circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

1/28/2013

Bizzoni: Solo i lavoratori possono risolvere i problemi dell’Italia. Insieme con RIVOLUZIONE CIVILE, vinciamo.


RIVOLUZIONE CIVILE, in queste elezioni offre un’alternativa politica, equa, rigorosa e perseguibile alle politiche fallimentari portate avanti sino ad ora e proposte dalla trimurti partitocratrica che sino a poco tempo fa governava insieme a Monti.
Di fronte alla crisi economica che continua a mordere la stampa dovrebbe chiedere conto a chi ha governato del perché questo avviene. Tuttavia oggi non si riesce più a capire quello che quotidianamente succede nel nostro Paese. I responsabili dell’attuale disastro Italia , invece di essere incalzati su quello che hanno realizzato con i loro provvedimenti, sono lasciati liberi di far finta che essi non hanno responsabilità.
Berlusconi con il suo ultimo governo, dopo anni di rassicurazioni criminali sulla capacità di tenuta dell’Italia rispetto alla crisi, è costretto dalla finanza internazionale a prendere atto della sua perdita di credibilità ed a dimettersi. Da quegli eventi invece di uscirne attraverso il democratico esercizio del voto ci venne detto che il voto un’opzione irresponsabile, che avrebbe lasciato l’Italia esposta alle turbolenze finanziarie internazionali e che non sarebbe stato utile per il Paese in quanto da svolgersi in quel caso con il Porcellum che era da cambiare. Per questo motivo fu fatto un governo di emergenza nazionale per non cadere nel baratro sull’orlo del quale ci aveva spinto Berlusconi e cambiare la legge elettorale.
Dopo un anno di governo Monti con l’appoggio parlamentare del PD, del PdL e dell’UdC a tutti i provvedimenti proposti dall’esecutivo scopriamo che gli stessi che ieri hanno approvato tutto oggi ci dicono che quei provvedimenti sarà necessario modificarli in quanto non adeguati. Nel Frattempo quei provvedimenti hanno inciso nel corpo vivo dei lavoratori italiani e non hanno portato alcun beneficio alla nostra economia, ma, al contrario, l’hanno depressa. Disintegrazione della tutela fondamentale dell’Articolo 18 dello statuto dei lavoratori ha portato a licenziamenti ingiusti e immotivati gestibili da parte dei padroni con un blando dazio economico. L’innalzamento dell’età pensionabile ha ridotto il turn over  sui posti di lavoro ed ha  immobilizzato i giovani nella precarietà, quando sono fortunati, e nella disoccupazione e dall’altra parte ha incastrato lavoratori che avevano i requisiti per andare in pensione con la precedente legislazione in un limbo senza reddito. Generando, cinicamente, sofferenza e disperazione sociale.
Oggi coloro che hanno creato il disastro economico e sociale che stiamo vivendo in Italia, PD, PdL, UdC si candidano a risolverlo, ma al fondo delle loro ricette non troviamo altro che la carota delle promesse e la certezza che chi continuerà ed essere spremuto per risolvere i problemi dello Stato saranno i lavoratori.
Vogliamo tornare all’integrità della formulazione dell’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori perché esso è l’unico argine allo strapotere dei padroni nei luoghi di lavoro e l’unica strumento in grado di tutelare la dignità di cittadino dei  lavoratori: Vogliamo tornare a due sole tipologie contrattuale, eliminando la precarizzazione della vita dei lavoratori in cui sono inchiodati tutti i giovani con i  contratti  di lavoro precari. Vogliamo che sia avviato un piano nazionale del lavoro e che sia penalizzata fortemente qualsiasi delocalizzazione produttiva. Vogliamo che sia ridotto il peso fiscale sulle buste paga dei lavoratori e che si realizzi un riequilibrio fiscale basato su di una maggiore progressività delle aliquote, rovesciando quanto accade oggi e facendo in modo che chi più ha versi proporzionalmente in modo maggiore, per questo è anche necessaria una patrimoniale per i patrimoni sopra il milione di euro.
Per questi motivi è necessario realizzare una RIVOLUZIONE CIVILE nelle prossime elezioni che spazzi via gli accordicchi che Monti ed il PD già stanno facendo sulle spoglie del PdL di Berlusconi politico credibile solo ai nostalgici del centrodestra che fu. L’avversario da battere per i lavoratori oggi è Monti.
RIVOLUZIONE CIVILE e la sola lista che propone una politica di equità sociale, la sola in grado di far ripartire l’economia del Paese ed assicurare il benessere di coloro che vivono del proprio lavoro, ed è su questo che alle elezioni chiediamo il vostro consenso.
Solo i lavoratori possono dare una svolta alle difficoltà dell’Italia. Insieme con RIVOLUZIONE CIVILE, vinciamo.

