circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

4/26/2009

Quale Europa, quale Italia

Tra poco saremo chiamati al voto per le elezioni europee. Solitamente poco sentita, questa tornata elettorale è caratterizzata per la scarsa affluenza al voto. La realtà ci dice che, invece e, se possibile, queste elezioni sono più importanti di quelle politiche. Il motivo è semplice, ormai dall’Unione Europea derivano le politiche che poi i Governi nazionali mettono in pratica. In vista delle elezioni e specie con la crisi economica che ha colpito tutti, è bene dunque ragionare sul ruolo dell’Europa e su quanto i partiti andranno poi a fare all’interno dell’europarlamento. La crisi economica è causa essenzialmente delle ricette neo-liberiste che, in nome di quella che appare una “religione secolare”, hanno consigliato una costante privatizzazione e la conseguente messa sul mercato di tutti i beni comuni come l’acqua, i rifiuti, l’energia, il lavoro (non a caso con la precarizzazione si è iniziato a parlare di mercato del lavoro, con i lavoratori ridotti a merce da acquistare o scartare a seconda dei cicli produttivi), ecc. Religione secolare poiché dopo 30 anni nessuno si è ancora disturbato di dimostrare che queste politiche funzionano. Quello che ci sentiamo dire è che le cose sono così e basta. Politiche fatte proprie dall’Unione Europea e da tutto l’attuale arco parlamentare italiano. Con anche il Partito Democratico che - nel suo programma elettorale del 2008 - parlava tranquillamente di “cittadini/clienti”. Cosa presa alla leggera dai più, ma in realtà paradigmatica del cambio di prospettiva che queste politiche hanno portato. Anche nella percezione delle persone. Infatti, se i cittadini sono portatori di diritti, diritti che lo Stato e le Amministrazioni devono garantire, i clienti di questi diritti, non ne hanno più. Ai clienti resta solo la possibilità di accedere a determinati servizi pagando. Ma se questa cosa è già comprensibile quando si tratta di entrare in un negozio di abbigliamento e acquistare un paio di jeans, non può essere accettabile quando si parla di acqua, bene necessario alla stessa sopravvivenza, o di rifiuti o energia, beni da cui dipende il benessere sociale dei cittadini (anche in termini di inquinamento legato alla loro produzione). Prima si diceva anche il PD. Infatti, su questo, è in ottima compagnia. In Italia come in Europa. Queste politiche infatti sono condivise dalla gran parte dei gruppi: dal PSE (di cui dovrebbe far parte il PD) al PPE (di cui farà parte il PDL), fino ai liberali (nei quali confluiranno l’Italia Dei Valori e i radicali), fino alla Lega e l’UDC. Tutti al di fuori del gruppo della Sinistra Europea (GUE/NGL) nel quale confluiranno gli eletti di Rifondazione Comunista. Tutti: PD, PDL, UDC, IDV, Lega hanno approvato il Trattato di Lisbona in Parlamento appena pochi mesi fa. Ma che cos’è il Trattato di Lisbona e, di conseguenza, perché acquistano importanza le elezioni europee. Il Trattato è essenzialmente la carta fondativi dell’Unione Europea, la Costituzione. Su di esso si baserà il nostro vivere comune. Ma allora, se è così importante, perché i cittadini non ne sanno praticamente nulla? La risposta anche in questo caso è semplice: perché porta avanti tutta una serie di politiche che i cittadini tendono a non accettare. Lo hanno dimostrato bene quelli di Francia, Olanda e Irlanda che, chiamati a referendum popolari, lo hanno bocciato sonoramente (tre bocciature popolari su tre referendum è anche un primato). Il Trattato prosegue su quelle che sono le linee guida del sistema neoliberista e, anche di fronte a questa crisi, non indica soluzioni nuove. A cominciare proprio dai principi fondativi, dove si parla di benessere sociale che discende dal mercato. Ovvero, obiettivo primario dell’Unione Europea dovrà essere quello di garantire la libertà di operare del mercato e la libera concorrenza (attraverso privatizzazioni e liberalizzazioni) e da esso discenderà il benessere dei cittadini. Ma il benessere ci sarà? A ben vedere, visto che è quello che ci dicono da trent’anni, sembra di no. Comunque, essendo una religione, poco importa se i risultati dicono altro. Bisogna essere fedeli alla propria idea. Tra l’altro su questo punto sorge anche una questione di incostituzionalità. Infatti, la costituzione italiana, mette al primo posto il benessere dei cittadini dal quale dovrà discendere un’organizzazione economica che lo possa garantire (norma di fatto disattesa, ma che comunque sulla carta c’è, e andrebbe rispettata). Lo dice chiaramente l’articolo 3 il quale, al comma 2 afferma: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Ma non solo questo. Il Trattato di Lisbona fa suoi anche tutte le indicazioni che vengono da altri provvedimenti. Ad esempio dalla direttiva Bolkestein, anch’essa tanto sconosciuta quanto devastante per i cittadini europei. Tra le varie cose l’orario di lavoro a 60 ore settimanali (cose su cui il primo promotore in Europa è il gruppo di cui fanno parte Di Pietro e i radicali) ma anche un provvedimento detto dumping. Di cosa si tratta? È presto detto. Un’azienda europea che vince appalti in un Paese diverso dal proprio può portarsi dietro dei lavoratori del suo Paese di origine sottoponendoli al sistema legislativo e retributivo del proprio paese. Nel concreto significa che se un’azienda polacca vincesse un appalto in Italia può portarsi lavoratori polacchi sottoponendoli ai regimi legislativi dello stato polacco. Cosa nel quale ritorna il mercato come punto base fondativi dell’Unione. Infatti, il fatto di applicare il dumping serve semplicemente ad incrementare i profitti delle imprese, sfruttando i lavoratori sia dal punto di vista retributivo diretto, ma anche indirettamente, operando per portare un abbassamento generale dei salari. È peraltro facile immaginare i nostri politici (dal PD al PDL, dalla Lega all’IDV) che in Europa si fanno portatori di queste politiche, come una volta tornati in Italia faranno le solite manfrine sulla necessità di rivedere i salari, i contratti nazionali, il sistema pensionistico perché altrimenti non riusciremmo ad essere competitivi sul mercato. Invece di prendere in giro due volte i cittadini potrebbero probabilmente ripensare l’Unione Europea in maniera più sociale, facendo una legge che favorisca l’allargamento dei diritti dei lavoratori in tutti i Paesi membri e non il loro abbattimento. Insomma, votare alle elezioni europee sembra essere necessario anche al fine di cambiare la politica nazionale. A tal proposito, questo, ben oltre ad essere un appello al voto per Rifondazione Comunista e quindi il gruppo della Sinistra Europea (GUE/NGL), vuole essere anche un invito a tutti gli elettori affinché contattino le persone a cui si intende dare la preferenza, chiedendogli cosa intendono fare in merito al Trattato di Lisbona, alla svendita dei servizi pubblici locali, alla distruzione dei diritti del lavoro, ecc. Perché da questa crisi economica non si esce riproponendo le stesse ricette che l’hanno portata. Perché mettere i lavoratori in concorrenza tra loro potrà fare bene al mercato, ma non può essere il futuro dei cittadini. Tranne che davvero non si voglia continuare a crederli e ad intenderli come clienti. E allora, scusate il disturbo, ma tutto ciò che ho scritto è superfluo, come superfluo è parlare di diritti.

