circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

9/25/2015

Bizzoni PRC\ Mobilitiamoci per difendere la sanità pubblica e il diritto alla salute.

Con il decreto del ministero della salute il governo Renzi taglia i costi della sanità eliminando 208 prestazioni diagnostiche necessarie a sostenere il diritto alla salute dei lavoratori.
il compito della prevenzione delle malattie viene definitivamente abbandonato dallo Stato e demandato alle strutture mediche private, cosi i lavoratori per assicurarsi il diritto alla cura, oltre le tasse, dovranno pagare completamente di tasca loro le prestazioni diagnostiche.
Il prezzo delle scelte del governo sarà quindi pagato interamente dai lavoratori che dovranno scegliere, se possono, di rinunciare a fette del loro reddito per prevenire le malattie o vivere sperando di non ammalarsi mai e rimandando continuamente il momento di esami di controllo. I 13 miliardi che il governo risparmierà sulla pelle dei lavoratori saranno così utilizzati per finanziare l'abolizione delle tasse sulla casa per tutti. In questo modo, i lavoratori, attraverso la rinuncia della tutela della propria salute, finanzieranno il risparmio fiscale sulla casa dei padroni, degli speculatori, dei possidenti, dei multimilionari.
E' ora di dire basta al massacro sociale che da anni stanno operando per mantenere alti i profitti.
Il Servizio Sanitario Nazionale deve costare di meno, deve funzionare meglio ma deve anche continuare ad essere solidale ed universale.

Marco Bizzoni, segretario PRC della federazione Castelli, Colleferro, Litoranea

9/21/2015

Bizzoni PRC\ Grecia uno schiaffo alla protervia dei governi di "grande coalizione" neoliberisti

Con la vittoria di Syriza, il popolo greco, assegna un sonoro schiaffone a quell'Europa che a luglio ha operato un colpo di Stato per impedire che si aprissero altre strade per uscire dalla crisi. Quell'Europa, che avallata dal PD di Renzi, ha imposto un pesantissimo memorandum che prevede il saccheggio economico della Grecia e un'austerità lacrime e sangue per i cittadini ed i lavoratori. Con il suo governo, Tsipras, si ripromette di operare nell'ambito degli interstizi di quel memorandum per cercare di attenuarne la portata regressiva che, Merkel e Renzi, avrebbero voluto scaricare interamente sulla pelle dei lavoratori.
Con la vittoria di Syriza si è mostrato che Golia\neoliberismo può essere battuto, ma per travolgerlo, cancellando le politiche di austerità europee, è necessario che la SINISTRA EUROPEA si impegni nel far crescere la consapevolezza dei popoli che è possibile un'altra strada: quella della redistribuzione del reddito.
Ora tocca a noi, in Italia, operare affinché le forze che si oppongono al neoliberismo si uniscano, uscendo dalla loro minorità\marginalità e contribuiscano, in una rinnovata stagione di lotte politiche e sociali, a cambiare i rapporti di forza in Europa, che oggi vedono i governi europei delle “grandi coalizioni” neoliberiste, sebbene vinti in una battaglia, non ancora sconfitti.

Marco Bizzoni, segretario PRC della federazione Castelli, Colleferro, Litoranea

Anzio\ seminario: “Leggere la busta paga oltre la busta paga”.

Nel quadro del ciclo di seminari politici intitolato SAPERE E’ POTERE, il Circolo Che Guevara del Prc di Anzio è lieto di invitare iscritti, simpatizzanti, lavoratori e lavoratrici del territorio al seminario: “Leggere la busta paga oltre la busta paga”.


Il docente Esteban Rojo, Dottore commercialista,  spiegherà la busta paga evidenziando, in quali punti, nella busta paga, è possibile leggere gli effetti delle politiche economiche del governo.
Si fornirà evidenza degli effetti delle politiche fiscali, contributive e monetarie
all’interno della busta paga, nonché gli effetti derivanti dalla contrattazione sindacale.
Il corso ha lo scopo di trasferire le competenze necessarie a poter leggere la “busta paga” dei lavoratori dipendenti e/o co.co.pro. nei suoi aspetti fiscali e reddituali.

Il corso è uno strumento di crescita civica e politica dei partecipanti, che, attraverso la comprensione di alcuni meccanismi tecnici che sembrano neutri, possono comprendere dove si nascondono quelle scelte di classe che li colpiscono.


I partecipanti non necessitano di alcun requisito propedeutico per poter comprendere il seminario.



Il seminario, gratuito e aperto a tutti gli interessati, si svolgerà in due incontri di circa 90 minuti l’uno.
Venerdì 9 ottobre 2015 (ore 18,30-20,00)
Venerdì 16 ottobre 2015 (ore 18,30-20,00)

Il seminario si terrà presso la sede del circolo del Prc “E. Guevara” in Via Oberdan Fratini 8, Anzio.


Per ulteriori informazioni o partecipare al seminario: rifondazione.anzio@libero.it - 069831139

 Partito della Rifondazione Comunista
Circolo "Ernesto Che Guevara"
Anzio (Roma)

9/18/2015

Con Tsipras per costruire un'Europa attenta ai diritti ed ai problemi delle persone.