1/23/2013

Convocazione del Comitato Politico Federale

 A TUTTI I COMPONENTI IL CPF
A TUTTI I COMPONENTI LA CFG
A TUTTI I SEGRETARI DI CIRCOLO
A TUTTI GLI AMMINISTRATORI

E' CONVOCATO URGENTEMENTE IL CPF PER IL GIORNO SABATO 26 GENNAIO 2013 ALLE ORE 18,00
PRESSO IL CIRCOLO DI Albano Laziale, via don Minzoni 11 - 13
SUL SEGUENTE ODG.

1) campagna elettorale
3) VARIE.

Saranno in distribuzione i manifesti con il doppio simbolo.

IL SEGRETARIO
DANILO MARRA

1/18/2013

Rivoluzione Civile cresce nei sondaggi

da: http://www.oltremedianews.com
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Il sondaggio SWG per Agorà conferma il recupero di Berlusconi ai danni di Bersani. Intanto l’ex pm supera il 5%. Grillo tiene.

Se è vero che i sondaggi vanno presi con le molle, è anche vero che quando riflettono tutti la stessa tendenza, è probabile che non sbaglino. Il centrodestra sta recuperando, il centrosinistra perde terreno, la Rivoluzione Civile di Ingroia è in crescita costante. Questo è in sintesi il panorama disegnato dalla rilevazione SWG per “Agorà”. L’alleanza Pdl-Lega guadagna quasi due punti rispetto alla scorsa settimana(1.9%), attestandosi al 27,2%. Bersani e Vendola, invece, cedono nel confronto settimanale la stessa percentuale guadagnata dal centrodestra(1,9%), e si fermano al 33%. Stabile, ormai da tempo, il centro di Monti, che non raggiunge neanche il 14%. Respira invece Grillo, che dopo la flessione dei giorni scorsi recupera quasi un punto(0,9%). La sorpresa, infine, è la crescita di Rivoluzione Civile, il neo-movimento dell’ex pm Antonio Ingroia. Accreditato di un ottimo 5,4%, sorprende per il miglioramento da una settimana all’altra(0,9%). E considerando la flessione del centrosinistra e l’aumento di Grillo, può darsi che cominci a rosicchiare qualcosa proprio alla coalizione pro Bersani.



1/15/2013

ELEZIONI 2013: Ingroia supera Casini, Vendola e Lega.

