circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

3/20/2011

La scellerata risoluzione Onu che porta alla guerra

di Fabio Amato

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si è pronunciato a favore dell'istituzione della No fly zone sulla Libia e dell'autorizzazione all'uso di non meglio precisati mezzi necessari a prevenire violenze contro i civili. In altri termini, ha autorizzato la guerra.
Il pallido e fino ad oggi insignificante Ban Ki Moon, diventato presidente dell'Onu solo in virtù dei suoi buoni uffici con gli Usa e del suo basso profilo, si è esaltato fino a definire la risoluzione 1973 storica, in quanto sancisce il principio della protezione internazionale della popolazione civile.
Un principio che vale a corrente alternata. Non ci sembra di ricordare sia evocato quando i cacciabombardieri della Nato fanno stragi di civili in Afghanistan. Altrettanta solerzia non è risultata effettiva quando gli F16 dell'aviazione israeliana radevano al suolo il Libano o Gaza, uccidendo migliaia di civili innocenti.
Si tratta, in realtà, di un precedente ben pericoloso. Sul quale giustamente paesi come la Russia, la Cina, il Brasile, l'India e la Germania hanno espresso più di una riserva. Che si è limitata però ad un'astensione, che lascerà di fatto liberi quei paesi che hanno deciso di bombardare Tripoli e sostituire Gheddafi con le fazioni a lui ostili per un cinico calcolo geopolitico e di convenienze. Sia chiaro a tutti che i diritti umani e le giuste aspirazioni dei giovani libici alla democrazia e a liberarsi dal regime non c'entrano nulla con la decisione di Parigi e Londra, seguite a ruota dal sempre più deludente Obama, di attivare l'intervento militare.
Chi sarà in futuro a decidere quali violenze contri i civili sono accettabili o meno saranno solo e sempre le superpotenze militari imperialiste e occidentali. E lo faranno con il sostegno del sistema di informazione mondiale che selezionerà alla bisogna chi e come andrà bombardato, chi potrà o meno rimanere al potere.
Chi stabilisce, infatti, che si decide di bombardare la Libia, mentre si consente all'Arabia Saudita di inviare truppe per sedare le proteste nel vicino Baherein, mentre si lascia il presidente dittatore da trentadue anni dello Yemen, Abdullah Saleh, sparare da giorni sulla folla che ne chiede a gran voce e da tempo le dimissioni? Si arriva al paradosso che la petromonarchia del Qatar, anch'essa impegnata nel reprimere le proteste del Baherein con il suo esercito, ha allo stesso tempo annunciato che invierà i suoi caccia per la democrazia in Libia.
Tutto ciò dimostra solo come nel caso libico si è da subito tentato di intervenire militarmente per interessi geopolitici.
Quale è infatti la razionalità politica di tale scelta? Semplice.
Come sempre, ciò che muove gli eserciti non sono le intenzioni umanitarie, ma ben altre ragioni e motivazioni. Seguite il petrolio, il gas e i dollari e troverete la risposta.
Per ciò che riguarda la Francia e la sua frenesia di menar le mani si segua, oltre alla via del petrolio, quella dell'uranio che alimenta le sue centrali nucleari e quelle che vende per il mondo.
Il cessate il fuoco unilaterale dichiarato dal governo libico forse lascia del tempo per cercare di evitare la tragedia di una guerra nel mediterraneo. Temiamo duri poco. Sarà cercato in ogni modo un pretesto per giustificare comunque l'attacco, ora che una parvenza di legittimità internazionale è stata data dalla sciagurata risoluzione 1973.
L'Onu, che dovrebbe prevenire i conflitti fra gli Stati, in questo caso ha varato una decisione che potenzialmente potrebbe allargarlo e diffondere la guerra. Una decisione quindi si storica, ma per stupidità. Una stupidità alla quale, naturalmente, non si sottrae il governo italiano, pronto a dare basi uomini e mezzi all'impresa. In buona compagnia del Pd - già d'altronde in prima fila nelle guerre umanitarie del passato - che condivide apertamente tale scelta.
Mentre la situazione in Libia stava precipitando, solo alcuni paesi progressisti dell'america latina hanno avanzato, invece di minacce e proclami, una proposta di mediazione, di soluzione politica del conflitto capace di scongiurare la guerra civile e l'intervento esterno. Questa proposta è rimasta colpevolmente abbandonata. Se vi sono ancora degli spiragli per evitare il peggio vanno usati ed agiti fino in fondo. Serve da subito una mobilitazione del popolo della pace per fermare la macchina da guerra che sta scaldando i suoi motori. Serve scendere subito in piazza contro la guerra e per chiedere che l'Italia rimanga fuori da questa nuova e sciagurata avventura bellica. Noi ci saremo.