Domenica in Grecia si svolgeranno le elezioni per scegliere il governo che dovrà gestire il memorandum frutto del colpo di Stato che, il 23 luglio, le istituzioni europee hanno imposto al popolo greco.
Tornano così a scontrarsi due diverse visioni della funzione dell'unità europea, da una parte i moderati con la Merkel e i Partiti del PSE, tra cui il PD di Renzi, che ritengono l'Europa uno spazio mercantile in cui bisogna tutelare padroni e investitori, per consentire che le loro briciole possano arrivare ai cittadini ed ai lavoratori. Dall'altra, la proposta della SINISTRA e di Tsipras, che ritiene l'Unione Europea uno strumento per consentire una crescita economica pacifica che consenta a tutte le persone abitanti lo spazio comune europeo di vivere una vita sicura e dignitosa.
Solo la vittoria di Syriza nelle elezioni Greche consentirà di poter dire, in modo inequivocabile, che i popoli sono stanchi delle misure di austerità che arricchiscono i ricchi e impoveriscono progressivamente sempre più lavoratori e cittadini. Per questo Rifondazione Comunista sostiene Tsipras che dopo la battuta di arresto di luglio riprende una battaglia, non di mera testimonianza, ma orientata a praticare pur negli sfavorevoli rapporti di forza un'altra via per risolvere la crisi, rispettando problemi e necessità dei cittadini e dei lavoratori.
La battaglia di Syriza nelle elezioni greche non è un fatto interno di quel Paese, ma è anche uno strumento utile al popolo Italiano per poter abbattere le politiche europee di austerità che Renzi applica concretamente e combatte a parole.
Il nostro appoggio a Syriza è il sostegno di chi lotta per costruire un'altra Europa.

Marco Bizzoni, segretario PRC della federazione Castelli, Colleferro, Litoranea

APPELLO DELLA SINISTRA ITALIANA PER IL VOTO IN GRECIA: «SOSTENIAMO SYRIZA E TSIPRAS»
«Questa domenica gli elettori greci saranno chiamati ad una nuova importante scelta per il futuro della Grecia e dell'Europa.
Vogliamo esprimere ancora una volta il nostro sostegno a Syriza e ad Alexis Tsipras: la loro riconferma può far si che non si spengano le speranze dei progressisti per un cambiamento profondo delle politiche europee, la loro sconfitta segnerebbe invece un brusco passo indietro ed un appiattimento completo sulle politiche di austerità.
A gennaio la vittoria di Syriza aveva acceso grandi aspettative ed in molti abbiamo creduto che quello potesse rappresentare l´inizio della svolta. In un difficile negoziato il governo greco non ha invece trovato le giuste sponde nei governi degli altri paesi europei e, rimanendo isolato, ha subito la reazione punitiva delle forze conservatrici. Il risultato è stato un accordo molto difficile che Tsipras ha dovuto accettare per evitare conseguenze ancora più gravi al popolo greco.
Una sconfitta di Tsipras sarebbe oggi una vittoria per quelle forze conservatrici che hanno imposto misure durissime per la popolazione greca. Una sua vittoria darebbe invece un rinnovato vigore a chi spera e crede nella difficile lotta per un'Europa diversa».
Pippo Civati
Sergio Cofferati
Paolo Ferrero
Eleonora Forenza
Nicola Fratoianni
Luciano Gallino
Curzio Maltese
Marco Revelli
Elly Schlein
Nichi Vendola

9/17/2015

RIPARTIAMO!

 ASSEMBLEA NAZIONALE DI FIRENZE DEI SEGRETARI E DELLE SEGRETARIE  DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
Note introduttive di Ezio Locatelli*

“Organizzatevi perché avremo bisogno di tutte le vostre forze” (Antonio Gramsci sul primo numero de L’Ordine Nuovo, primo maggio 1919)

