circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

10/19/2010

Manifestazione contro l'inceneritore di Albano

CORTEO CONTRO L'INCENERITORE DI ALBANO

ALBANO LAZIALE - SABATO 23 OTTOBRE 2010


ORE 15:00 PIAZZA MAZZINI


TURBOGAS..... teniamo alta l'attenzione !


Nel marasma di vicende che riguardano Ardea, sembra accantonato il tema della salute. Poca informazione e niente iniziative, avevano già accompagnato la lotta contro la centrale turbogas di Aprilia, che sta sorgendo al confine col territorio ardiese e quindi coinvolge anche i cittadini di Ardea e l'impatto ambientale della zona.
Negli anni della prima mobilitazione, promossa dalla rete cittadina, a sfilare con noi c'era anche il sindaco Eufemi, che si dichiarava contrario alla messa in opera dell'eco-mostro.
Ma mentre per molti la storia è passata nel dimenticatoio, o peggio nella rassegnazione, la rete cittadina, continua a lavorare, monitorare ed informare.
Domenica 19, si è tenuta una assemblea cittadina per informare gli "interessati" e fare il punto della situazione, ospiti il sindaco D'Alessio con l'assessore all'ambiente del comune di Aprlia.
Il presidente della rete cittadina NO TURBOGAS di Aprlia, informa l'assemblea che è stato inoltrato ricorso presso la comunità europea denunciando la scaduta validità delle valutazioni dell'impatto ambientale e pareri tecnici, (dopo 5 anni sono soggetti a revisione), in quanto il ministero di competenza nega la scadenza della validità, ma nel caso in cui la rete avesse ragione, l' indicazione sarà attenersi o ignorare l'invito a ricominciare l'iter, con le conseguenze del caso.
Inoltre le novità inaspettate stanno nel rifiuto di due proprietari dei terreni che dovrebbero essere attraversati da condotte fine alla centrale, il rifiuto dei due cittadini a concedere il passaggio, potrebbe arrestare o meglio ritardare, la messa in funzione della centrale.
Il sindaco di Aprlia ha reso noto il lavoro che l'amministrazione sta facendo, di cui è competente, ovviamente, come per esempio aver incaricato una agenzia ingegneristica sul controllo della esecuzione, dei permessi e della eventuale funzionalità normativa dell'impianto.
Ci chiediamo quale tipo di intervento, partecipazione abbiamo messo noi, in atto come città, che evidentemente è chiamata in causa, vorremmo sollecitare il sindaco Eufemi ad aprire un tavolo di lavoro e politico-amministativo al fianco dell'amministrazione apriliana, promuovendo per esempio iniziative di informazione pubblica come si sta preparando a fare il comune di Anzio per esempio.
Crediamo, come al solito che le voci unitarie di più sindaci dei comuni coinvolti, possa avere un peso e una valenza molto più forte, recarsi presso i tavoli di confronto regionali, o provinciali.
Il nostro partito, in tutte le sue sezioni, è a fianco alla lotta contro la centrale turbogas, perchè crediamo nella possibilità di una energia pulita e nell'impegno politico del rifiuto di impianti sicuramente nocivi per la salute dei cittadini.
Ardea si troverebbe proprio al centro di una sorta di mondo parallelo...tra inceneritore di Albano, gasdotto via mare e centrale turbogas, la salute minata e le proprietà svalutate, buon inizio era moderna!!

PRC circolo Ardea

10/18/2010

Qualcosa è cambiato


di Dino Greco

L'impressione è davvero profonda. Non si vedeva da tempo una partecipazione così grande e, in essa, una così forte consapevolezza, che emanava da ogni spezzone dell'interminabile serpentone che si è snodato per le vie di Roma senza riuscire, in buona parte, a penetrare in una piazza San Giovanni gremita sino all'inverosimile. Vi rimandiamo all'ampia cronaca, nelle pagine interne, che dà conto - a chi non l'avesse vissuta in prima persona o a chi volesse rinnovarne le emozioni - di questa straordinaria giornata di lotta, pacifica e serena: persino irridente l'allarmismo strumentale del ministro degli Interni, campione di pelosa disinformazia, che alla vigilia aveva annunciato possibili infiltrazioni di guastatori. Non è accaduto, con buona pace di quanti si auguravano di poter macchiare quella che si è rivelata una limpida prova di democrazia. Oggi - ha ragione Maurizio Landini - la percezione è che qualcosa è già cambiato. Qualcosa di difficilmente esorcizzabile nell'atmosfera rarefatta del gioco politico che si consuma stancamente nelle manovre di palazzo.

