circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

1/17/2014

21 GENNAIO1921 24 GENNAIO 2014: È SEMPRE PIÙ NECESSARIO PRATICARE IL COMUNISMO




Venerdì 24 gennaio presso la pizzeria La Bruschetta in Via Batteria Siacci ad Anzio, i Circoli Prc E. Che Guevara di Anzio, Antonio Gramsci di Nettuno e Marcello Graziosi di Ardea, e la Federazione provinciale Castelli, Colleferro e litoranea sono lieti di invitare iscritti, simpatizzanti e cittadini al dibattito “1921-2014, contro la crisi economica, politica e morale è sempre più necessario praticare il comunismo”. Al dibattito sarà presente il direttore di Liberazione.it Dino Greco con il quale ripercorreremo, insieme a esponenti storici comunisti del territorio, le vicende storiche che videro protagonista il Pci fondato a Livorno il 21 gennaio del 1921 e sciaguratamente sciolto nel febbraio del 1991. L’iniziativa non sarà soltanto una commemorazione storica, ma sarà anche l’occasione di riflettere sulla necessità di rilanciare una nuova e rinnovata pratica comunista in vista del socialismo del XXI secolo.
Oggi, a più di vent’anni da quel disgraziato 1991, vediamo tutti come il capitalismo, che nell’89 sembrava vittorioso e destinato a risolvere tutti i problemi dell’umanità, sia entrato in una crisi che dura ormai da 7 anni e che vede vittime proprio le classi sociali che il comunismo novecentesco voleva liberare. I media nascondono criminalmente una verità lampante: il 10% della popolazione mondiale possiede oltre la metà delle ricchezze mentre il restante 90% si divide il resto. Le guerre sono ormai all’ordine del giorno, e in settembre solo la presa di posizione cinese e russa ha evitato che la crisi siriana scatenasse un conflitto mondiale. Le politiche di austerità, che colpiscono solo i ceti più bassi contribuiscono a deprimere l’attività economica, mentre la vita politica nazionale ed europea è ormai agli occhi delle masse solo fonte di corruzione e ruberia. L’Europa liberista a trazione germanica è ormai ostaggio degli interessi privati delle banche e degli speculatori. In poche parole: il capitalismo ha semplicemente fallito.
Questa consapevolezza però tarda ad entrare nella coscienza dei cittadini colpiti dalla crisi, i quali nel nostro paese non riescono a manifestare il proprio disagio se non rifiutando la vita politica in quanto tale, rifugiandosi nel privato. Ma questa fuga dalla realtà aumenta il senso di impotenza generale e spesso sfocia nella disperazione di fronte al dramma della perdita del lavoro, della casa e delle proprie certezze. Il dramma dei frequenti suicidi o delle violenze in ambito familiare ci parla proprio di questo.
Ora più che mai invece è necessario lottare per la trasformazione sociale del paese e del mondo intero, così come stanno facendo i popoli del Sud America e di molti altri paesi un tempo sottosviluppati, che stanno rialzando la testa contro lo strapotere delle potenze capitalistiche, Usa in testa. Ma anche in Europa ci sono forze come Syriza in Grecia, Front de gauche in Francia, Linke in Germania, Izquerda unida in Spagna, che mostrano come un'altra società sia possibile e lottano per realizzarla. In nome dei nostri ideali cerchiamo insieme a loro di rilanciare una pratica e una teoria comunista per il XXI secolo, a partire dai territori e dalle contraddizioni che viviamo sulla nostra pelle: la partita non è chiusa!

Appuntamento alla Bruschetta, Via Batteria Siacci Anzio il 24 gennaio alle ore 19,00. A seguire Cena sociale al prezzo di 15 euro. Per le prenotazioni chiamare il 3496800579.


L'INIZIATIVA é UN MOMENTO POLITICO, SOCIALE CENTRALE DELLA FEDERAZIONE. TUTTI I COMPAGNI SONO INVITATI AD INTERVENIRE.

ENTRO MARTEDI 22 SIETE PREGATI DI CONFERMARE LA VOSTRA PRESENZA a: humbertone@libero.it
Circolo “Ernesto Che Guevara” Anzio

1/11/2014

Siamo contro la speculazione infrastrutturale e chiediamo che siano risolti i problemi della mobilità dei pendolari.