Saluto le compagne e i compagni, lo faccio con molto calore guardando a questa presenza numerosa, tanto più significativa in quanto non dettata da obblighi di mandato ma dimostrazione di una volontà politica.
Guardando a questa partecipazione credo anche che abbiamo centrato il titolo di questa festa e di questo incontro – Ripartiamo! - che non vuole essere semplicemente una esortazione, un appello al volontarismo. L’idea è quella di un nuovo inizio, della possibilità di lavorare ad una prospettiva ricostruttiva: ricostruttiva degli elementi di originalità, di autonomia, di diversità di una forza comunista e, insieme,  ricostruttiva di un campo largo della sinistra. Una possibilità che c’è in rapporto non soltanto ad una radicalizzazione degli elementi di crisi e degli squilibri sociali ma ad una ripresa  di movimenti conflittuali che può ridare slancio alla nostra azione politica.
Nel dire questo, ovviamente, abbiamo ben presente di uno scenario a più sfaccettature. Una di queste sfaccettature dice di una crisi dei paradigmi dominanti quali l’austerità e la competizione che va di pari passo al dispiegamento di una volontà di potenza e di distruzione dei diritti del lavoro e di cittadinanza, degli statuti sociali, degli spazi di democrazia. Quanto accaduto in Grecia, l’imposizione di un accordo capestro (un vero e proprio colpo di stato) contro un popolo e un governo di sinistra che più di tutti, nell’isolamento più totale, hanno provato a rovesciare le politiche di austerità, è solo la punta di un iceberg di una politica di spoliazione portata avanti in tutta Europa. Di una politica resa possibile - questo a me sembra il punto fondamentale di giudizio - da uno squilibrio di forze in campo. Questo squilibrio ha reso ancora più evidente  l’impossibilità di praticare la via della giustizia sociale in un Paese solo. Se come ha detto un alto dirigente di Syriza “i nostri avversari hanno vinto una battaglia ma la guerra continua” allora diventa indispensabile  l’allargamento della lotta alle politiche di austerità, della lotta di classe nei diversi Paesi, lo diventa non dividendosi ma rimanendo uniti. La qual cosa ci riporta anche e soprattutto ai nostri compiti e alle nostre responsabilità.
Da più parti è stato giustamente rilevato che quello che abbiamo di fronte è un capitalismo finanziario globale con una vocazione totalitaria. Una forma di capitalismo che rivela una incompatibilità di fondo con ogni forma di sovranità democratica. Detto ciò penso che sarebbe sbagliato vedere in questa regressione solo una manifestazione di forza, una barbarie neoliberista, e non il riflesso di una crisi di egemonia, la reazione ad una crisi di credibilità e di carenza di risultati. Una difficoltà a cui si è cercato di rimediare (da parte della Germania) in qualche modo con l’operazione di immagine sui profughi, operazione che non può rimuovere in alcun modo l’altro capitolo di un fallimento: la globalizzazione come saccheggio neocoloniale delle risorse. La brutalità della soluzione di forza imposta alla Grecia dice anche questo, di una difficoltà, di una caduta di credibilità dei padroni dell’Europa in una fase che non è più espansiva ma di grande instabilità, di crisi dei processi di accumulazione capitalistici. Mi rifaccio alle parole di Ulrich Beck efficacissimo, poco prima della sua scomparsa, nel descrivere ciò che stava accadendo nel bel mezzo di una crisi destinata ad autoalimentarsi, a durare nel tempo in ragione delle restrizioni che essa stessa imponeva:”Questa crisi sta distruggendo il credo di un sistema”. Io credo che questa sia, precisamente, la chiave di lettura del processo in atto: un distacco di senso comune in conseguenza del crollo di autorità e di presa sociale di un sistema che disconosce qualsiasi principio di giustizia e solidarietà.
Per tutte queste ragioni penso che al di là delle battute d’arresto, delle operazioni di immagine, dell’ultima battaglia persa in Grecia, non siamo ad alcun processo di normalizzazione. Al contrario, tanti segnali dicono che siamo soltanto all’inizio di un’ondata di contestazioni destinate ad allargarsi a macchia d’olio anche nel nostro Paese. Le lotte, le manifestazioni, gli scioperi che ci sono stati negli ultimi mesi, ultime in ordine di tempo le mobilitazioni in difesa della scuola pubblica, ci dicono che siamo arrivati ad un punto in cui le scelte di governo – un governo che incarna perfettamente il punto di vista dei mercati finanziari  - si fanno più chiare. In molti cominciano a rendersi conto che la strada seguita per l’uscita dalla crisi, peggio che ai tempi di Berlusconi, è una strada non solo priva di riscontri positivi ma che sta facendo danni a non finire sul piano della democrazia, dei diritti sociali, del lavoro. Una strada destinata a sollevare un’onda critica di massa. Certo, il problema è anche e soprattutto come riuscire a unificare e dare identità alternativa a forze che di per sé vivono una condizione di frammentazione e spoliticizzazione.
Credo che noi siamo in un passaggio ambivalente per quanto riguarda i possibili sbocchi delle contraddizioni aperte, ma per l’appunto in ragione di questa ambivalenza, anche un passaggio che può riaprire spazi politici. Io credo che al nostro interno, tante volte, vi è una discussione ancora troppo riferita al quadro preesistente, al quadro della sconfitta, della passivizzazione di massa. Rispetto a quel quadro che ha variato in negativo la nostra soggettività permangono sì tante difficoltà. Ma detto ciò, alla base del cambio di passo di cui abbiamo parlato nella nostra Conferenza di Organizzazione, vi è la ripresa di una dinamica di movimento per la quale torna possibile il formarsi di una soggettività critica, torna possibile agire non più solo la resistenza ma il tema del cambiamento. Relativamente a questa possibilità va ridefinito il nostro modo di fare politica. Utilizzo le parole di Aldo Bonomi per mettere a fuoco questa necessità:“ se la statualità è sempre più artefice e garante del capitalismo mercantile e sempre meno centro redistributivo delle risorse la funzione di un partito cambia”. Cambia, aggiungo, anche in considerazione di un quadro politico che tende a sospingere fuori tutto ciò che non è assimilabile al determinismo di mercato. Una politica di esclusione che fa rinascere la destra populista, la destra sociale.