Quando ieri abbiamo titolato la prima di questo giornale con un esplicito "Siamo tutti metalmeccanici" volevamo dire essenzialmente due cose sulle quali non è superfluo tornare. La prima, di immediata comprensione, è che la Fiom rappresenta il punto più alto e organizzato di coagulo dell'opposizione sociale. Non per caso attorno ad essa si è aggregata una moltitudine di soggetti collettivi, di movimenti, diversi fra loro e tutti fortemente connotati per i temi che ne costituiscono tratto identitario e scopo perseguito. La rivendicazione di condizioni di vita, di lavoro, di studio dignitose, di irrinunciabili diritti di cittadinanza si è saldata ad un bisogno di democrazia che non si rassegna all'oscena, caricaturale rappresentazione che di essa offre la politica-politicante. La seconda è che questo concerto articolato di soggettività ritrova (il prefisso "ri" non è casuale) il proprio centro di annodamento nel lavoro, proponendo un racconto lungamente revocato e ancora oscurato dalle forze politiche "riformiste", che credono di potere combattere il governo liberticida e ripristinare la democrazia senza rovesciare rapporti sociali fondati sullo sfruttamento e sull'unilateralità del comando d'impresa; che pensano, in altri termini, si possa sconfiggere Berlusconi e contemporaneamente ammiccare a Marchionne.
Può dunque solo far bene, innanzitutto alla sinistra, rimettere un po' d'ordine nella confusione che regna sovrana e riappropriarsi di alcuni fondamentali strumenti di interpretazione della realtà.
A maggior ragione di fronte alla recidivante refrattarietà del Pd ad ogni lettura che si smarchi dall'ideologia interclassista e dal mercatismo, neppure troppo temperato, che sono la cultura di riferimento di quel partito. A nome del quale, il suo responsabile economico, Stefano Fassina, è riuscito a spiegare la mancata adesione dei Democratici alla manifestazione di ieri con il fatto che ad un partito non competerebbe accodarsi a mobilitazioni promosse da altri, quanto piuttosto dedicarsi ad una sintesi superiore, "nel nome dell'interesse generale". Dunque, un partito che "non prende partito", che "non guarda al tutto dal punto di vista di una parte", che osserva dall'alto ciò che accade e poi si colloca (o, piuttosto, crede di collocarsi) sull'asse medio della curva. Una volta, l'abbiamo già detto in altre circostanze, ma non ci stanchiamo di ripeterlo, era opinione condivisa, almeno a sinistra, che l'interesse dei lavoratori, dei produttori della ricchezza sociale, corrispondesse all'interesse del Paese. Oggi, questa nozione di senso comune è stata travolta e rovesciata nel suo contrario: il dominus è l'impresa, e non ci sono diritti, libertà, ragioni sociali che non possano (debbano) essere sacrificati al dogma della competitività. Ieri, nell'inserto speciale dedicato da Liberazione ai trent'anni che separano la capitolazione del sindacato alla Fiat, nell'ottobre del 1980, dalla situazione odierna, Francesco Garibaldo ha ripercorso, passo dopo passo, il processo regressivo che ha indebolito il potere di coalizione dei lavoratori, immiserito le loro condizioni e - contemporaneamente - sfibrato la democrazia costituzionale.
Oggi, mentre Bonanni prova a togliere ai lavoratori la rappresentanza sociale e il Pd nega loro quella politica, occorre lavorare al difficile ma irrinunciabile obiettivo di ricostruire l'una e l'altra. La Fiom sta ampiamente dimostrando di essere all'altezza del compito e che c'è un pezzo di sindacato vitale e carico di futuro. La sinistra alla sinistra del Pd deve ancora guadagnarsi la stessa credibilità. Ma la strada è segnata e va percorsa, senza tentennamenti, sino in fondo.

su Liberazione (17/10/2010)

10/06/2010

Comitato Politico federale

Sabato 9 ottobre 2010 alle ore 16,30

OdG.

1) congresso FDS;
2) amministrative 2011;
3) alienazione beni;
4) tesseramento;
5) reintegro cpf;
6) varie ed eventuali.

Genzano di Roma, Via Marco Moscato