La pubblicazione in gazzetta ufficiale della delibera del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, inerente il Completamento del corridoio tirrenico meridionale e la Bretella autostradale Cisterna-Valmontone, apre di fatto alla speculazione territoriale, chiamata infrastrutturazione del quadrante Roma sud.
Noi non ci stiamo. Siamo, invece, insieme alle comunità che vedranno sventrati i propri territori, perchè così Lorsignori potranno realizzare più alti profitti, mentre i coltivatori locali vedranno devastata la possibilità di mantenere coltivazioni di qualità ed i lavoratori pendolari non troveranno alcun giovamento da quelle infrastrutture.
Quelle autostrade serviranno unicamente ad alimentare il trasporto su gomma delle merci, cioè serviranno proprio ad alimentare un tipo di trasporto ad alto impatto ambientale ed economico che dovremmo limitare\trasformare.
Il Partito della Rifondazione Comunista, federazione Castelli, Colleferro, Litoranea, farà la propria parte nella battaglia per impedire questo nuovo scempio dei nostri territori.
Per far ciò riteniamo che la regione Lazio debba dare risposte positive e concrete alle difficoltà di quelle migliaia di pendolari che quotidianamente si arrabattano come possono per cercare di arrivare in tempo nei posti di lavoro della capitale.
Per questo motivo riteniamo che sia ora di dare avvio ad una altra politica di sviluppo dei trasporti, una politica che privilegi il trasporto pubblico su quello privato ed il trasporto su rotaia di quello su gomma.
É giunta l'ora di dare avvio alla realizzazione di una metropolitana di superficie da Roma ad Ardea (via Pomezia), di recuperare, ripristinare, potenziare le linee ferroviarie regionali e di mettere in sicurezza la Pontina.

Odg approvato all'unanimità al Comitato Politico Federale della federazione Castelli, Colleferro, Litoranea

PRC, Contro la violenza fascista nei nostri paesi


PRC Castelli, Colleferro, Litoranea, Contro la violenza fascista nei nostri paesi.


In questi giorni diversi giornali hanno riportato la notizia di un'aggressione fascista a Genzano ad un redattore di radio Default. Ancora una volta, sul nostro territorio, la violenza fascista vorrebbe mettere a tacere chi cerca di creare controinformazione ed organizzazione popolare. Il Partito della Rifondazione Comunista, federazione “Castelli, Colleferro, Litoranea, esprime piena solidarietà al compagno oggetto dell'intimidazione fascista.
Quanto è avvenuto a Genzano non non è il frutto di una ragazzata, ma una scelta politica, una prassi aggressiva che non colpisce chiunque, ma individua e attacca chi la pensa diversamente. Perchè il pensiero della sinistra antagonista è un pericoloso elemento di risveglio della coscienza di classe popolare, assopita dai media e confusa dalla crisi economica. Quel risveglio, che può impedire alle varie organizzazioni fasciste che inquinano i nostri paesi, di rimestare nello scontento popolare, con vecchie tesi irrazionali di immigrati che rubano il lavoro e generano criminalità e della necessità dell'uomo forte per risolvere i problemi.
A testimoniare la pericolosità di questi individui non è solo il fatto che praticano la classica tecnica dello squadrismo fascista dei molti contro uno, ma anche la presenza di coltelli, che evidenziano come nella mente dei fascisti la vita degli avversari sia solo un'inutile orpello.
Per questi motivi non solo chiamiamo i cittadini dei nostri paesi alla vigilanza democratica ma riteniamo che sia il momento di mettere in atto un processo di riscatto dell'antifascismo che, rifiutando il piano dello scontro fisico, riporti alla comprensione dell'uomo della strada che lo scontro tra fascismo e antifascismo non è un derby calcistico, ma il momento fondamentale del delinearsi di una civiltà. Lo scontro è quindi tra un'ideologia irrazionale di morte, odio e sopraffazione dell'uomo sull'uomo come quella fascista e la difesa delle libertà nell'ambito del quadro democratico da sempre terreno di azione del'antifascismo.

Odg approvato all'unanimità al Comitato Politico Federale della federazione Castelli, Colleferro, Litoranea

I comunisti e il congresso della Cgil


A gennaio partirà il XVII congresso della Cgil. Il principale sindacato si prepara a discutere del proprio ruolo per il futuro in oltre 60mila luoghi di lavoro.
Al congresso si confronteranno due documenti alternativi. Il documento che ha come prima firmataria la segretaria della Cgil Susanna Camusso, dal titolo Il lavoro decide il futuro, e quello alternativo Il sindacato è un'altra cosa.
Un evento di importanza strategica in cui i comunisti hanno l’opportunità di discutere e promuovere le idee per contrastare il capitalismo.
La delusione tra i lavoratori per quel che la Cgil ha fatto, e soprattutto non ha fatto, in questi anni di crisi è tanta. Troppo spesso si sono limitati a guardare lo scempio che governi e padroni hanno fatto in questi anni. Non una proposta adeguata alla crisi economica, la più profonda dal dopoguerra ad oggi, mai una vera politica di opposizione al massacro sociale.

Con il rilancio dell’unità di vertice con Cisl e Uil, e Confindustria, vedi gli accordi del 28 giugno 2011, quello del 31 maggio 2013, nei quali si apre definitivamente alle deroghe contrattuali e si infligge un nuovo duro colpo alla già provata democrazia nei luoghi di lavoro, il gruppo dirigente della Cgil ha contribuito significativamente al contenimento del conflitto nel paese.

