circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

9/04/2021

I LAVORATORI ROMANI INSORGANO INSIEME A QUELLI DELLA GKN

 


Roma, Rifondazione Comunista di Roma e del Lazio saluta ed esprime solidarietà al “Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze”, che oggi, 4 settembre, sarà a Roma per partecipare ad un’assemblea.

E’, quella dei lavoratori e delle lavoratrici Gkn di Firenze, una vicenda emblematica del nostro tempo. Il padronato agisce senza tregua nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici, che pagano l’assenza di propria, vera, rappresentanza in Parlamento.

Non è un caso che il governo Draghi abbia sbloccato i licenziamenti, tra i balbettii isolati di un ministro e la volontà padronale di ristrutturare la produzione, facendone pagare i costi ai lavoratori, la scelta è stata ineluttabile; con il beneplacito di tutti i partiti in Parlamento, in maggioranza e all’opposizione, M5S, PD, FI, Lega, FdI. Così come all’annuncio dei licenziamenti via Whatsapp, dopo le immediate lacrime di coccodrillo, alle parole non sono seguite azioni concrete di sostegno da parte di Conte, Letta, Salvini, Meloni.

I lavoratori e le lavoratrici Gkn sono stati lasciati soli dalla politica nazionale, ma non si sono arresi e nel corso di quest’estate hanno mostrato di non essere isolati, hanno messo in evidenza che l’organizzazione, la combattività, la voglia di non subire più, paga.

Per questo non si sono divisi tra chi è dipendente diretto della multinazionale e gli altri lavoratori e lavoratrici dello stabilimento. Per questo hanno cercato il collegamento con lavoratori e le lavoratrici di altre aziende che stanno vivendo una condizione simile. Per questo stanno facendo l’Insorgiamo tour, svolgendo assemblee e dibattiti in diverse città d’Italia.

All’ingiustizia che stanno subendo, i lavoratori e le lavoratrici Gkn, hanno deciso di non abbassare la testa e di rispondere con un grido di riscatto, chiamando a raccolta quanti, in qualsiasi parte d’Italia stanno subendo ingiustizia, ricatto, sfruttamento, abuso.

Basta con i licenziamenti, le delocalizzazioni, gli appalti sulla pelle di chi lavora, il lavoro nero, le morti sul lavoro, le busta paga truffa, la colpevolizzazione dei giovani che rifiutano salari da fame, l'inquinamento in nome del profitto, le pensioni sempre più ritardate, i servizi lasciati ai profitti dei privati, l’assenza di qualsiasi piano per il lavoro nel nostro Paese.

Basta con la paura di perdere il lavoro, è tempo di unire le lotte, le vertenze, i conflitti del lavoro e nella società.

I lavoratori e le lavoratrici di Roma e del Lazio, di aziende in crisi o che si sentono particolarmente “protetti”, i disoccupati, i pensionati, etc, sono tutti invitati a partecipare all’assemblea che si svolgerà a partire dalle 14,00 al Renoize 2021 - parco Schuster.

Lavoratori e le lavoratrici della Gkn di Firenze con la loro insorgenza hanno indicato la strada,

seguiamo il loro esempio.

Nessuno si salva da solo, solo con una lotta comune potremo cambiare e riprenderci quanto ci è stato tolto.


Roma 4 settembre 2021

Marco Bizzoni, referente lavoro Roma-Lazio, Partito della Rifondazione Comunista

8/13/2021

PRC Lazio VITALIZI: E’ ORA DI ABROGARLI, ZINGARETTI FERMI GLI AUMENTI.


Martedì 10, prima della pausa estiva, PD e M5S nel consiglio Regionale del Lazio hanno approvato in bilancio una norma che regala 500 euro in più agli ex consiglieri che sono stati anche parlamentari e che quindi godono del doppio VITALIZIO.

“Nell’autunno del 2012 RIFONDAZIONE COMUNISTA – afferma Marco Bizzoni, referente Lavoro PRC Lazio - consegnò alla Corte d'Appello di Roma oltre 50 mila firme certificate di cittadini che chiedevano un referendum per cancellare i VITALIZI,  gli ultimi eventi rendono evidente che avevamo ragione”. ZINGARETTI si guardò bene dal far svolgere il Referendum, visto che il PRC non aveva eletti in Consiglio Regionale e il M5S si accontentò di una legge che avrebbe dovuto ridurli.