da infiltrato.it PDF Stampa E-mail



di Carmine Gazzanni

Silvio Berlusconi continua ad occupare tutti i canali televisivi saltando da una rete all’altra (ma il copione, sempre lo stesso, non sta dando i risultati sperati); Mario Monti è ormai un politico a tutti gli effetti (di quelli da evitare) e lancia insulti e offese a destra e a manca; Pier Luigi Bersani, forse cosciente di una vittoria al momento scontata, se ne sta acquattato per non rischiare di aprir bocca e perdere voti; Beppe Grillo preferisce la strada dell’insulto facile a Giovanni Favia confondendosi, suo malgrado, con la bassa politica degli ultimi giorni.
Il teatrino insomma è ricominciato. Più basso che mai. Da Monti che insulta Berlusconi dandogli del “pifferaio magico”, allo stesso Cavaliere che risponde per le rime (“Che farà ora? Mi tasserà anche il piffero?”). Fino ai grillini che, per insultare l’ex Favia, ricorrono addirittura ai gretti mezzucoli della storpiatura dei nomi (da Ingroia a Ingoia). Non è il Bagaglino (anche se sarebbero stati tutti molto all’altezza). Più semplicemente è il palcoscenico politico italiano. Offese, battutine squallide, attacchi ad personam. Ma nel concreto nulla. Niente di niente. Si preferisce offendere. Un ottimo sistema per celare la mancanza di contenuti.
E, d’altronde, il basso livello politico che sta caratterizzando quest’inizio di campagna elettorale è evidente anche leggendo l’ultimo sondaggio registrato da Ibi media. In pratica tutti i partiti stanno perdendo fette importanti di percentuali. Scende il Pd pur rimanendo ben ancorato al posto di primo partito d’Italia (32,4 per cento, meno 2 rispetto alla precedente rilevazione); cala pesantemente il Movimento 5 Stelle (meno 4,5 per cento; ora è al 12 per cento). Perdono anche Sel, Udc e Lega Nord, tutti circa un punto percentuale in meno.
E il partito di Silvio Berlusconi? Lievemente in crescita: secondo i dati il consenso intorno al Cavaliere, grazie alle sua comparsate televisive, è cresciuto di due punti e mezzo (ora è al 18,4 per cento). C’è però da dire come questo risultato, in realtà, non sia affatto positivo: è fisiologico che il Pdl vada incontro ad una crescita. Non si può negare d’altronde che ci sia un fondo di verità nell’immagine secondo la quale l’Italia è un Paese fondamentalmente di centrodestra. È dunque impensabile che la coalizione del Pdl rimanga sotto il 20 per cento. Gran parte dell’ex elettorato berlusconiano è andato a rinfoltire la schiera di coloro che si asterrebbero dal voto , altri sono emigrati nel Movimento 5 Stelle, altri ancora (pochi per la verità) hanno preferito la sobrietà del professore della Bocconi.
ingroia-770x577Fatto sta che, con il ritorno del Cav, non è affatto da escludere che gli ex decidano di tornare alla casa madre. Ecco i motivi per cui Silvio Berlusconi vola di rete in rete: bisogna essere sempre presenti, fino alla noia, per recuperare voti. La strategia del Silvio bombing, però, non sta dando i risultati sperati: il Pdl è cresciuto di poco, la base leghista non condivide la scelta del vertice di allearsi con Berlusconi. In più, ormai, è quasi certo che entro la fine del mese arriverà anche la sentenza per il processo Ruby. Insomma, non è da escludere che tutte queste variabili possano giocare un brutto tiro al Cavaliere. Ecco perché, però, bisogna stare molto attenti: è facile che Berlusconi stia già studiando, col suo team capitanato da Paolo Bonaiuti, un colpo a sorpresa, un asso nella manica per ribaltare – così come fatto con l’ormai famosa letterina a Marco Travaglio – il tavolo del confronto.
