circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

2/28/2015

Anzio, 10 marzo, parliamo della cattiva scuola di Moratti, Gelmini, Renzi


Cari compagni e care compagne

Il Prc di Anzio invita studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, precari, famiglie e tutti coloro che hanno a cuore le sorti della scuola pubblica a partecipare all'assemblea/dibattito: Difendiamo la scuola della Costituzione del 10 marzo dalle ore 16 presso Villa Sarsina ad Anzio. Il governo Renzi continua il ventennale attacco contro la scuola pubblica iniziato con le riforme avviate purtroppo col centrosinistra, proseguite poi con la Moratti e con la Gelmini. Da anni giace in parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per la scuola della Costituzione che potrebbe invece ridare alla scuola la sua dignità e la sua capacità di essere laboratorio di uguaglianza sociale, sapere critico e democrazia. Renzi vuole una scuola soggiogata al mercato, con l'enorme potere arbitrario dei dirigenti scolastici, l'aumento delle disparità sociali ed economiche tra le varie scuole, la mortificazione professionale economica e sociale degli insegnanti. L'assunzione dei famosi 140.000 precari, non basta a superare la piaga della precarietà, che riguarda almeno il doppio dei docenti in via di assunzione, e che avviene in un quadro di riduzioni di stipendi, precarizzazione generalizzata, aumento delle ore di lezione, ricattabilità. Bene fanno gli studenti a protestare e a volere una scuola che difenda il diritto allo studio, il sapere critico e che li faccia crescere come persone, come cittadini, oltre ad entrare nel mondo del lavoro o all'università preparati e capaci. Serve ben altro della buona scuola di Renzi, a partire da una rinnovata e potenziata politica di edilizia scolastica, quando invece assistiamo continuamente a episodi di crolli e disagi continui dovuti allo stato di semi abbandono in cui versano di fatto gran parte degli edifici scolastici. Ne parliamo il 10 marzo con Vito Meloni eLoredana Fraleone responsabili nazionali rispettivamente di scuola e università del Prc. Saranno presenti rappresentanti sindacali del territorio, dei genitori, degli studenti, degli insegnanti e dei precari.


Prc Anzio

2/27/2015

Albano Laziale elezioni comunali 2015 la SINISTRA c'è

Dopo un lungo processo di interlocuzione con le forze politiche e sociali che si richiamano alla Sinistra ed anche democratiche, dopo aver interloquito con i cittadini con incontri sul territorio e in momenti specifici: il dibattito contro “la buona scuola” di Renzi, che vuole abbattere la scuola pubblica annunciandone il suo miglioramento; la denuncia della facoltà di agire di cui godono delle forze neofasciste e razziste nel nostro comune, grazie all’assenza di intervento di chi, come il prefetto, dovrebbe impedirle, evidenziando la loro illegittimità democratica; l’iniziativa di controinformazione e di lotta contro il TTIP, cioè il trattato di commercio che vorrebbe sottomettere i diritti dei cittadini a quelli delle aziende; la costituenda lista della sinistra è giunta ad una prima fase di definizione della propria esistenza: quella della registrazione ufficiale del proprio simbolo elettorale attraverso cui i cittadini potranno sceglierla alle prossime elezioni comunali di Albano Laziale

Simbolo che in questo momento è possibile vedere on line sulla pagina FB www.facebook.com/sinistra.albano .

Purtroppo non tutte le interlocuzioni sono riuscite. Malgrado la disponibilità a discutere di temi e problemi cercando insieme le soluzioni, alcuni singoli hanno scelto l’avventura in un’indifferenziata lista civica che potrebbe avere l’esito di riportare le destre al governo del paese, mentre alcune soggettività non hanno voluto sentir ragioni sulla necessità per dare più forza alla SINISTRA unita mettendo in secondo piano la propria visibilità identitaria. Ciò rappresenta un limite di cui siamo consapevoli, da parte nostra ci sentiamo impegnati, fino alla fine, nel cercare di superarlo.

Nel lungo dibattito che ha portato alla costituzione della lista il collettivo di cittadini, militanti di partito, società civile che vi ha partecipato ha individuato come compito della lista quello di lavorare per realizzare una città in cui trovino diritto di cittadinanza: – le pari opportunità di partecipazione legate al genere ma anche quelle per i soggetti più deboli, disabili, anziani, giovani, – la democrazia partecipativa per i cittadini, – attenzione ai problemi delle nostre comunità, alla valorizzazione del lavoro ed alla difesa dell’ambiente.