Sia chiaro: noi dobbiamo evitare il rischio di farci rinchiudere in un recinto protestatario, di sprofondare nell’autonomia del sociale ragion per cui non si tratta di disconoscere l’importanza della dimensione istituzionale, della rappresentanza politica, dimensione che dobbiamo riguadagnare. Il problema è un altro: la rimessa in primo piano, cos’ come deve essere per una forza di trasformazione, del nostro rapporto con la società civile e i luoghi di lavoro. In ciò noi rimaniamo ancorati a una delle lezioni fondamentali di Antonio Gramsci secondo il quale il luogo storico della rivoluzione è sempre la società civile
Ecco perché rispetto alla deriva omologante che ha imperversato anche a sinistra  - una idea riduttiva della politica incentrata sulla dimensione elettorale, sulla sfera separata dei rapporti istituzionali e sulle risorse che essa garantiva: gruppi e competenze istituzionali, visibilità mediatica, finanziamento pubblico, ecc. –  va attuato un rovesciamento di visione e di impegno: la priorità deve tornare al partito strumento per cambiare la società. Noi dobbiamo lavorare in questa direzione, cercando di far diventare tutta una serie di difficoltà contingenti, legate ai meccanismi di esclusione istituzionale, stimolo per una scelta di fondo: quella di tornare ad essere un corpo vivo ed operante. Obiettivo che necessita di una rimessa in moto di tutte le riserve di energia attualmente a disposizione ma, oltre a ciò, di una innovazione del modello di organizzazione.
Su questo punto abbiamo fatto una conferenza di organizzazione che ha prodotto un documento e riflessioni di grande utilità cui fare riferimento. In questa sede mi limito a dire della necessità che abbiamo di ristabilire il nesso “teoria – pratica”. Abbiamo già detto di una crisi che ha ricadute materiali pesantissime in termini di disoccupazione, riduzione dei redditi, consumi, tutele sociali. A fronte di questa situazione non è più possibile rimanere sul piano della mera denuncia e propaganda.  Tanto più se vogliamo dare dimostrazione di una diversità politica: i comunisti, le comuniste non sono quello che dicono ma quello che fanno. Da qui l’esigenza di stare sul terreno, oltre che del conflitto sociale, dei bisogni fondamentali, delle aspettative sociali con pratiche solidaristiche, mutualistiche, di autorganizzazione concreta a difesa dei diritti e della dignità delle persone. Chiamiamole pratiche del partito sociale o in altro modo - io le chiamo risposte di comunismo allo stato pratico – sapendo anche di pratiche necessarie per ricostruire legami sociali, processi di sensibilizzazione e soggettivazione politica.
Nel dire di questa ridefinizione del modo di fare politica sappiamo bene di dover fare i conti con un problema, non di pronta soluzione, rappresentato dalla consistenza e dalla disponibilità contenuta di compagne e compagni, di quadri politici. In questo, bisogna saperlo, non esistono formule organizzative costruite a tavolino in grado di risolvere i nodi fisiologici che accompagnano la condizione di esistenza di un partito. Vi è un salto di qualità che si nutre dell’attenzione quotidiana, giorno dopo giorno, ai problemi dell’organizzazione, della partecipazione dei compagni, del funzionamento dei Circoli. Altro che chiedere congressi straordinari ad ogni piè sospinto. Qui c’è la necessità di una presa in carico delle responsabilità che competono a ognuna e ognuno di noi. Ciò che dobbiamo e possiamo fare è lavorare di più sulla nostra soggettività, sulla nostra capacità di direzionalità diffusa.
Rispetto alle indicazioni emerse in sede di Conferenza di organizzazione, al pacchetto d’insieme delle cose da fare penso che vadano individuate delle priorità che sono basilari, che reggono l’impianto organizzativo del nostro partito. Queste priorità sono contenute nell’ordine del giorno approvato in occasione dell’ultima direzione nazionale. Richiamo alcuni passaggi:
1) Il bisogno che abbiamo di organismi motivati, qualitativamente in grado di far funzionare l’intero partito, di garantire un costante flusso di proposte, di produrre sollecitazioni. Per quanto ci riguarda più direttamente noi abbiamo fatto una scelta: quella di andare alla costituzione di un ufficio organizzativo grazie alla disponibilità di compagne/i volontari. Non un organismo burocratico ma di lavoro: l’organizzazione e la riorganizzazione del partito in un rapporto più puntuale con i regionali, con le federazioni a cui chiediamo di fare la loro parte, di  individuare in maniera più puntuale responsabilità e disponibilità che stiano in una relazione propulsiva con i rispettivi territori;
2) la necessità di un rafforzamento della rete dei nostri iscritti, questione basilare per l’esistenza e il sostentamento del nostro partito. Di un partito che pure indebolito, dopo anni di sconfitte e di disorientamento diffuso, rimane uno strumento tutt’altro che irrilevante ai fini della battaglia politica e dell’evoluzione dei processi unitari a sinistra. Il dato del versamento del 2xmille, a dir poco straordinario, molto al di là di qualsiasi aspettativa, dice di un partito che c’è, di una base importante di simpatia e di sostegno. Una clamorosa smentita di chi, con in testa altri lidi, ci voleva far credere di una Rifondazione Comunista esaurita, finita, al capolinea. Nel lavoro di prima ricognizione che abbiamo fatto, con i segretari provinciali e i responsabili del tesseramento, abbiamo ricavato un’impressione netta: l’esistenza di non pochi margini di recupero rispetto alla condizione di sfilacciamento di questi ultimi anni. Non pochi sono gli iscritti persi per strada più che per ragioni politiche per imperizia, noncuranza, mancato coinvolgimento. Ancor oggi ci sono realtà che di fatto non hanno ancora iniziato il tesseramento. Ma detto ciò basta con l’autolesionismo. Per questo chiedo di uscire da questo incontro con l’impegno di un recupero dei ritardi che ci sono a livello di alcuni territori.  E insieme a ciò l’impegno di prestare più attenzione alla promozione di una nuova generazione di iscritte/i. Obiettivo:  migliorare la fisionomia di una base del partito che in tutta una serie di realtà – lo dico con grande senso di rispetto -  è una base vecchia e poco militante. I segnali positivi non mancano come dimostra il numero triplicato di richieste di adesioni online, per lo più di giovani. Segnali che  vanno raccolti dando il senso di una maggiore apertura, di maggiore considerazione per lo sguardo sul mondo che hanno le nuove generazioni, per il loro bisogno di un mutamento praticato di contro a una certa idea della politica come cosa separata (importante sarà la Conferenza dei Giovani Comunisti del 24/25 ottobre). Usciamo da questa assemblea con una indicazione di lavoro: oltre a una ripresa del tesseramento per linee interne (i contatti con i compagni, le feste di tesseramento, ecc.), disponiamoci per il secondo fine settimana di ottobre per una campagna politica rivolta all’esterno, da organizzare in tutte le principali piazze con gazebo, mostre, distribuzione di materiale, comizi volanti in cui porre esplicitamente la questione dell’adesione al Partito della Rifondazione Comunista;