Approvata la legge di riduzione deii vitalizi tutti si riempirono la bocca di  parole come ritorno alla legalità, vittoria contro i vitalizi etc, etc, ma: “oggi accade ciò che allora denunciammo - afferma Maurizio Fabbri segretario regionale del PRC - sarà sufficiente un emendamento al bilancio per far ripartire i privilegi, ZINGARETTI deve fermare gli aumenti approvati”.

Ci sono voluti anni affinché i cittadini dimenticassero gli ignobili privilegi di cui godevano i Consiglieri Regionali. Così solo oggi, ZINGARETTI e il M5S, possono pian piano riprendere quelle pratiche che sono state tipiche delle DESTRE, FI, Fratelli d’Italia, che allora, giunta POVERINI, si chiamavano Popolo della Libertà (PdL).

Non si può tornare indietro, la politica deve essere un servizio ai cittadini non uno strumento per acquisire privilegi. Il partito della Rifondazione Comunista chiede al presidente della regione Lazio Zingaretti di fermare gli aumenti e di ABROGARE definitivamente i VITALIZI.

Maurizio Fabbri, Segretario Regionale Lazio

Marco Bizzoni, referente lavoro Lazio

Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

6/22/2021

A proposito della sinistra e le elezioni a Roma - IL BRUSCOLINO4

Le primarie del PD, per scegliere il candidato a sindaco di Roma, si sono concluse.

In questi giorni la sinistra integrata al centrosinistra si è spesa per i suoi candidati, spiegando ai militanti ed agli elettori che era importante partecipare: per trattenere il PD su posizioni popolari e civiche, per dare una lezione al potere del suo apparato, che ha accoltellato Marino ed è colluso con i poteri forti della città. Bisogna partecipare, hanno detto, per portare avanti una diversa idea di Roma rispetto a quella del PD, a cui si intendeva contendere la guida del governo della città e dei municipi.

Il risultato, ma guarda un po’ che sorpresa, è stato quello di legittimare l’esponente politico che il PD aveva già indicato.

Così l’esito delle primarie ci consegna un quadro politico che mistifica la realtà: il candidato eletto non è di sinistra, ma del PD, un partito liberale. Però, grazie alla sconfitta dei candidati delle sinistre integrate e alla compiacenza della stampa, amica e avversaria, apparirà agli occhi dei cittadini come il campione della sinistra e l’unico legittimo avversario alle destre al comune di Roma.

Non vi è nulla di più falso di questa rappresentazione, basti vedere con chi governa attualmente il PD, presente nel governo Draghi con Forza Italia e Lega, che parlano di federarsi con l’alleato Fratelli d’Italia per costruire un centrodestra unito.

Che politiche per Roma porterà avanti il candidato sindaco del PD?

La memoria ci ricorda che a Roma il PD ha sempre proposto la privatizzazione delle aziende municipalizzate, per regalare ai padroni la ricca opportunità di fare profitti sulla pelle della città. Mentre i cittadini, in questi anni, hanno sempre difeso con petizioni e referendum i servizi pubblici. Ricordiamo la compiacenza urbanistica del PD con i costruttori e la sua politica sociale della casa, che quando veniva realizzata tendeva ad espellere oltre il GRA i soggetti beneficiari. Ci sarebbe altro da aggiungere ma il quadro mi sembra chiaro.

La sinistra integrata, che con le primarie ha mostrato tutta la sua impotenza nel confronto con il PD, ora parla di allearsi e generare una lista unica, anch’essa con il solito scopo di trattenere, contendere, competere con il PD. Rassicurando i propri elettori sulle politiche che verranno portate avanti a Roma, con la carta d’Intenti del centrosinistra sottoscritta per le primarie. Tuttavia, qualche esponente del PD ha già dichiarato a mezza bocca che la carta non può essere considerata una bibbia intoccabile. Le primarie hanno messo in evidenza chi sarà a determinare le scelte politiche future, alla sinistra integrata, unita o meno, non resta che un’utilità ornamentale.