Al momento, però, stando ai sondaggi, l’unico che si salverebbe dal mare magnum (et  foetidum) della politica italiana è Antonio Ingroia. Il leader di Rivoluzione Civile, infatti, si attesterebbe al 5,2 per cento, il doppio di quanto prenderebbe Casini (3,4), ben oltre la Lega Nord (5) e Sel (4,1) e a soli quattro punti di distanza da Mario Monti (9 punti percentuali per il professore).
La partita, insomma, è tutt’altro che chiusa. Mai nessun partito, alla prima rilevazione, era arrivato a tanto. Nemmeno Beppe Grillo. Il motivo di un così inaspettato consenso va ricercato senz’altro nella linea diversa (e, contrariamente a quanto si dica, questa sì realmente politica) adottata da Ingroia. Facili offese lasciate agli altri, poche perdite di tempo e attenzione ai problemi, quelli veri, quelli reali, quelli sentiti dai cittadini. Nessuna letterina, nessun pifferaio, nessuno slogan di cattivo gusto lanciato sul web per screditare l’amico di ieri solo perché ha fatto un’altra scelta e ora si ha paura possa rubare voti. Ma, invece, tanta concretezza. Ecco spiegato, dunque, il motivo per cui tanto il Pd quanto il M5S hanno cominciato a bersagliare a più non posso il magistrato sceso (o salito) in politica. Ognuno con i suoi mezzi: Beppe Grillo ricorrendo alla comicità (quella bassa, non da lui), i democratici chiedendo, come emerso ieri, un passo indietro al Senato perché si rischierebbe di non avere i seggi giusti per governare tranquillamente.
Ingroia, insomma, comincia a far paura. Anche e soprattutto per la squadra che sta mettendo su. Dopo i primi nomi di Franco Latorre, Gabriella Stramaccioni e Flavio Lotti, gli ultimi sono quelli di Giovanni Favia, di Sandro Ruotolo, di Ilaria Cucchi (la sorella del giovane Stefano morto in carcere dopo i maltrattamenti subiti il 29 ottobre 2009), dell’operaio Fiom di Pomigliano D’Arco Antonio Di Luca e di Mario Riccio, il dottore che accompagnò la morte di Piergiorgio Welby, divenuto simbolo nella lotta contro l’accanimento terapeutico. Scelte ponderate. Ognuno di questi candidati rappresenta un simbolo, una lotta civile, politica e sociale.
Perlomeno, dunque, c’è questo: Ingroia ha ben chiaro quali saranno le sue battaglie. Difficilmente si potrebbe dire lo stesso di Bersani, Berlusconi o Monti. Cosa farebbero i tre per risolvere la questione del sovraffollamento carceri? Non si sa. Ingroia – e la candidatura di Ilaria Cucchi è eloquente – un’idea ce l’ha. Quale atteggiamento avere nei confronti dell’accanimento terapeutico? Dei tre non si sa.
Ingroia – e la candidatura di Riccio è eloquente – un’idea ce l’ha. Cosa fare sul tema del lavoro? Dei tre non si sa (lo stesso Monti ieri, dopo averla tanto difesa, ha detto che la riforma Fornero potrebbe essere cambiata) Ingroia – e la candidatura di Antonio Di Luca è eloquente – un’idea ce l’ha.E si potrebbe andare avanti ancora per molto.