Accanto a questi obiettivi il collettivo, e i comunisti di Rifondazione Comunista e del Partito Comunista d’Italia sostengono pienamente la lista; insieme  hanno convenuto sulla necessità di ribadire la propria adesione ai valori della nostra Costituzione e quindi porsi in opposizione a qualsiasi forma o espressione di fascismo, razzismo, sessismo. Volendo rappresentare sinteticamente tutto ciò agli elettori con un nome non si è trovato termine più adatto che la parola SINISTRA, questo sarà il nome della lista.

Per riferimenti: mail: sinistra.albano@gmail.com

2/20/2015

Oggi, come ieri e sempre, NO al fascismo!


Attraverso una nota facebook siamo venuti a conoscenza che 23 antifascisti sono stati denunciati per manifestazione non autorizzata a causa della loro presenza in piazza ad Albano durante l'inaugurazione della “sede” di Forza Nuova lo scorso ottobre.
Il Partito della Rifondazione Comunista federazione Castelli, Colleferro, Litoranea trova sconcertante e condanna l'ampia agibilità politica che le forze dell'ordine assicurano a queste forze razziste, xenofobe, sessiste, omofobe e fasciste, mentre intervengono con piglio intimidatorio e repressivo nei confronti degli antifascisti a cui va la nostra solidarietà.
Ricordiamo che non stiamo parlando di una politica battaglia delle idee, ma della vigilanza a tutela della democrazia costituzionale. Vogliamo ricordare che Mussolini ed Hitler utilizzarono la democrazia per giungere al potere e poi se ne sbarazzarono. Vogliamo ricordare che nella Costituzione è tutt'ora presente il divieto di ricostituzione del partito fascista e che questo è l'unica autorizzazione che gli antifascisti debbono avere per manifestare in piazza la propria contrarietà ad ogni espressione, sociale o politica, delle organizzazioni che si richiamano al fascismo.
I Castelli Romani, democratici e antifascisti, rifiutano la presenza di ogni organizzazione politica di matrice fascista, razzista, omofobica e sessista. Il PRC dei Castelli continuerà nella sua azione culturale e politica affinché la cultura antifascista, da cui emerse la nostra carta Costituzionale, non sia messa in soffitta. Per questo invitiamo tutti i sinceri democratici a collaborare ed a sentirsi impegnati contro la ripresa e riorganizzazione politica di subculture nemiche della democrazia, dei diritti e della convivenza civile.
Marco Bizzoni
PRC federazione Castelli, Colleferro, Litoranea

Lanuvio, Conferenza di Organizzazione 2015

Un partito è tale anche per la sua capacità di riformarsi ed adattarsi alle nuove sfide da affrontare. Per questo Rifondazione Comunista sta organizzando una Conferenza di Organizzazione. Questa parte dagli oltre mille circoli in tutta Italia, ed a Lanuvio si terrà nella mattina di sabato 21 febbraio, dalle 10 e 30, presso la sede in Piazza Nicola Valentino 11.
La discussione di compagne e compagni si baserà sull'analisi del documento firmato dal gruppo di lavoro interno: a partire da quello sarà possibile capire quale direzione si vorrà imprimere al partito nel suo lavoro a Lanuvio, e trasmettere le proprie opinioni ai livelli superiori sull'operato a livello sovracittadino e nazionale.
La conferenza è aperta ad iscritti, simpatizzanti, ed ai saluti delle altre forze politiche democratiche ed antifasciste all'opera sul territorio di Lanuvio.

2/12/2015

Invito della federazione PRC Castelli, Colleferro, Litoranea alla manifestazione "È cambiata la Grecia, cambiamo l'Europa"

 È cambiata la Grecia, cambiamo l'Europa
Manifestazione nazionale sabato 14 febbraio a Roma, ore 14.30, Piazza Indipendenza
Con la vittoria di Syriza per la prima volta in Europa c’è un governo che mette apertamente in discussione l’agenda neoliberista, difendendo i diritti di tutti i popoli europei e la stessa democrazia. Siamo tutti invitati ad impegnarci per costruire la massima mobilitazione a sostegno del governo di Syriza.