Andrea Oleandri
PRC Pomezia

4/23/2009

Contro la scelta dell'inceneritore ad Albano Laziale il PRC esca dal governo della Regione Lazio

Lunedì 20 aprile 2009 la Conferenza dei Servizi della Regione Lazio ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per la costruzione dell’inceneritore di Albano, senza tenere conto del parere contrario della ASL, per altro non presente alla Conferenza e della contrarietà dei Comuni direttamente interessati (Albano, Ardea, Pomezia), ignorando completamente la volontà dei cittadini dei Castelli, espressa attraverso i numerosi cortei e manifestazioni largamente partecipati e sostenuti dal PRC.

Come tutti ormai già sappiamo, il gassificatore di Albano sarebbe assolutamente inutile rispetto ai bisogni della zona, per non parlare del negativo impatto ambientale che avrebbe in un’area con una così alta densità abitativa.

Io mi chiedo come sia possibile che l’ideatore di “Mi Manda Rai Tre”, trasmissione televisiva concepita per la tutela dei diritti dei cittadini, possa aver appoggiato gli interessi di pochi a danno della comunità, calpestando gli enti locali e sanitari. Marrazzo è stato eletto anche grazie ai nostri voti, ma noi non appoggiamo affatto la sua scelta, anzi la disdegniamo e pretendiamo più attenzione verso le effettive esigenze territoriali, della popolazione e dei suoi elettori.

La Federazione Castelli di Rifondazione Comunista ha portato avanti, e continuerà a rappresentare, la lotta contro l’inceneritore di Albano, dando voce ai residenti e a tutti i cittadini dei Castelli Romani. Per questo io chiedo che, di fronte a tale atto così opposto ai valori e ai principi di civiltà e di democrazia che noi difendiamo e rivendichiamo, il partito esca dalla maggioranza .

Ritengo che il PRC non possa continuare a partecipare ad una maggioranza che non si preoccupi degli interessi dei cittadini ma che invece sia prevaricata da logiche di tornaconto particolare, in questo caso suscitate da Di Carlo e Marrazzo!