1/14/2013

Ferrero:BASTA GIOCARE COI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ



Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, dichiara:

«Bene il ritiro della vergognosa circolare Inps 149 del 28 dicembre scorso, con la decisione di continuare a far riferimento al reddito personale per il diritto alla prestazione per gli invalidi civili. Ora governo e Inps non facciano altri danni. Basta giocare con i diritti delle persone con disabilità. Nella prossima legislatura daremo battaglia per ripristinare tutti i fondi sul sociale fino almeno al livello del 2008 e per garantire esigibilità di diritti e prestazioni sociali su tutto il territorio attraverso la definizione dei livelli essenziali di assistenza sociale. I soldi ci sono: vanno presi mettendo un tetto a 5mila euro alle pensioni e facendo una tassa sui grandi patrimoni».

1/13/2013

«Non dobbiamo distruggere la politica ma ricostruirla»

Intervista ad Antonio Ingroia:

ingroia presenta il simbolo Antonio Ingroia non ha certo bisogno di presentazioni. Già pm presso la Procura di Palermo e in prima linea nella battaglia contro quello Stato infedele accusato di aver trattato occultamente con la mafia, è ora uno dei protagonisti della campagna elettorale con la sua lista Rivoluzione Civile, sostenuta da movimenti come “Cambiare si può” nella stragrande maggioranza dei suoi aderenti, da altre realtà di base e dall’ampia ma frammentata galassia dei partiti della sinistra antagonista, come Rifondazione comunista, il Pdci, l’Italia dei Valori e i Verdi. Sono ore febbrili per l’ex pm, ore in cui si sta velocemente decidendo la composizione delle liste e dunque non è stato facile trovare il tempo per parlare con lui. Lo abbiamo bloccato telefonicamente tra un impegno e un altro.
Dottor Ingroia, una prima domanda di carattere storico politico. In questi ultimi venti anni è stata Rifondazione comunista a ricoprire un po’ il ruolo di partito di opposizione, sia pure con parentesi governative non troppo fortunate. Ora questo partito, come altri della sinistra antagonista, si è trovato ad affrontare questo appuntamento elettorale in condizioni critiche. Il suo arrivo dunque può e potrà avere anche nel futuro la funzione di rafforzare e rivitalizzare uno schieramento politico che pur avendo di fronte a sé ampi spazi da riempire, non riusciva più a rappresentare come si doveva determinati settori della società e determinate esigenze. Lei si ritrova dunque ad avere una grossa responsabilità. Che ne pensa?
Certamente in questa ultima legislatura si è sentita l’assenza in Parlamento di forze politiche che rappresentassero certi diritti e determinate battaglie portate avanti da un pezzo della società italiana. E’ mancata una tutela forte ed intransigente dei diritti sociali di quei cittadini mortificati e compressi dalle politiche liberiste. Il senso di questa nuova iniziativa politica è appunto di rappresentare al meglio anche questi interessi. E sono convinto che riusciremo a farlo nel migliore dei modi.
I partiti sono stati al centro dell’attenzione anche a sinistra. Poco graditi da “Cambiare si può”, o almeno da alcuni rappresentanti di quel movimento, si sono visti chiedere un passo indietro anche da lei. Ma che ruolo possono ancora giocare oggi e domani all’interno di uno schieramento come quello che si sta delineando?
Io sono convinto che i partiti siano una risorsa comunque. Ma quali partiti? Certo la loro fama e la loro reputazione tra i cittadini, soprattutto in questa ultima pessima legislatura parlamentare, è molto peggiorata. Ma io credo che l’indignazione sociale e politica, che talvolta si è trasformata in vera e propria rabbia dei cittadini nei confronti della politica autoreferenziale, sorda agli interessi che venivano dal basso, vada reinterpretata e ricostruita con quella buona politica rappresentata da alcuni partiti che dentro ma anche fuori dal Parlamento hanno comunque rappresentato questi interessi. Non dobbiamo distruggere la politica ma appunto ricostruirla mettendo insieme le risorse e le energie migliori dell’impegno civile e politico per arrivare ad una sintesi; proprio quella che stiamo cercando di costruire con Rivoluzione Civile.
Due parole su “Cambiare si può”. Indubbiamente ha avuto il merito, prima della sua candidatura, di scuotere un po’ quelle acque ferme di cui parlavamo prima. Poi il suo arrivo ha cambiato un po’ le carte in tavola anche se la stragrande maggioranza di chi ha firmato quell’appello ha sostenuto Rivoluzione civile e oggi, per esempio, in una assemblea romana si è auspicato il mantenimento di un rapporto tra una augurabile futura rappresentanza parlamentare di Rivoluzione civile e questa istanza di base. Qual è la sua valutazione?