Non c’ è dunque alcuna speranza per i lavoratori e le lavoratrici romani? Dovranno turarsi il naso e sperare bene? Non è così.

Certamente non lo sapete, la stampa dei padroni non divulga certe notizie, ma da tempo, alcuni soggetti politici, qualche soggetto sociale che non ha dovuto vendere l’anima al PD, comitati, associazioni, gruppi e singoli, stanno elaborando un progetto politico alternativo al falso bipolarismo delle politiche gemelle del centrodestra e del centrosinistra.

I generosi militanti ed elettori, che per cercare cambiare qualcosa, hanno sostenuto i candidati delle sinistre integrate nelle primarie del PD, sono stati sconfitti dalla irriformabilità di quel sistema di potere. Tuttavia quei militanti e quegli elettori devono sapere che non è necessario ingoiare il rospo del meno peggio di un candidato Sindaco del PD, ma possono continuare nella loro battaglia di cambiamento grazie alla generosa disponibilità di un intellettuale militante, l’urbanista Paolo Berdini, che conosce i mali di Roma e che da anni si batte per contrastarli.

L’alternativa c’è, e può avere molta forza, se ognuno di noi gli darà la sua.

Marco Bizzoni

3/06/2021

Roma, Sindaca Raggi perché distruggi le aziende Partecipate?


Farmacap, Ama, Atac, Roma Metropolitane, il disastro delle partecipate della Giunta Raggi, inizia a diventare una tempesta perfetta per distruggere il servizio pubblico di Roma.

Ama quattro anni senza bilanci approvati, Atac due anni di bilanci mancanti, Farmacap bilanci non discussi e approvati dal 2013 ad oggi, Roma Metropolitane messa in liquidazione della società, malgrado vi siano tutte le professionalità per progettare ciò che serve a migliorare la mobilità a Roma a costi molto più bassi di quelli di mercato.

I bilanci sono strumenti di controllo, programmazione e gestione di natura economica, pratica, ed essendo le società di Roma Capitale, democratica. La loro mancata discussione e la mancata approvazione hanno conseguenze sui lavoratori, sulla qualità dei servizi, sulla qualità della vita nella città.

La maggioranza del M5S, e la sindaca Raggi, hanno consentito che sino ad oggi le società partecipate di Roma Capitale potessero operare in queste condizioni torbide, confuse e oscure. Tutto ciò non può più essere solo irriso o imputato ad una presunta capacità incapacità amministrativa.

Rifondazione Comunista denuncia la sempre più una evidente natura di carattere politico di questo stato di cose. L’amministrazione Raggi formalmente si impegna negli atti pubblici a mantenere la natura pubblica dei suoi servizi e sostanzialmente opera, o non opera a seconda dei casi, affinché quegli stessi servizi falliscano, fino a consentire che si possano generare possibili ipotesi di liquidazione coatta delle proprie partecipate.

In questo modo i Cinquestelle intendono “liberare” i cittadini di Roma dalla possibilità e dall’onere di avere un servizio pubblico efficiente e consegnare loro il privilegio di poter far generare, sulla loro pelle, ricchi profitti ad aziende private. Ai referendum sull’Atac e la Farmacap i romani hanno risposto in modo forte e chiaro che sono contro le privatizzazioni. Oggi la giunta Raggi vuole arrivare a privatizzare strangolando economicamente le proprie partecipate con delle gestioni scellerate e inducendo nei cittadini stanchezza, delusione e disgusto di ogni attività pubblica.

Rifondazione comunista si oppone a questo lucido disegno e sostiene le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici. Nelle partecipate vi è un’elevata presenza di lavoro femminile di alta qualità, saranno loro quelle che pagheranno il prezzo più alto se si perderanno posti o si dequalificherà il lavoro.

Anche per questo diciamo No a politiche che portano alla privatizzazione e rilancio delle aziende municipalizzate con assunzioni e miglioramento dell’efficienza dei servizi.

Vogliamo un buon lavoro per tutte e per tutti perché è il primo passo per avere un buon servizio per i cittadini e le cittadine.


Commissione Lavoro

federazione Roma, Castelli, Litoranea

Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra europea

2/20/2021

Assemblea Romana delle lavoratrici e dei lavoratori, mettere al centro i diritti di chi lavora.

