circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

12/16/2010

Piano rifiuti, il TAR boccia il gassificatore di Albano

«Il TAR del Lazio ha annullato la delibera della precedente giunta sul gassificatore di Albano. La notizia è di un paio di giorni fa, ma è rimasta coperta dalla questione della fiducia». Lo afferma Gianni Alemanno a margine dell’assemblea 2010 dei Giovani imprenditori di Roma a cui ha partecipato anche il presidente UIR, Aurelio Regina. Il TAR aveva chiesto tempo per esaminare il ricorso. Secondo il sindaco di Roma però la decisione è già stata presa: «Abbiamo avuto notizia che una sentenza del TAR ha bloccato la delibera, ricorreremo al Consiglio di Stato però questo indebolisce fortemente la soluzione Albano e rilancia invece il problema di progettare e individuare nuovi impianti».

Il sindaco ha poi chiarito le possibili soluzioni alternative: «Le aree individuate non dovranno essere necessariamente due, ma anche una sola con impianti di maggiore potenzialità». Conclusione sulla priorità per la città di Roma: «Il problema più immediato che dobbiamo fronteggiare è l’alternativa a Malagrotta». Il progetto legato al gassificatore-inceneritore di Albano Laziale prevede la costruzione dell’impianto nella località Roncigliano. Il piano però ha trovato fin da subito una forte opposizione tra la popolazione dei Castelli Romani. Lo scorso ottobre, un corteo aveva sfilato lungo la via Appia, tra Albano, Ariccia e Genzano. Solo il ricorso al Consiglio di Stato potrebbe riaprire i giochi.

Dal quotidiano gratuito DNews del 16 dicembre 2010

12/13/2010

14 Dicembre. Movimenti in piazza per l’alternativa.

di Roberta Fantozzi

“E’ iniziata l’era del conflitto” stava scritto sullo striscione che gli studenti hanno srotolato a Termini durante le mobilitazioni contro il ridisegno privatistico e classista dell’Università. Quelle mobilitazioni sorprendenti per ampiezza, determinazione ed intelligenza, che non si sono fermate dopo l’approvazione alla Camera del DDL Gelmini, che hanno conquistato un primo risultato “imponendo” lo slittamento della discussione al Senato a dopo il voto sulla fiducia del 14 dicembre, che continuano a crescere nelle scuole e nelle università del paese. L’era del conflitto si contrappone all’ epoca Dopo Cristo di Sergio Marchionne: al disegno che, nella crisi, vuole spazzare via ogni conquista del movimento dei lavoratori, ogni diritto sociale, in nome della “guerra” tra imprese in competizione sul mercato globale.
In quello slogan è contenuta tutta la consapevolezza e la determinazione del movimento degli studenti, sulla partita aperta, una partita che riguarda la scuola e l’università, ed insieme i diritti del lavoro, il welfare, la democrazia. Una partita che riguarda il futuro dei livelli di civiltà, in Italia e in Europa: l’esito di una crisi che domanda la costruzione di un’alternativa di modello sociale e a cui invece si risponde accentuando le politiche che alla crisi hanno portato, dentro un’idea di società neocastale. Farla finita con l’idea del diritto al sapere, bene comune per eccellenza e costruire una scuola ed un’università dell’esclusione, in mano agli interessi privati delle imprese. Farla finita con i contratti collettivi e i diritti del lavoro: con le newco, la destrutturazione della contrattazione, il collegato lavoro. Farla finita con i diritti sociali, attaccati pesantemente dalle manovre del governo e che il nuovo patto di stabilità europeo che ci si appresta a firmare a metà dicembre, vuole distruggere definitivamente: scaricando su pensioni, sanità, servizi sociali, il debito della speculazione finanziaria. I movimenti che hanno attraversato il nostro paese, le lotte nei luoghi di lavoro, per la scuola e l’università pubblica, contro la privatizzazione dell’acqua, il nucleare e le grandi opere, le lotte per “il futuro bene comune” sono la buona notizia di questi mesi. La mobilitazione del 16 ottobre è stata un momento di connessione importante di quelle lotte che domandano una continuità, domandano di pesare sull’agenda politica e di costruire un’altra politica, che riapra una possibilità di trasformazione. Il 14 dicembre la rete “uniti contro la crisi” costituita da realtà di movimento, esperienze sociali, singole e singoli ha promosso una giornata di mobilitazione per circondare il Parlamento e far vivere le ragioni della “sfiducia” della società e dei movimenti al governo Berlusconi. Una grande assemblea popolare sotto Montecitorio, una mobilitazione in tutti i territori, come esercizio di democrazia, domanda di un’alternativa incompatibile con governi “tecnici”, di “transizione” , “di responsabilità nazionale” magari incaricati di fare le manovre che “l’Europa ci chiede”. Per mandare via Berlusconi e il berlusconismo. Per lo sciopero generale. Per ricostruire la possibilità di un’alternativa. Noi ci saremo.

12/07/2010

Per Sacconi gli invalidi sono solo imbroglioni


Prendiamo le distanze dalle dichiarazioni del min, Sacconi in merito al calo del 20% per le
richieste di invalidità, dato riportato dall'inps che ha chiuso il bilancio annuale, 2009.
Secondo il saggio ministro il merito va ad una politica che usa "il filtro duro".
Pur sostenendo la lotta contro i falsi invalidi,riteniamo offensivo e discriminatorio il commento del ministro, il quale vanta il merito di aver risparmiato inducendo il calo di richieste per invalidità, attraverso un più sano confronto tra valutatore ed erogatore, riteniamo che il calo è dovuto semmai a politiche di terrorismo,tentativi di scoraggiamento e ipotesi di di categorizzare le invalidità. Oltre che un meccanismo complesso per accedere alle richieste é falsa e faziosa l'affermazione che si è operato un risparmio a vantaggio delle cassa statali, ne sono la dimostrazione le pensioni in sospensione per le quali sono in attesa centinaia di ricorsi sui quali la magistratura si esprimerà nel merito, con evidente aggravio di spese dello stato. Per l' anno in corso è prevista la richiesta soltanto on.line, probabilmente al prossimo bilancio inps per l'anno 2011 assisteremo ad ulteriori cali, imputabili a un iter più complicato e non alla portata di tutti.
Cosi' il ministro invece di agevolare e sostenere gli invalidi italiani, gli rende la vita più complicata in nome del risparmio collettivo.
In poche parole il ministro Sacconi sostiene che grazie al pugno duro ha smascherato una massa di imbroglioni, la categoria degli invalidi non è costituita pero' da mistificatori e occorre rispetto quando si parla dei cittadini più deboli e
bisognosi di aiuto , ricordiamo che stiamo parlando di poche centinaia di euro procapite.
Se questo governo intende perpetrare una lotta contro i mulini a vento per non affrontare i veri grandi temi del fallimento economico politico e sociale del paese, noi non staremo a guardare, siamo sempre pronti a discutere ed indicare chi siano i veri imbroglioni del nostro bel paese.

PRC federazione "Castelli"
Barbara Tamanti
resp. welfare