Senz’altro è stata ed è una esperienza importante e direi essenziale per questo processo proveniente dal basso di risveglio politico di una società civile spesso rifugiatasi soltanto nella critica distruttiva che invece attorno al progetto di “Cambiare si può” ha cominciato a costruire una proposta politica nuova. Purtroppo ha trovato un inciampo nell’accelerazione dei tempi dovuta alle elezioni anticipate. Certamente se la legislatura fosse arrivata alla sua scadenza naturale quel processo politico anche di selezione delle candidature maturate dal basso forse sarebbe potuto arrivare in porto. E questa accelerazione ha anche determinato la proposta politica del manifesto “Io ci sto” nel quale io ho deciso di mettermi in questa analoga iniziativa di richiamo della società civile necessariamente con una compressione dei tempi che ha determinato qualche difficoltà di coordinamento tra il processo di formazione delle liste e il processo di maturazione delle candidature di “Cambiare si può”. Ha determinato, e ne capisco le ragioni, anche delle critiche che sono venute da parte del movimento, ma credo che vada apprezzato il fatto che la stragrande maggioranza degli aderenti, senza ideologismi pregiudiziali e con senso politico e laico, ha compreso quali ragioni politiche mi hanno indotto ad accelerare un po’ i tempi e ci siamo incontrati. Dopo il referendum virtuale di “Cambiare si può”, positivo e favorevole ad accompagnare il percorso di Rivoluzione civile, ho avuto incontri costanti, contatti telefonici con tutte le realtà territoriali di questo movimento dove sono maturate tantissime candidature che vengono dai territori, dal basso, dalle assemblee, tutte molto condivise, che ho raccolto e sto assemblando con l’intento di arrivare ad una faticosissima sintesi tra le candidature maturate dalla società civile, anche di persone impegnate in battaglie importanti, e le proposte che vengono dai partiti. E su questo stiamo lavorando velocemente in queste ore. Avevo detto che avremmo atteso fino a fine settimana perché stanno ancora arrivando molte mail con nuove proposte. Insomma lavoreremo giorno e notte per completare le liste cercando di raggiungere quell’equilibrio giusto e dosato rendendole così credibili per chi si sta aspettando grandi cose da questa Rivoluzione civile.
Lei fa continui appelli al Pd da un lato e al Movimento 5 Stelle dall’altro. Però il primo sembra guardare Monti sempre di più portando anche Vendola su questa posizione di disponibilità al dialogo con il premier; e dall’altro c’è un Grillo che addirittura ha aperto le porte a CasaPound. Mi sembra insomma un po’ difficile parlare con questi due protagonisti, sia pure molto diversi, della scena politica italiana….
Anche se sono un neofita della politica, e forse proprio per questo, mi regolo e mi comporto non dentro la logica dello scontro politico che ha caratterizzato la politica in questi ultimi anni, ma con la logica con la quale mi sono sempre comportato da magistrato. E cioè aperto al dialogo e al confronto ovviamente con chi si può dialogare e ci si può confrontare e non certo con chi è fautore di linee politiche da noi lontanissime. Quindi conosco bene gli errori che si moltiplicano in queste formazioni politiche a noi vicine. E in particolare mi dispiace leggere in queste ore le dichiarazioni che evidentemente per ragioni di opportunità e di tattica politica ha, diciamo così, dovuto fare Nichi Vendola, del quale ho apprezzato, fino a pochi giorni fa, l’apertura nei nostri confronti. Ma evidentemente il Pd sembra non sentirci da questo orecchio e non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire, continuando così a guardare questo centro che in realtà centro non è ma è semplicemente una destra riverniciata da un apparente modernismo. E finisce così in questo modo per tradire gli ideali di quel patrimonio culturale ed etico che caratterizza la base democratica che certamente non gradisce questa scelta. E però, proprio per questo, non mi stancherò mai di ricordare i volti, le facce, le passioni di tanti elettori e militanti del Pd ai quali quella porta non chiuderò mai. Per quanto riguarda Grillo conosco bene le battaglie su temi importanti che il M5S ha al centro dei suoi interessi, ma conosco anche le estemporaneità di certe sue battute e prese di posizioni che non condivido e non potrò mai condividere. E tra queste c’è quella alla quale lei ha fatto riferimento.
E’ preoccupato per questa faccenda delle liste civetta? Oggi Grillo ha detto che se non sarà accolto martedì il suo ricorso si ritirerà dalla competizione elettorale.
Parliamoci chiaro. Capisco che Beppe Grillo, di fronte anche ad un certo oscuramento del messaggio politico di cui lui è stato vittima come, e ancor di più, siamo stati vittime noi, alzi un po’ i toni della polemica e della preoccupazione. Ma se siamo ancora, e io credo che lo siamo, in un Paese civile e democratico, il ricorso che Grillo ha presentato o sta presentando da una parte, e che noi stiamo presentando con i nostri legali dall’altra, non può che essere accolto. E Grillo sa che il suo simbolo sarà tutelato dalla legge, come è bene che sia, e noi anche sappiamo che il nostro deve essere allo stesso modo tutelato mentre devono essere cancellati altri simboli. Abbiamo le prove perfino fotografiche e in video della conferenza stampa quando ho presentato il mio simbolo e nessuno potrà mai provare di avere pensato od ideato appunto il mio simbolo prima che l’abbia fatto io.
Tra le candidature di prestigio che Rivoluzione civile ha già presentato si è aggiunta anche quella del giornalista Sandro Ruotolo. Ce lo può confermare?
Sì, il giornalista ha risposto all'invito lanciato via Twitter da me confermando l'intenzione di candidarsi con la nostra lista. Una scelta preceduta da un appassionante scambio di lettere tra me e lui.  
Vittorio Bonanni
in data:12/01/2013