 


Venerdì 19, con una diretta facebook, si è svolta l’assemblea Romana delle lavoratrici e dei lavoratori di Rifondazione Comunista; in preparazione della Conferenza nazionale che si svolgerà il 27 e 28 Febbraio.

Lo scopo dell’assemblea era quello di tornare a far parlare i lavoratori in prima persona dei problemi e delle difficoltà presenti oggi nei luoghi di lavoro. Nella sua introduzione ll segretario della federazione di Roma, Castelli, Litoranea, Vito Meloni, non ha nascosto che vi siano state difficoltà, negli ultimi anni, nell’azione del PRC evidenziando tuttavia la “ripresa di attenzione sul tema del lavoro da parte di Rifondazione Comunista.”

Nelle due ore e trenta in cui si è svolta l’assemblea 15 lavoratori e lavoratrici hanno raccontato le loro condizioni materiali sui luoghi di lavoro. Dipendenti pubblici, Co.co.co, lavoratori autonomi, smartworker, Partite Iva “per necessità”, sindacalisti, lavoratori nei trasporti hanno ragionato insieme, riflettendo sui problemi nel mondo del lavoro e sulle necessità per uscire dalle condizioni di ricatto create dall’approvazione del Jobs Act e dalla cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori; che ha reso precari anche i lavoratori e le lavoratrici cosiddetti “a tempo indeterminato.”

Frantumazione dell’uguaglianza nel lavoro Pubblico, in cui sulla stessa tipologia di lavoro vi sono lavoratori con contratti diversi e con diversi diritti e redditi. Disinvestimento sui servizi pubblici che ha prodotto il peggioramento dei servizi stessi. Smartworking, inteso dalle aziende come opportunità, deregolamentata, per incrementare senza oneri l’orario di lavoro dei dipendenti riducendo diritti e reddito. L’autosfruttamento dei piccolissimi artigiani e commercianti, nel tentativo di mantenere a galla le loro attività e gli aiuti irrisori dello Stato e della Regione. Le condizioni di sfruttamento schiavistico che incontrano i giovani nell’entrare nel mondo del lavoro, a cui vengono proposte retribuzioni da 6 euro l’ora. Questi e molti altri temi sono stati discussi o solo accennati, rimandando ad altri incontri ulteriori analisi ed approfondimenti.

L’assemblea, tuttavia, non è stata solo una raccolta di lamentele, ma un momento di riflessione su ciò che Rifondazione Comunista ha già fatto, proposto e propone. L’abrogazione della legge “Fornero” e la possibilità di andare in pensione a 62 anni o con 40 anni di contributi, il ripristino dell’Art.18, la necessità di un salario minimo di almeno 10 euro netti, la necessità di assicurare ad ogni cittadino-cittadina un reddito reale, potenziando il “Reddito di Cittadinanza ed eliminando le condizionalità. “Dopo il fallimento di tutti i Partiti, oggi in Parlamento, – ha detto Marco Bizzoni, referente per il lavoro – è stato chiamato il salvatore della Patria Draghi. Rifondazione è contro questa scelta che ha lo scopo è quello di salvare il Sistema, tornando ad imporre i vincoli del Neoliberismo, prevedendo una spesa pubblica, non a favore dei lavoratori, ma dei profitti del capitale.”

Rispetto questo progetto FdI ha annunciato che farà l’opposizione di sua maestà, mettendosi fuori dal mucchio selvaggio del centrodestra-centrosinistra al Governo, perché così si nota meglio. Rifondazione Comunista, invece, chiede che il 31 marzo sia prorogato il blocco dei licenziamenti e si continui ad assicurare la cassa integrazione, si nazionalizzino le aziende di interesse strategico per il Paese, si avvii una campagna di almeno 500mila assunzioni nel Pubblico. E’ ora di cambiare il Sistema, cancellare la precarietà lavorativa e di vita, impedire la totale sottomissione all’impresa dei lavoratori, investire sul pubblico come elemento di crescita e tutela economica, sociale e culturale del Paese. E’ necessario costruire un nuovo modello economico-sociale, perché un altro mondo è possibile.