3) la necessità di un miglioramento dei nostri canali di comunicazione interna ed esterna. Non ci basta fare tante cose. Bisogna che le cose che facciamo diventino oggetto di conoscenza, di attenzione. Noi non dobbiamo rinunciare alla battaglia per una informazione corretta, per guadagnare l’accesso ai mass media contro il clima di censura che colpisce il nostro partito. Ma oltre a ciò va detto di un  problema tutto nostro, di nostra iniziativa di informazione, di comunicazione. Sia chiaro noi non pensiamo alla comunicazione come sostituto dell’azione (il partito di aria fritta e di soli comunicati stampa, tanto per capirci) ma come necessità di uscire dal limite della notizia per poche persone, come necessità di dare risonanza al lavoro politico. Per questo chiediamo che ogni realtà si doti di strumenti di collegamento, di informazione, di attivazione politica.  Anche a livello nazionale vanno  potenziati i nostri canali di comunicazione cominciando dalle cose minime, non per questo meno impegnative. Va fatto un lavoro di raccolta, aggiornamento, informatizzazione dei nostri indirizzari. Lavoriamo all’uscita di  una testata online nazionale;
4) la predisposizione di una politica dell’autofinanziamento. Accanto alle cose che tradizionalmente si sono fatte o che si dovranno tornare a fare  (le sottoscrizioni,  raccolta dei RID,  le feste di partito – là dove non si fanno feste di partito locale se ne faccia almeno una a livello regionale -  e quant’altro) penso che dobbiamo estendere alcune esperienze positive – per esempio i centri di assistenza fiscali – che, in collaborazione con associazioni, possono essere giocate sul doppio versante del sostentamento del partito a livello locale e nazionale. Così come dobbiamo predisporci, ad un’opera sistematica di pubblicizzazione, di presa di contatto con associazioni e Caf vari volta ad allargare la platea di riferimento riguardo il versamento del 2xmille per il nostro partito;
5) la programmazione di momenti di formazione, su cui troppo poco si è investito, presi dalla necessità di dover stare sul piano della quotidianità politica.  Va bene che si stia su questo piano ma non a scapito dell’innalzamento della capacità critica delle compagne e dei compagni.  Ai regionali va chiesto di mettere in campo un’attività formativa che abbia come riferimento risorse e responsabilità messe a disposizione del partito nazionale;
6) la riorganizzazione delle nostre sedi politiche – dove non abbiamo sedi individuiamo altri spazi pubblici– in funzione del rilancio del partito come strumento di battaglia politica e di organizzazione sociale con al centro i temi del lavoro.  Facciamo in modo che le nostre sedi, oltre che sedi politiche, diventino luoghi di riferimento utili per le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, i migranti, i soggetti più deboli colpiti dalla crisi. Impegniamoci a costruire sportelli sociali, per il diritto alla casa, i diritti dei migranti, gruppi di acquisto popolari, centri di assistenza fiscale, centri ricreativi culturali e tutto ciò che può contribuire a rendere vitale e attrattiva la nostra presenza politica. Vorrei citare a questo proposito le parole di una signora licenziata poco tempo fa, con figlio invalido a carico,  per la quale abbiamo bloccato questa settimana uno sfratto esecutivo grazie ad un presidio di Rifondazione Comunista. Questa signora tra gioia e lacrime ci ha detto: “diversamente da mia madre che era comunista io non mi sono mai interessata a nulla. Adesso, vedendo quello che avete fatto questa mattina, ho capito cosa vuol dire essere comunisti, ho visto  voi come miei fratelli e sorelle”. Ecco penso che in virtù di una azione dobbiamo ambire a far diventare questo pensiero senso comune.
Per finire, tutte queste questioni vanno affrontare non certo con l’idea, del tutto campata in aria, dell’autosufficienza. Crollato il campo politico della sinistra molte questioni sono cambiate. Una di queste è molto semplice, attiene all’intorno sociale e politico, all’acqua in cui nuotiamo, a un problema di efficacia  politica.  Nuotare all’asciutto o in un bicchiere d’acqua non conviene. Ecco perché insieme alla riorganizzazione di Rifondazione Comunista il tema cruciale è quello della ricostruzione di uno spazio politico della sinistra italiana. Noi dobbiamo contribuire attivamente alla ricostruzione di questo spazio stando in relazione con tutto ciò che a sinistra e nei movimenti si muove in alternativa al neoliberismo
Ultima questione: la necessità di un miglioramento del clima politico interno. Abbiamo attraversato anni di disorientamento e di crisi della politica che hanno indotto alla divisione. A fronte del blocco delle forze dominanti, che lavora per questa divisione, noi dobbiamo decidere se anteporre la ricerca dell’unità, della coesione delle nostre forze oppure se avvallare la strategia dell’avversario: dividi et impera. Per questo la discussione libera a cui siamo chiamati non può che essere rispettosa delle regole di vita interna, mirare sempre al merito e ai contenuti politici senza settarismi, esasperazioni, particolarismi il cui unico risultato è di intaccare il senso di appartenenza a una comunità politica cui facciamo tutte e tutti facciamo parte, senza esclusioni di sorta, in quanto liberamente comuniste e comunisti! Aggiungo: senza mai dimenticare che la nostra alterità vera, oltre che sul piano della linea, risiede nella pratica politica, nelle lotte che promuoviamo, nelle idealità che suscitiamo. Questo è il carattere dell’impegno che dobbiamo portare avanti.
Chiudo col dire che nella traccia di lavoro che abbiamo proposto vi sono molte caselle vuote che dovranno essere riempite con la discussione e l’agire politico. Come diceva il poeta Antonio Machado “il cammino dell’emancipazione si fa solo camminando”. Siamo tornati quest’anno a fare la nostra festa nazionale in una città importante come Firenze dove da cinque o sei anni non si facevano feste. Anche questo parla della volontà di riprendere un cammino per il rilancio di Rifondazione Comunista e insieme dell’unità della sinistra. Insomma care compagne e compagni “Ripartiamo!”.  E con questo spirito che auguro a ognuna e ognuno di noi e a tutto il partito un buon lavoro di riflessione, di ripresa dell’impegno e dell’iniziativa politica.