1/10/2013

Referendum, consegnate in Cassazione oltre un milione di firme

Sui referendum le firme ci sono! Sono state consegnate in queste ore in Cassazione a Roma; e sono oltre un milione. Raccolte da Idv, Rifondazione comunista, Verdi e Fiom, tra gli altri, per abolire la riforma dell'art.18 introdotta dal ministro Fornero e l'abolizione dell'art.8 del decreto Sacconi sui contratti di lavoro (l’articolo 8 di fatto abolisce il contratto nazionale). Sui due quesiti, comunque, per effetto dello scioglimento delle Camere, non si votera', e il comitato promotore grida ''allo scippo''. Di Pietro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale "per ripristinare il diritto leso dei lavoratori". Nelle scorse settimane il comitato aveva scritto a Napolitano chiedendo di posticipare lo scioglimento delle Camere di alcuni giorni. E invece il presidente della Repubblica e garante delle Costituzione repubblicana ha fatto orecchie da mercante. Nella foto, un furgone bianco stracarico di scatoloni, e uno scatolone sigillato con il nastro adesivo da pacchi lo stringono gia' nelle mani Antonio Di Pietro, Angelo Bonelli e Paolo Ferrero.

1/06/2013

Per una lista antiliberista, sociale e del lavoro

Il Comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista saluta positivamente la costruzione della Lista Rivoluzione Civile con Antonio Ingroia candidato Presidente ed impegna tutto il partito ad operare per il miglior successo della lista medesima alla Camera come al Senato. La costruzione di questa lista, alla cui realizzazione abbiamo lavorato in tutti questi mesi, è un fatto politico di grande rilevanza, che apre la possibilità di dare una consistenza politica e parlamentare all’opposizione del governo Monti e alle politiche neoliberiste. La Lista Rivoluzione Civile rappresenta a tutti gli effetti l’apertura di uno spazio pubblico non solo utile ma necessario per il rilancio della sinistra di alternativa e del nostro progetto politico.
Prendiamo atto positivamente dell’assunzione da parte del candidato presidente Ingroia dei 10 punti proposti da “cambiare si può”.
Riteniamo quindi che la lista debba caratterizzarsi in modo particolare sulla questione sociale e sulla necessità di rovesciare le politiche economiche europee ed italiane. L’opposizione radicale al Fiscal Compact, la proposta di un forte intervento pubblico finalizzato alla piena occupazione e alla riconversione ambientale dell’economia, il contrasto alle grandi opere, l’abolizione delle leggi approvate dal governo Monti e Berlusconi in materia di Pensioni, diritti dei lavoratori, demolizione del welfare e del diritto all’istruzione, la lotta per la pace e il disarmo, l’antirazzismo, il contrasto alle mafie e all’intreccio tra mafia e politica, la centralità di una nuova questione morale, rappresentano alcuni dei punti fondamentali da proporre in campagna elettorale.
Riteniamo necessario che la lista debba essere composta prevedendo l’alternanza trai i generi.
Su questa base politica il CPN da mandato alla segreteria e alla Direzione Nazionale di concordare e approvare le liste elettorali per le prossime elezioni politiche.
 Documento approvato dal Comitato politico nazionale del PRC