I treni utili per la nostra federazione sono: Velletri: 11,53 , Nettuno: 12,07 , Zagarolo: 12,11 , Albano Laziale: 11,44

 In piazza troverete lo striscione della federazione PRC Castelli, Colleferro, Litoranea
 Marco Bizzoni

2/10/2015

“Cambia la Grecia cambia l’Europa, manifestazione sabato 14 febbraio a Roma alle ore 14.30

Care compagne e cari compagni, questa settimana è densa di importanti appuntamenti, cui il nostro partito deve portare il massimo del suo contributo.
Stare con la Grecia e con Syriza non è mera questione di solidarietà, quanto piuttosto scegliere da che parte stare, ovvero la parte giusta. Significa lottare contro l’austerità, le politiche della Troika e della BCE, significa scegliere la democrazia.
Abbiamo detto “E’ cambiata la Grecia cambiamo l’Europa” a questo fine in molte capitali europee si svilupperanno nei prossimi giorni molte iniziative.
Come saprete l’11 ci saranno presidi e flash mob in tutta Italia e sabato 14 febbraio è indetta una grande manifestazione a Roma alle ore 14.30 con partenza da Piazza Indipendenza fino al Colosseo. La manifestazione è promossa da “Cambia la Grecia cambia l’Europa” e cioè dalla campagna nata su iniziativa di compagne e compagni dell’Altra Europa con l’obiettivo di allargare il campo di chi sostiene la Grecia e si batte contro l’austerità.
Alla manifestazione hanno già aderito: L’ALTRA EUROPA, FIOM, FLC, FP, PRC, SEL, AZIONE CIVILE, ARCI, ACT, SINISTRA EURO MEDITERRANEA, RETE DELLA CONOSCENZA, TILT, SINISTRA ANTICAPITALISTA, ROSS@ ed è di pochi minuti fa anche l’adesione della CGIL .
Un clima davvero positivo e unitario che, per l’ampiezza delle adesioni, dà la cifra della rilevanza dello scontro in atto.
La FIOM nella riunione preparatoria di ieri si è impegnata perché i propri iscritti si mobilitino al massimo e organizzerà i pullman per Roma, in particolare per le regioni del SUD.
Vi chiediamo, di attivarvi all’interno dei comitati Altra Europa per coordinare le iniziative necessarie a portare a Roma tante e tanti compagni/e, e ottimizzando l’organizzazione dei pullman.
Così come vi chiediamo di partecipare numerosi alle iniziative indette verso la manifestazione.
Grazie per l’attenzione, e per la mobilitazione che metterete in campo.
La segreteria

2/07/2015

L'Italia e le foibe. No alla memoria unilaterale

 NO AL FASCISMO! è il messaggio che emerge dai bombardamenti di Propaganda Fide e dal dramma delle foibe.
Albano Laziale 10 febbraio ore 17,30 sala Vespignani, accanto al museo civico
https://www.facebook.com/events/423958601105468/?pnref=story