                                          *segreteria nazionale Prc-Se, responsabile organizzativo

Firenze, 13 settembre 2015             

9/13/2015

#‎Ripartiamo‬ 9 - 13 settembre Firenze, festa nazionale PRC


venerdi 11

ore 10/17
 seminario di formazione su Bilanci e autofinanziamento, Associazioni e Fondi europei
Conduce Marco Gelmini

Ore 21
Il debito è illegittimo. Rovesciamo questa Europa!
Introduce:
Roberta Fantozzi segreteria PRC-SE
Intervengono:
Riccardo Bellofiore, Università di Bergamo
Heinz Bierbaum, responsabile internazionale Linke
Eleonora Forenza, L'altra Europa con Tsipras, europarlamentare
Haris Golemis, direttore  Nicos Poulantzas Institute, Comitato Centrale Syriza
Giulio Marcon, deputato Sel
Marisa Matias, Bloco de Esquerda Portogallo, europarlamentare
Moni Ovadia, L'Altra Europa con Tispras

Sabato 12

Ore 14/18
 Seminari 
- Comunicazione e Liberazione. Conduce Maurizio Acerbo
- Enti Locali. Conduce Raffaele Tecce
- Immigrazione. Conduce Stefano Galieni
- Partito sociale – solidarity for all. Conduce Monica Sgherri
- Piano del lavoro, reddito minimo. Conduce Roberta Fantozzi
- Sanità. Conduce Nando Mainardi
- Scuola, Università e Ricerca. Conduce Giovanna Capelli
- TTIP. Conducono Eleonora Forenza e Rosa Rinaldi

Ore 21
 Quale soggetto unitario della sinistra
Introduce: Rosa Rinaldi, segreteria PRC-SE
Intervengono:
Rafaella Bolini
Pippo Civati
Paolo Ferrero
Stefano Fassina
Nicola Fratoianni

Domenica 13

Ore 11/16
 Assemblea Nazionale dei segretari e delle segretarie di circolo
Introduce Ezio Locatelli

Ore 17
Comizio finale
Dmitri Palagi, segretario Federazione Firenze.
Maite Mola, Partito della Sinistra Europea.
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista

9/07/2015

RIPARTIAMO! Ordine del giorno della Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista sulle questioni organizzative

