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6/22/2021

A proposito della sinistra e le elezioni a Roma - IL BRUSCOLINO4

Le primarie del PD, per scegliere il candidato a sindaco di Roma, si sono concluse.

In questi giorni la sinistra integrata al centrosinistra si è spesa per i suoi candidati, spiegando ai militanti ed agli elettori che era importante partecipare: per trattenere il PD su posizioni popolari e civiche, per dare una lezione al potere del suo apparato, che ha accoltellato Marino ed è colluso con i poteri forti della città. Bisogna partecipare, hanno detto, per portare avanti una diversa idea di Roma rispetto a quella del PD, a cui si intendeva contendere la guida del governo della città e dei municipi.

Il risultato, ma guarda un po’ che sorpresa, è stato quello di legittimare l’esponente politico che il PD aveva già indicato.

Così l’esito delle primarie ci consegna un quadro politico che mistifica la realtà: il candidato eletto non è di sinistra, ma del PD, un partito liberale. Però, grazie alla sconfitta dei candidati delle sinistre integrate e alla compiacenza della stampa, amica e avversaria, apparirà agli occhi dei cittadini come il campione della sinistra e l’unico legittimo avversario alle destre al comune di Roma.

Non vi è nulla di più falso di questa rappresentazione, basti vedere con chi governa attualmente il PD, presente nel governo Draghi con Forza Italia e Lega, che parlano di federarsi con l’alleato Fratelli d’Italia per costruire un centrodestra unito.

Che politiche per Roma porterà avanti il candidato sindaco del PD?

La memoria ci ricorda che a Roma il PD ha sempre proposto la privatizzazione delle aziende municipalizzate, per regalare ai padroni la ricca opportunità di fare profitti sulla pelle della città. Mentre i cittadini, in questi anni, hanno sempre difeso con petizioni e referendum i servizi pubblici. Ricordiamo la compiacenza urbanistica del PD con i costruttori e la sua politica sociale della casa, che quando veniva realizzata tendeva ad espellere oltre il GRA i soggetti beneficiari. Ci sarebbe altro da aggiungere ma il quadro mi sembra chiaro.

La sinistra integrata, che con le primarie ha mostrato tutta la sua impotenza nel confronto con il PD, ora parla di allearsi e generare una lista unica, anch’essa con il solito scopo di trattenere, contendere, competere con il PD. Rassicurando i propri elettori sulle politiche che verranno portate avanti a Roma, con la carta d’Intenti del centrosinistra sottoscritta per le primarie. Tuttavia, qualche esponente del PD ha già dichiarato a mezza bocca che la carta non può essere considerata una bibbia intoccabile. Le primarie hanno messo in evidenza chi sarà a determinare le scelte politiche future, alla sinistra integrata, unita o meno, non resta che un’utilità ornamentale.

Non c’ è dunque alcuna speranza per i lavoratori e le lavoratrici romani? Dovranno turarsi il naso e sperare bene? Non è così.

Certamente non lo sapete, la stampa dei padroni non divulga certe notizie, ma da tempo, alcuni soggetti politici, qualche soggetto sociale che non ha dovuto vendere l’anima al PD, comitati, associazioni, gruppi e singoli, stanno elaborando un progetto politico alternativo al falso bipolarismo delle politiche gemelle del centrodestra e del centrosinistra.

I generosi militanti ed elettori, che per cercare cambiare qualcosa, hanno sostenuto i candidati delle sinistre integrate nelle primarie del PD, sono stati sconfitti dalla irriformabilità di quel sistema di potere. Tuttavia quei militanti e quegli elettori devono sapere che non è necessario ingoiare il rospo del meno peggio di un candidato Sindaco del PD, ma possono continuare nella loro battaglia di cambiamento grazie alla generosa disponibilità di un intellettuale militante, l’urbanista Paolo Berdini, che conosce i mali di Roma e che da anni si batte per contrastarli.

L’alternativa c’è, e può avere molta forza, se ognuno di noi gli darà la sua.

Marco Bizzoni