 A giudicare dalla stampa slovena e croata che arriva a Trieste, i discorsi pronunciati in Italia per la «Giornata del ricordo», da quello del Capo dello Stato agli altri in centinaia di località, hanno destato interesse ma anche preoccupazione negli ambienti politici e nella popolazione della Slovenia e della Croazia, soprattutto in Istria. In questa regione, teatro degli eventi ricordati per le foibe e l'esodo, proprio in questi primi giorni di febbraio le associazioni della Resistenza e le famiglie delle vittime delle stragi fasciste e naziste, hanno commemorato le vittime di alcune stragi compiute nel febbraio 1944 dagli occupanti nazisti e dai collaborazionisti repubblichini italiani al loro servizio - militanti nella X Mas, nella Milizia Territoriale, nei reparti armati del Partito Fascista Repubblicano e in altre formazioni.
La «Giornata del Ricordo» del 10 febbraio, coincide dunque con anniversari altrettanto tragici e tristi per le popolazioni italiane, slovene e croate dell'Istria che, dopo una breve parentesi «partigiana» (dal 9 settembre ai primissimi giorni di ottobre 1943) conobbero l'occupazione nazista, l'annessione all'«Adriatische Kunstenland» tedesco e - soprattutto nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 1943 - un'interminabile serie di massacri di civili, di incendi di villaggi e di deportazioni. Con l'aiuto dei fascisti italiani i tedeschi diedero la caccia agli «infoibatori», ai combattenti della Resistenza, ai cosiddetti «badogliani» e a tutti coloro che gli si opponevano, massacrando nel giro di pochi mesi oltre 5.000 civili italiani e slavi e deportandone 12.000 nella sola Istria. Un'altra ondata di stragi e di distruzioni si ebbe nel febbraio-marzo-aprile 1944, sempre con la complicità e il sostegno dei fascisti italiani. Quello che la stampa slovena e croata rimprovera agli uomini politici italiani è il fatto che «la memoria italiana è una memoria selezionata»: è giusto rievocare le tragedie delle foibe e dell'esodo, ma perché - si chiedono il Novi List di Fiume, il Vjesnik di Zagabria, la Slobodna Dalmacija di Spalato, il Delo di Lubiana ed altri - non si ricordano i venti anni di persecuzioni fasciste contro gli slavi in Istria e le stragi in Montenegro, Dalmazia e Slovenia sotto l'occupazione dell'esercito italiano dall'aprile 1941 all'8 settembre 1945? Perché non si ricordano le vendette compiute «dopo le foibe del settembre 1943», nel litorale adriatico?
Il pubblicista e storico zagabrese Darko Dukovski, intervistato dal Novi List ha duramente condannato i «crimini della rivoluzione» riconoscendo che «la storia delle foibe è strettamente collegata alla storia dell'esodo degli italiani dall'Istria e da Fiume», aggiungendo che «una delle conseguenze delle foibe fu l'esodo e, quindi, lo stravolgimento della fisionomia etnica dei territori ceduti dall'Italia alla Jugoslavia col trattato di pace. Il che non significa, però, che fascisti e non fascisti furono gettati nelle foibe per stravolgere la fisionomia etnica della regione». Anche perché, sloveni e croati che pure finirono nelle foibe furono dieci volte più numerosi degli italiani. «Si offende la verità - continua lo storico - quando da parte italiana, oggi, si parla di genocidio e di pulizia etnica. Si tratta del tentativo di falsificare la verità storica, di presentare il movimento resistenziale croato e sloveno come criminale». Dukovski cita - senza però relativa data - un documento fascista: il tenente della Mvsn Domenico Motta che in una relazione segreta alla questura di Pola affermò che gli insorti istriani, nella prima metà di settembre 1943 avevano «liquidato» per lo più segretari del Fascio, podestà ed altri gerarchi insieme a innocenti vittime di vendette personali. E Conclude il suo intervento (due paginoni del quotidiano) difendendo le posizioni del presidente croato Stjepan Mesic. Affermando che «la vendetta delle foibe posta in atto dagli insorti-partigiani istriani» nel settembre 1943 ma anche nell'immediato dopoguerra, «non giustifica i crimini: le foibe restano un crimine ingiustificabile»; infine afferma che, «le ricerche devono continuare e bisognerà continuare a trattare questa tematica ma con obiettività, restituendola agli storici; purtroppo - sono certo che la verità e l'obiettività continueranno ad essere calpestate dai politici fino a quando le foibe e l'esodo serviranno a raccogliere consensi politici e voti. Il crimine non può essere dimenticato, deve essere ammonimento alle future generazioni, ma bisogna ricordare i crimini compiuti da ambo le parti».
Più o meno questa è la posizione degli osservatori croati e sloveni: sarebbe ora che i responsabili politici in Croazia e Slovenia riconoscessero apertamente, pubblicamente, le stragi compiute in Istria nel settembre 1943, a Zara e Fiume, a Trieste e Gorizia e dintorni nell'immediato dopoguerra da parte delle truppe jugoslave; non si deve però parlare di odio anti-italiano, perché migliaia di soldati italiani furono aiutati dai partigiani e civili croati e sloveni a salvarsi dai tedeschi. Gli eccidi che portarono alla morte o alla scomparsa si circa diecimila fascisti e non fascisti furono crimini e basta, non prodotto di odio anti-italiano. Al tempo stesso sloveni e croati chiedono che anche da parte italiana, e al più alto livello, ufficialmente, vengano riconosciute e condannate le stragi compiute dai fascisti e dall'esercito italiano in Montenegro, Dalmazia, Croazia e Slovenia dall'aprile 1941 all'inizio di settembre 1943, e le stragi dei repubblichini al servizio dei nazisti dall'ottobre 1943 a fine aprile 1945 sul «Litorale Adriatico». Solo così si potrà costruire una memoria condivisa.
Giacomo Scotti
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)