La direzione nazionale di Rifondazione Comunista, in attuazione delle indicazioni di lavoro emerse in occasione della recente Conferenza di Organizzazione, impegna se stessa e tutte le articolazioni del partito ad un lavoro di riorganizzazione della propria presenza politica e del funzionamento delle proprie strutture con l’obiettivo  di un salto di qualità nella costruzione di proposta e iniziativa politica, di proiezione esterna, di iniziativa di massa, di capacità di radicarsi nel tessuto sociale.
Dobbiamo produrci in un cambio di passo, rispetto ai molti ritardi e inadeguatezze che abbiamo, tra questi il dato di un partito che in non poche situazioni si dimostra  capace di resistere ma incapace di sviluppo, di delineare una prospettiva politica e di lavoro, di un partito che finisce così per perdere peso insieme ai processi di crisi della politica. Bisogna attrezzarsi a svolgere un ruolo attuale, a cogliere i segni di novità, a lavorare sulle controtendenze sapendo che gli spazi di ripresa sociale e politica esistono anche in relazione e nella misura in cui si è in presenza di una soggettività politica organizzata. Rifondazione Comunista intende essere in campo con i suoi tratti irrinunciabili di autonomia e di originalità, senza scadere nell’autoreferenzialità e nell'idea, del tutto fuori luogo, dell’autosufficienza ma, al contrario, con senso di apertura e unità per quanto riguarda la costruzione di un soggetto plurale della sinistra antiliberista e alternativa. La gravissima crisi economica, occupazionale e sociale che stiamo attraversando spinge in direzione di una radicalizzazione sociale e politica. Una parte del Paese comincia a rendersi conto che la strada per l’uscita dalla crisi indicata dal governo Renzi, peggio che ai tempi di Berlusconi e dei governi precedenti, è una strada che non dà alcun impulso all'economia e all'occupazione ma, al contrario, si risolve in tagli della spesa pubblica, dello stato sociale, dei redditi medio bassi, dei posti di lavoro. Una strategia fallimentare causa di crescenti contraddizioni, resistenze, movimenti di riappropriazione dello spazio pubblico così come del resto avviene in altre parti d’Europa, in Grecia, Spagna e altri paesi ancora. Dopo anni in cui siamo indietreggiati si delinea una apertura di squarci sociali significativi ai fini di una battaglia di cambiamento nonché di un recupero di soggettività e di ruolo politico.
Oggi abbiamo la possibilità di lavorare ad una prospettiva ricostruttiva. L’impegno del partito tutto deve andare nel senso di un’organizzazione più strutturata, più funzionante, più efficace. A tal fine  la direzione nazionale - fatto salvo quanto emerso in sede di Conferenza di Organizzazione: il partito del radicamento sociale, l’internità e l’impegno di promozione del conflitto sociale, l’azione politica in rapporto alla vita concreta delle persone, le pratiche solidaristiche, mutualistiche, di autorganizzazione in alternativa ai processi di distruzione sociale -  individua le seguenti priorità operative e organizzative:
1) un più puntuale rapporto con i regionali e le federazioni da parte dei settori di intervento e di direzione politica nazionale non solo in termini di costante flusso di proposte e sollecitazione di iniziative ma in termini di interscambio, contatti diretti, di verifica del lavoro svolto. In particolare viene costituito un ufficio organizzativo, composto da compagne/i volontari, preposto alla ripresa di un sistematico  lavoro di organizzazione e riorganizzazione in rapporto con le istanze regionali e provinciali del partito. A ogni realtà territoriale viene chiesto di individuare la figura di un responsabile organizzativo;
2) una ripresa immediata della campagna di tesseramento. Bisogna recuperare i non pochi ritardi che ci sono in diverse realtà. Al di là di contattare tutte le iscritte e  gli iscritti precedenti  va prestata particolare attenzione alla promozione di una nuova generazione di iscritti – importante da questo punto di vista la Conferenza nazionale dei Giovani Comunisti del 24/25 ottobre - in maniera tale da migliorare la nostra fisionomia politica. Oltre a organizzare feste del tesseramento o momenti assembleari, in cui porre esplicitamente la questione dell’adesione al partito, proponiamo una giornata – la seconda settimana di ottobre - di mobilitazione politica e di raccolta di adesioni con l’allestimento di gazebo o altre modalità di presenza in tutte le principali piazze d’Italia;
3) il miglioramento dei canali di comunicazione interna ed esterna. Senza rinunciare al rapporto con i media dobbiamo fare leva innanzitutto su una nostra iniziativa autonoma, in particolare sulla predisposizione di newsletter, siti internet o quant’altro. Occorre che ogni realtà, territoriale, provinciale, regionale, predisponga da subito la raccolta, l’aggiornamento, l’ampliamento dell’indirizzario mail (diviso tra iscritti, simpatizzanti ed elettori vari). I database dovranno essere messi a disposizione per la formazione del database nazionale e l’implementazione della newsletter. Il partito si impegna per la ripresa a breve della pubblicazione di una pubblicazione online;
4) la predisposizione di una politica dell’autofinanziamento, carente in tutta una serie di realtà. Occorre dotarci di un piano di reperimento delle risorse che vada dalle feste di partito (dove non si fanno feste locali si faccia almeno una festa regionale), cene di autofinanziamento, sottoscrizioni, mercatini dell’usato, organizzazione della raccolta dei RID, apertura centri di assistenza fiscale,  rilancio della campagna per il versamento del 2 per mille 2016 (dopo lo straordinario risultato 2015), ecc.;
5) la programmazione da parte delle strutture di direzione regionale di momenti di  formazione rivolti in particolare alle compagne e ai compagni più giovani facendo riferimento alle risorse e alle responsabilità messe a disposizione dal livello nazionale;
6) la riorganizzazione delle nostre sedi o di altri luoghi di iniziativa in funzione di un rilancio del Partito della Rifondazione Comunista nella società e nei luoghi di lavoro (a tal proposito importante la costruzione delle Conferenze sul lavoro, il non  lavoro, la precarietà), nei luoghi del conflitto sociale, di una nostra maggiore rispondenza alla domanda di utilità sociale e politica, alla ricostruzione di forme di aggregazione e percorsi di politicizzazione (sportelli sociali, per il diritto alla casa, diritti dei migranti, centri di assistenza fiscale, centri ricreativi culturali, gap, ecc.).

La direzione nazionale, per l’approfondimento delle questioni di cui sopra oltre che degli obbiettivi di lavoro indicati dalla Conferenza di Organizzazione impegna il partito alla partecipazione e alla riuscita dei dibattiti, seminari, incontri vari programmati in occasione della festa nazionale di Firenze – “Ripartiamo!” in programma dall’11 al 13 di settembre.

Roma, 5 settembre 2015

Castelli, Colleferro, Litoranea, Bizzoni\ Rifondazione Comunista, “costruiamo un nuovo soggetto della Sinistra unito, inclusivo, ampio, non ideologicamente determinata ma contro le politiche neoliberiste e di austerità.”