Inoltre, mi domando cosa intendano fare i Verdi, Sinistra Democratica e i fuoriusciti dal partito, ora in Sinistra e Libertà (che sono in Giunta con i nostri voti). Tutti loro hanno partecipato alle nostre battaglie in piazza definendosi sostenitori della causa e dei diritti sociali in genere, mentre, alla luce di un così grave accaduto, da parte loro c’è stato soltanto silenzio o “preoccupazione”. Invito anche loro a non farsi soggiogare in nome di una poltrona e ad essere coerenti con quanto sostenuto finora.

PRC – SE FEDERAZIONE

CASTELLI LITORANEA COLLEFERRO

Danilo Marra

4/22/2009

L’inceneritore di Albano non risolve il problema del ciclo dei rifiuti

“Ilsì’ da parte della Regione all’inceneritore di Albano nella Conferenza dei servizi che si è riunita ieri è un fatto grave che crea un ulteriore scollamento della Giunta Marrazzo dalle comunità locali e compromette i rapporti all’interno della maggioranza”. Lo dichiarano in una nota congiunta la segretaria regionale del Prc Loredana Fraleone e il capogruppo alla Regione Ivano Peduzzi. “Per Rifondazione comunista, come abbiamo sottolineato più volte – aggiungono - quella di Albano è una questione cruciale su cui non siamo disposti a compromessi. L’inceneritore non risolve il problema del ciclo dei rifiuti, danneggia la salute dei cittadini e il territorio, umilia le amministrazioni locali che com’è noto hanno espresso chiaramente contrarietà al progetto. Non vorremmo - proseguono - che per l’ennesima volta risultasse più importante accontentare gli interessi di pochi rispetto a quelli collettivi.

Il Prc Lazio, a questo punto, prende atto della posizione del presidente Marrazzo e della rottura che si è determinata e valuterà nel prossimo Comitato politico regionale le decisioni da prendere e le iniziative da mettere in campo”.

Roma, 21 aprile 2009

4/21/2009

Emergenza Abruzzo


Da lunedi 27 aprile a lunedi 4 maggio la federazione "Castelli" parteciperà con una sua squadra al campo gestito dal PRC di aiuto alla popolazione abruzzese colpita dal sisma.

Giovedì 23, alle ore 21,00, ci incontreremo presso la sede della federazione a Genzano di Roma per fare il punto sui volontari disponibili ed organizzare tutti gli aspetti logistici.

Tutti i compagni ed i simpatizzanti sono invitati a partecipare.


per info marco.bizzoni@tiscali.it o tel 3924989246

4/13/2009

La lista Comunista e anticapitalista scende in piazza


Manifestazione di apertura della campagna elettorale

La lista Comunista e anticapitalista (Prc, Pdci, Socialismo 2000, Consumatori Uniti),

Inizierà la campagna elettorale per le Europee con una manifestazione che si svolgerà sabato 18 aprile a Roma in Piazza Navona, dalle ore 15 alle 18.

4/02/2009

Il 4 aprile saremo insieme alla CGIL


Di fronte all'aggravarsi della crisi che si sta scaricando sulle famiglie dei lavoratori, diviene sempre più evidente la scelta di classe del Governo Berlusconi. Infatti vengono stanziati “soldi veri” per risolvere i problemi finanziari di Banche e grandi imprese, mentre per chi vive del proprio lavoro non vi sono che spot propagandistici. Ancora una volta, grazie ad un Governo compiacente, “la crisi” è un opportunità per i padroni. Essi infatti la utilizzano per scaricare sulle spalle della fiscalità generale, (le tasse pagate dai lavoratori) le loro perdite economiche e le loro ristrutturazioni aziendali. Ancora una volta, per colpa di un Governo di classe, “la crisi” viene fatta pagare ai lavoratori a cui, se “fortunati”, viene concessa la cassa integrazione. Mentre per i dannati dei lavori precari, in caso di perdita del lavoro, l'indennità raddoppiata continua a restare una miserabile una tantum indegna di un paese civile.

Il PRC ritiene che per uscire dalla crisi sia necessario ricominciare a parlare di giustizia sociale. E' necessario cioè che chi più ha più contribuisca alla fiscalità generale e che chi vive vendendo la propria forza lavoro abbia la certezza del diritto al reddito anche laddove, a causa di un rovescio di fortuna, si ritrovi disoccupato. Per Rifondazione Comunista nessuna lavoratrice, nessun lavoratore deve rimanere sola a subire gli effetti della crisi. E' necessario ricostruire la solidarietà tra lavoratori e rivendicare l'intervento dello stato nell'economia a partire dal sostegno ai redditi dei lavoratori che non ce la fanno. Proprio a partire da queste riflessioni è stato possibile approvare nel consiglio regionale del Lazio la legge per garantire un reddito a chi, senza lavoro, non lo ha.

Per questi motivi, il Partito della Rifondazione Comunista, invita i lavoratori e le lavoratrici a partecipare alla manifestazione della CGIL del 4 Aprile a Roma.