circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

6/23/2010

Sosteniamo lo sciopero generale della CGIL Contro la manovra antipopolare del Governo.

La Federazione “Castelli, Colleferro, litoranea” di Rifondazione Comunista sostiene lo sciopero generale indetto dalla CGIL per il 25 giugno.

Ancora una volta viene varata una manovra economica che fa pagare tutti i costi della crisi ai lavoratori. Ancora una volta vengono messi sotto attacco del governo i diritti dei lavoratori, dei pensionati e degli studenti. Il governo invece di affrontare i problemi: della disoccupazione, del precariato, della sicurezza nei luoghi di lavoro, della poverta' per intere fasce di popolazione, vara una manovra antipopolare che aggrava le difficoltà dei ceti popolari e affossa ogni regola di minima equita' sociale, tutto a carico dei lavoratori niente a carico dei padroni.

E' possibile e necessario risanare il Paese a partire dalla costruzione di un fisco più giusto che finalmente tocchi i grandi patrimoni, le rendite finanziarie e contrasti l'evasione fiscale. E' possibile e necessario risanare il Paese con veri tagli gli sprechi: le spese militari, le grandi opere, le auto blu, gli stipendi di politici e top manager .

Vogliamo un Paese in cui TUTTI facciano la loro parte per il risanamento non solo i lavoratori dipendenti e le piccole attività a carattere familiare.

Diciamo no a tutto questo! Il PRC invita tutti i lavoratori ad aderire allo sciopero generale e tutti i cittadini a partecipare alle iniziative promosse dalla CGIL per venerdì 25.

Marco Bizzoni

organizzazione PRC federazione “Castelli”


6/17/2010

I REGOLAMENTI SULLA SCUOLA SUPERIORE RESTANO ILLEGITTIMI

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei regolamenti su Licei, Istituti tecnici e Professionali suona come una maldestra regolarizzazione tardiva, una sorta di condono, che non risolve la situazione di illegittimità che sta caratterizzando l'intervento del governo sulla scuola.

Non uno dei numerosi altri provvedimenti sulla base dei quali si sta stravolgendo l'assetto delle scuole superiori ha ancora efficacia – dai nuovi programmi alle classi di concorso, dalle confluenza degli istituti nei nuovi indirizzi al decreto sugli organici – alcuni di essi sono addirittura allo stato di bozze. Per un governo che ha fatto dello stravolgimento delle regole, comprese quelle costituzionali, una costante della propria iniziativa, evidentemente questo è un dettaglio ininfluente.

I testi dei regolamenti pubblicati, che non hanno tenuto in alcun conto i pesanti rilievi ricevuti dagli organi consultivi, confermano il loro carattere illegittimo e dimostrano ulteriormente l'accanimento con cui si sta perseguendo il progetto di demolizione della funzione costituzionale della scuola pubblica. Ne emerge, come abbiamo denunciato fin dalla loro presentazione, un progetto di scuola classista e immiserita nei contenuti, nella quale le esigenze di crescita culturale, civile e sociale dei cittadini cedono il posto ad altri obiettivi: fornire alle imprese lavoratori inconsapevoli dei propri diritti e selezionare le future classi dirigenti. Un progetto che si completa con l'ulteriore attacco alla scuola e ai suoi lavoratori contenuto nella manovra economica appena varata, ispirata alla più dura politica antisociale.

La risposta che la scuola sta dando, con le tante iniziative locali e con la massiccia partecipazione allo sciopero degli scrutini e alla manifestazione del 12 giugno, dimostra che la volontà di opporsi e ancora molto viva.

Da qui bisogna ripartire per estendere la mobilitazione, a cominciare dallo sciopero del 25, e costruire un movimento di massa che, fin dalla ripresa di settembre, sia capace di contrastare con efficacia l'azione governativa.

Per chiunque sia convinto, come noi lo siamo, che la conoscenza è un bene comune, difendere la scuola pubblica deve diventare una priorità politica.

Vito Meloni – Responsabile Nazionale Scuola PRC-SE

6/01/2010

LA MANOVRA MASSACRA IL TESSUTO CULTURALE DEL PAESE

Dopo i tagli del ministro Gelmini ai fondi per la scuola e per l’università, dopo i tagli del ministro Bondi a tutta la produzione culturale, arriva la scure di Tremonti sull’intero tessuto culturale italiano.
Si tolgono i fondi pubblici alle più importanti istituzioni culturali e centri di ricerca del nostro paese: dall’Istituto di studi filosofici all’Associazione per la riforma dello Stato, dal Centro di ricerche aerospaziali all’Accademia nazionale delle scienze, dal Centro sperimentale di cinematografia alla “Quadriennale” di Roma, dalla Fondazione Basso all’Istituto Gramsci, dalla Fondazione Einaudi al Gabinetto Vieussieux.
Un elenco lungo 232 tra fondazioni, associazioni, istituti, accademie che senza il finanziamento pubblico rischiano la chiusura.
Un patrimonio di milioni di documenti, ricerche, studi, volumi che rappresenta la storia del nostro paese e che viene sottratto al paese.
Dopo aver tentato di mettere a tacere la cultura e l’informazione, adesso si vogliono tagliare le radici della nostra storia, privatizzare la ricerca e la formazione.
Rifondazione Comunista è al fianco di tutto il mondo della cultura nella lotta contro questa nuova forma di fascismo e di genocidio culturale.

Paolo Ferrero
Segretario Nazionale PRC

Con i lavoratori della Playtex in lotta!

Continua la mobilitazione di Rifondazione Comunista al fianco dei lavoratori della Playtex di Pomezia. Nei giorni scorsi, su invito del circolo locale, il gruppo regionale ha sollecitato la convocazione di un tavolo istituzionale che le organizzazioni sindacali prima, l'amministrazione comunale poi avevano richiesto.

Inoltre i due consiglieri regionali della Federazione della Sinistra, Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, si sono recati – assieme all'Assessore Mirarchi, il segretario federale del PRC e una delegazione dei circoli di Rifondazione di Ardea e Pomezia – in visita ai 122 lavoratori per i quali l'azienda ha previsto il licenziamento.

Un impegno continuato anche con una cena a base di riso palestinese, salsicce e vino preparata per i lavoratori che sono da una decina di giorni in presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica, alternandosi giorno e notte.

Una mobilitazione che intendiamo proseguire, mettendoci a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori, fin quando la loro battaglia non sarà vinta e il diritto all'occupazione garantito.