Con la frantumazione della Sinistra e l'espulsione dei comunisti dal Parlamento dal 2008 ha preso corpo la parte finale di quella regressione democratica che, avviatasi con l'avvento di Berlusconi, viene oggi portata al suo estremo compimento dal governo Renzi. La subordinazione delle vite dei lavoratori alle necessità dell'impresa sancita dall'introduzione del Jobs Act, la cosiddetta “buona scuola” quale strumento di devastazione della capacità della Repubblica di costruire spazi democratici perequativi nella costruzione di opportunità di crescita sociale per tutti, il dramma dei profughi, richiedenti asilo, migranti che ha messo in luce la povertà morale di un'Europa fondata sul primato neoliberista del mercato e nella costruzione del nemico alle porte di cui aver paura e da respingere, perdendo ogni elemento di solidarietà umana. La devastazione culturale e politica operata in questi venti anni in Italia, attraverso leggi elettorali che hanno sempre più allontanato i cittadini dalla politica attiva, sta per essere portata alla sua estrema conclusione con una nuova legge elettorale e con il definitivo scardinamento della Costituzione, operato attraverso un Senato non in grado di bilanciare i poteri assoluti che il governo si è riservato con l'Italicum. Di cosa altro abbiamo bisogno, come partiti, movimenti, associazioni di Sinistra per comprendere che è impellente la necessità di costruire una nuova soggettività della Sinistra in grado di affrontare il regime politico-culturale che si è instaurato nelle istituzioni italiane? A quanto pare di nulla ed infatti c'è fermento. Si cominciano ad intrecciare dibattiti, incontri, confronti su che cosa può e deve essere un soggetto della Sinistra in grado di competere elettoralmente: con quella sinistra liberale del PD di Renzi che realizza le politiche della destra liberale di Berlusconi e Alfano; in grado di competere con il razzismo e populismo di Salvini e liberare i voti di protesta che i cittadini hanno assegnato al M5S e che questi ha sterilizzato attraverso una intensa attività propagandistica che mantiene alti i sondaggi ma che in realtà, sino ad oggi, non ha conseguito alcun risultato concreto nella tutela e difesa dei lavoratori e dei cittadini.
Negli ultimi due mesi ai Castelli Romani, sul Litorale si sono svolti alcuni incontri pubblici con le forze in campo già a disposizione per discutere su come dare risposta alla necessita di una sinistra unita inclusiva, ampia, non ideologicamente determinata ma contro le politiche neoliberiste e di austerità. Una nuova sinistra in cui si partecipa non per appartenenza alle precedenti sigle partitiche attraverso accordi dall'alto, ma singolarmente, ed in cui i partecipanti tutti insieme dal basso, decidono di avviare una nuova esperienza costruendo nuovi gruppi dirigenti nazionali e locali. Si è cioè sviluppato un processo in cui, generosamente, tutti si mettevano a disposizione per sviluppare insieme un discorso comune. Dopo questo buon inizio, oggi sempre più, si vengono mostrando segni di una involuzione da parte di alcune forze politiche interne a questo percorso. Involuzione che sembra dovuta ad una malcelata volontà di certi soggetti politici di costruire una egemonia in questo discorso in fieri (mostrando in tal modo di non aver compreso il gramsciano concetto di egemonia) costruendo tavoli, iniziative e dibattiti nei nostri paesi che tendono ad escludere, formalmente o sostanzialmente, una parte consistente della realtà politica presente a Sinistra.
Come Rifondazione Comunista siamo fermamente impegnati nell'essere parte attiva nella costruzione del nuovo soggetto politico della Sinistra, come dimostra l'esperienza di Albano; e lo siamo rispettosi delle esperienze, delle culture e delle storie politiche di tutti, organizzando iniziative concordate in cui tutti insieme abbiamo potuto cominciare ad interloquire. Non è un caso che a Genzano, Rifondazione Comunista, Sel, Possibile, Calt stiano lavorando insieme mettendo da parte le guerricciole di bandiera, operando in modo da rispondere concretamente alle esigenze reali delle persone in carne e ossa. Invece, in altri comuni come Pomezia e Velletri, alla nostra disponibilità si risponde con la chiusura o con percorsi di coinvolgimento ex post. Questo modo di fare non fa bene al processo unitario a Sinistra sul territorio semplicemente perché, invece che includere, allontana le persone dalla politica. Tale modo di fare evidenzia le differenziazioni e le gelosie di un partitino piuttosto che la volontà di unire e la generosità di andare oltre le precedenti appartenenze.
Il Partito della Rifondazione Comunista della federazione Castelli, Colleferro, Litoranea, già da tempo opera nelle sue iniziative pubbliche nel superare la visione di una Sinistra che non perde occasione per mostrarsi litigiosa e minoritaria. Il PRC vuole essere parte integrante di una Sinistra, possibile, necessaria e radicale, da costruire a partire dal lavoro politico e dalle lotte nelle nostre realtà comunali. I temi non mancano: inceneritore, raccolta differenziata, acqua pubblica, sanità, trasporti per i pendolari, fermare gli impianti a biogas e la speculazione edilizia, ripristinare i servizi ai cittadini. Per questo motivo siamo attivi e disponibili, con chiunque sia contro le politiche di austerità e neoliberiste, nell'affrontare insieme i problemi presenti sul territorio. Senza alcuna volontà di primazia e senza andare alla ricerca di rivalse, orientati solo a costruire la massima efficacia ed efficienza delle politiche che proponiamo nella difesa dei lavoratori e dei cittadini e del territorio. Perché, per il PRC, prima di tutto vengono i problemi delle PERSONE.
Marco Bizzoni
segretario della federazione PRC Castelli, Colleferro, Litoranea