3/15/2011

PARASSITI O LAVORATORI?

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Sono le parole usate nel modulo che i dipendenti pubblici sono obbligati a firmare, quando usufruiscono dei permessi lavorativi ai sensi della Legge 104/92, ciò che è stato stabilito da una recente Circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica.
I permessi lavorativi in questo caso sono richiesti ,per legge, a tutela di chi ha un familiare invalido per l'assistenza ad esso rivolta,spesso un figlio.
Sembrerebbe uno scherzo, ma è la triste realtà, dopo la lotta e la caccia ai falsi invalidi, che ha animato questi ultimi mesi, il dfp, ha pensato di far leva sula coscienza del lavoratore, richiamandolo ad una seria analisi su quello che sta facendo.
La ferocia con cui il governo si accanisce contro la categoria degli invalidi e loro famiglie, tocca soglie di intolleranza e presecuzione, infatti la stessa dicitura avrebbe potuto essere applicata verso chi chiede permessi per malattia , interrogando il dipendente se ha effettivamente bisogno di assentarsi dal lavoro.
Rileviamo metodi sempre più aggressivi e anticostituzionali, inoltre questo rischia di innescare un sentimento di sopportazione da parte di quei lavoratori che sostengono di dover lavorare di più per colpa dei colleghi che usufruiscono dei privilegi della legge 104.
Intendiamo sottoporre la questione alle associazioni di difesa del disabile oltre che denunciare all'intera opinione pubblica. la crescente ostilità del governo; in un momento di emergenza politica. economica e culturale, qualcosa di grave sta avvenendo nella quasi totale indifferenza.
La nostra indignazione si fa sempre più forte!

Barbara Tamanti
resp. Welfare PRC
fed. Castelli

3/13/2011

PRC- FdS Al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici Aiazzone-Emmelunga

CON I LAVORATRI E LE LAVORATRICI IN LOTTA!
MUSICA CONCERTO CENA DI SOLIDARIETA'
GIOVEDì 17 MARZO CONCERTO GRUPPO VOCALE "CRISTALLO"
ORE 15,00 MERCATINO DELLE SOLIDARIETA', A SEGUIRE MUSICA ... CENA.
POMEZIA -PRESSO ASSEMBLEEA EMMELUNGA - AIZZONE
S.S. PONTINA KM, 28,200
Hatem. 3290529187


"una giornata dedicata a noi"

Dibattito al femminile al circolo PRC di Ardea

Ottima la riuscita dell'iniziativa promossa dalle donne di rifondazione ad Ardea. La discussione , arricchita dalla partecipazione dell'autrice Tommasina Soraci che ha presentato il libro , la storia di una donna scrittrice ed edititrice, quindi una figura rivoluzionaria per i tempi in cui essa è vissuta, si è sviluppata con spunti storici per approdare ai tempi moderni, in cui c'è la presa d'atto che molto si è fatto, molto c'è da fare, ma soprattutto molto si è perduto. Probabilmente un monitoraggio attento da parte delle donne e l'aver dato per acquisiti il diritto e la parità.
Un ruolo fondamentale assumono ovviamente i media che forniscono modelli lontani e spesso irraggiungibili che deviano le priorità cui ogni donna dovrebbe fare riferimento, la strumentalizzazione è una di queste.
Dall'incontro, partecipato e gradevole è emersa tra tutte, la necessità del ritrovarsi tra donne per il confronto e il sostegno, troppo spesso anello mancante dettato proprio da un ritmo di vita sempre più dispersivo e senza remore possiamo affermare maschilista. L'assemblea si è interrogata sul gioco dei ruoli anche nella politica, riconoscendo la natura devastante del metodo tutto maschile di utilizzare le donne per far aggregazione, capacità indiscussa da attribuire alla natura femminile.
Ringraziamo Tiziana Bartolini per la partecipazione, le donne del circolo per l'organizzazione, i pochi uomini presenti, che hanno sentito la necessità di esserci ed intervenire e naturalmente ringraziamo tutte le partecipanti con le quali ci siamo licenziate proponendoci di dare una continuità all'abitudine del trovarci ancora sedute in circolo a dibattere di noi!