Il congresso della Cgil dovrebbe essere in primo luogo l’occasione per fare un bilancio di quanto fatto dal gruppo dirigente, e questo bilancio è fallimentare. Non uno dei problemi che la crisi ha prodotto per i lavoratori è stato affrontato in modo adeguato. Il contratto del pubblico impiego era e resta tutt’ora bloccato. La disoccupazione è vertiginosamente salita, in particolare quella femminile e giovanile. La cassa integrazione continua a condannare centinaia di migliaia di lavoratori sul lastrico, le aziende continuano a chiudere.

L’anno scorso il governo Monti ha portato a casa la peggiore riforma pensionistica della storia del paese, ha abolito l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ha drammaticamente peggiorato il sistema degli ammortizzatori sociali, praticamente senza incontrare un minimo di resistenza da parte della Cgil. L’unica cosa che la Cgil è riuscita a fare contro le pensioni fu un inutile sciopero di tre ore, frutto della mediazione con Cisl e Uil che proponevano uno sciopero di due ore.

Una delle argomentazioni che molti dirigenti hanno sostenuto per giustificare l’impasse sindacale è che a causa della profonda crisi, la più grave dal dopoguerra, i lavoratori sono più ricattabili e spaventati. Per questo motivo la strategia sindacale non può che essere quella di resistere aspettando tempi migliori, ovvero la tanto sospirata ripresa, attesa ormai come un messia.
Non è la passività dei lavoratori che obbliga i dirigenti sindacali ad assumere posizioni più prudenti, è la mancanza di iniziativa, la disponibilità ai compromessi sempre al ribasso dei dirigenti che demoralizza i lavoratori. Lo sciopero contro la riforma delle pensioni di Monti ne è un esempio lampante. Ma senza andare troppo indietro nel tempo basta guardare come è stato organizzato lo sciopero di metà novembre di Cgil, Cisl e Uil sulla legge di stabilità. Uno sciopero di quattro ore con una piattaforma a dir poco moderata. Non per nulla lo sciopero è stato un fallimento.

Anche quando la Cgil si è opposta ad accordi capestro, non firmandoli, nulla è stato fatto per mettere in piedi vertenze e mobilitazioni alternative. Per giustificare la necessità di far uscire la Cgil dall’isolamento si sono santificati accordi con Confindustria, Cisl e Uil, promuovendo generiche richieste di equità nel ridistribuire la ricchezza prodotta dai lavoratori il cui risultato è stato solo di caricare i lavoratori di più sacrifici, vedi il patto dei produttori firmato con Cisl, Uil e Confindustria durante la festa nazionale del Partito democratico a Genova lo scorso settembre. Partito democratico che egemonizza i vertici della Cgil e che è il principale responsabile della sua deriva a destra.

Con buona pace del Presidente del consiglio e del Presidente della Repubblica, non c’è nessuna ripresa alle porte e ogni giorno i padroni affondano il colpo in modo sempre più arrogante, vedi l’interminabile sequenza di disdette di contratti in modo unilaterale in tutti i settori.
Serve quindi una piattaforma di lotta, cosa che il documento della Camusso evita accuratamente di proporre. La logica della concertazione è finita in un disastro. C'è bisogno di un programma di difesa dei diritti dei lavoratori che metta in discussione le compatibilità imposte dal sistema, attraverso una mobilitazione radicale.

Per tutte queste ragioni diventa decisivo sostenere una posizione nettamente alternativa nel prossimo congresso della Cgil.
L'idea di poter influenzare il gruppo dirigente della Cgil attraverso la presentazione di emendamenti al documento, per altro minimi, è una strategia a perdere che non condizionerà nulla e che getterà nello sconforto i militanti, delegati e lavoratori che giustamente in questi ultimi anni hanno avuto in primo luogo nella Fiom un punto di riferimento con cui tentare di resistere all'offensiva padronale.

Una posizione alternativa è rappresentata dal documento Il sindacato è un'altra cosa. Il confronto nella Cgil inizia con forze contrapposte estremamente sproporzionato. Da un lato il mastodontico apparato della Cgil che godrà dei vantaggi che questo comporta, in termini di agibilità e risorse, dall’altra un documento che dovrà basarsi principalmente sui delegati.
Il nostro partito a livello di federazione, dei circoli presenti al suo interno e le compagne ed i compagni tutti si impegnano nel dare un sostegno attivo al congresso della Cgil al documento alternativo, contrastando la deriva dei vertici della Cgil responsabile in questi anni di essere saliti sul carro dell'unità nazionale e di aver messo la sordina al conflitto sociale.

odg approvato con 7 voti a favore, 5 contrari, 3 astenuti

1/09/2014

Convocazione Comitato Politico Federale

Partito della Rifondazione Comunista 
federazione Castelli Colleferro, Litoranea


Il Comitato Politico Federale è convocato presso il circolo di Lanuvio il giorno 9 gennaio alle ore 18,30 con il seguente odg:




1) elezione segreteria
2) tesseramento 2014
3) amministrative 2014
4) iniziative politiche
5) varie ed eventuali
 
Cordiali saluti

Albano Laziale 3\1\2014

Marco Bizzoni
Segretario federazione "Castelli, Colleferro, Litoranea"