1/05/2013

Convocazione del Comitato Politico Federale

A TUTTI I COMPONENTI IL CPF
A TUTTI I COMPONENTI LA CFG
A TUTTI I SEGRETARI DI CIRCOLO
A TUTTI GLI AMMINISTRATORI

E' CONVOCATO URGENTEMENTE IL CPF PER IL GIORNO 8 GENNAIO 2013 ALLE ORE 18,30 PRESSO IL CIRCOLO DI LANUVIO SUL SEGUENTE ODG.

1) ELEZIONI REGIONALI;
2) ELEZIONI POLITICHE;
3) VARIE.


IL SEGRETARIO
DANILO MARRA

1/03/2013

Rivoluzione civile, per un rilancio della democrazia

di Paolo Ferrero

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Sono molto contento della nascita della lista Rivoluzione Civile che ha in Antonio Ingroia il candidato Presidente. Rifondazione Comunista farà parte di questa lista e ha attivamente operato per la sua nascita a partire dal percorso costruito con Cambiare si può. Si tratta di una lista civica nazionale di cui faranno parte tutti coloro che in questi anni si sono opposti alle politiche di Berlusconi e di Monti: partiti, associazioni, comitati, uomini e donne che non hanno piegato la testa. Una coalizione quindi che prende la forma della lista: una coazione perché tutti siamo indispensabili ma nessuno è autosufficiente. Nessuno rappresenta da solo una alternativa alle politiche neoliberiste mentre insieme possiamo costruirla.
Una lista quindi che ha al centro la difesa e il rilancio della democrazia e la lotta contro le politiche neoliberiste portate avanti in questi anni da centro destra e centro sinistra. Questione democratica e questione sociale non sono mai state così intrecciate come dentro questa crisi.
L’aggressione alla democrazia – dai poteri criminali come dalle oligarchie finanziarie – rappresenta il tentativo di svuotare di potere le istituzioni rappresentative affinché i poteri criminali ed economici possano agire come incontrollati poteri sovrani.
In nome della modernizzazione neoliberista ci stanno riportando all’800, quando la democrazia era un affare privato delle classi dominanti e la questione sociale veniva trattata come questione di ordine pubblico. La distruzione del welfare, l’attacco ai diritti dei lavoratori e al sindacato, la privatizzazione di ogni bene comune che cosa sono se non un drammatico tentativo di restaurazione reazionaria?
Del resto, la mafia, come diceva Dalla Chiesa “dà come favore quello che lo stato dovrebbe dare come diritto”. Vi è un rapporto diretto tra la distruzione dei diritti e l’allargamento della sfera dei favori, delle clientele, dei soprusi. Così come le politiche neoliberiste sono decise a livello europeo nel totale disprezzo di ogni volontà e sovranità popolare. La democrazia è attaccata dal basso e dall’alto , dai potentati economici come da quelli criminali perché solo nella democrazia, il popolo – gli uomini e le donne che non hanno potere – possono far sentire la loro voce e candidarsi a gestire la cosa pubblica.
Per questo nel simbolo vi è l’immagine del quarto stato. Il tradimento delle radici Costituzionali della Repubblica coincide largamente con l’abbandono di ogni politica di giustizia sociale. Oggi non si tratta solo di unire la sinistra. Si tratta di unire tutti gli uomini e le donne che intendono battersi per la giustizia sociale e per la democrazia, per la libertà e l’eguaglianza, contro le mafie e il neoliberismo. Qualcuno dirà che questo è populismo. Io non credo, ma se lottare per difendere i diritti del popolo contro le oligarchie finanziarie e criminali significa essere populista, meglio populisti che servi sciocchi dei potenti.
Questa è la scommessa che facciamo proponendo la Rivoluzione Civile: la costruzione di una lista che dia vita ad un nuovo spazio pubblico di partecipazione popolare.