Ardea PRC circolo Graziosi
segr, Barbara Tamanti

3/07/2011

Un te' tra donne per discutere di donne


A 40 anni dalla grande mobilitazione femminista, che affonda le sue radici proprio nella lotta delle donne che a sinistra hanno saputo imporre la riflessione sulla condizione della donna e ottenuto risultati storici, dobbiamo dolorosamente prendere atto che il berlusconismo ha stravolto e annullato il modello femminile che l'italia cominciava ad accettare, quello di una donna consapevole, determinata, dotata di autonomia. Numerosi sono gli agenti che hanno contribuito a un inversione di tendenza perfino nell'autostima e nella fiducia di genere. Numerosi gli attacchi ideologici e strumentali che la politica moderna ha messo in atto .
Crediamo doveroso dedicare questo otto marzo 2011, ad una sana discussione tra donne, sulla questione femminile ponendo e ponendoci una domanda:" cosa è cambiato?"
Per questo il circolo PRC/fds Ardea invita le donne del territorio a partecipare all'incontro-dibattito

un momento di riflessione tra donne, per dare la possibilità a ognuna di esprimersi sul tema.
Sarà inoltre, nostra gradita ospite Tommasina Sorace, autrice e scrittrice, che in questi giorni sta presentando il nuovo libro "Christine de Pizane", città delle donne donne di ieri e di oggi.
Conclude Tiziana Bartolini direttore di "noi Donne", storica rivista interamente dedicata alle tematiche femminili.
Fuori dalle logiche maschili per la riaffermazione della politica alle donne.

IL 12 Marzo ore 16.oo presso v.le San Lorenzo 46
tor san lorenzo Ardea
sezione PRC Ardea circolo "Graziosi"

l'attacco alla scuola di Berlusconi è un'offesa agli insegnanti


L'attacco alla scuola pubblica da parte di Berlusconi è un'offesa a tutte le insegnanti e gli insegnanti, peraltro costretti, per garantire il rispetto del principio costituzionale del diritto all'istruzione per tutte e per tutti, anche ad operare in situazioni rese sempre più difficili proprio dall'azione del suo Governo. L'evidente tentativo di ingraziarsi una platea integralista e di ammiccare alle gerarchie vaticane per ottenere uno sguardo ancora più benevolo sulle sue vicende personali e politiche, non toglie nulla alla gravità delle sue affermazioni e mette in luce, se ancora ce ne fosse bisogno, il vero obiettivo dell'azione del governo: la distruzione della scuola pubblica.
Gravissime anche le affermazioni sulle adozioni ai single e sulle coppie omosessuali: un ulteriore tributo reazionario offerto dal Governo al Vaticano. Le successive precisazioni del Presidente del Consiglio, in evidente difficoltà di fronte all'ondata di reazioni indignate, confermano il furore ideologico di questa destra contro la scuola pubblica, "colpevole" di formare, anche grazie alla libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione, cittadine/i consapevoli e non sudditi ubbidienti. Alla Gelmini, che straparla di scuola pubblica e privata sullo stesso piano, non possiamo che consigliare un corso accelerato di "Cittadinanza e Costituzione", insegnamento da lei stessa istituito e, non a caso, mai fatto decollare. Di una ministra che tace a fronte di un così grave insulto a tutta la comunità scolastica, a un così grave attacco alla funzione della scuola pubblica, così come sancita dal dettato costituzionale, non possiamo che continuare a chiedere le dimissioni. A questo ulteriore segno di degrado civile e politico si deve reagire con determinazione, innanzitutto con la ripresa delle lotte studentesche e delle lavoratrici e dei lavoratori, costruendo lo sciopero generale per cacciare Berlusconi e il suo Governo.

Dipartimento scuola - PRC