 - Facebook: Comitato No Corridoio
Twitter: @NoCorridoio - you tube: RomaXII
Comitato NO Bretella Cisterna-Valmontone
e.mail: laspinosa@gmail.com - Cell. 3283864047
pag Facebook: Comitato No alla bretella Cisterna-Valmontone