Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.
12/23/2020
10/21/2020
Lavoro e servizi pubblici di qualità al centro del Seminario Nazionale “AGIRE PUBBLICO BENE COMUNE”
Sabato 24 ottobre il Partito della Rifondazione Comunista rifletterà sul Lavoro Pubblico con il seminario “AGIRE PUBBLICO BENE COMUNE: Qualità del lavoro pubblico e partecipazione dei cittadini, per rilanciare il pubblico ed estendere i servizi”.
Il Seminario nazionale si svolgerà, causa Covid e necessità di mantenere il distanziamento, in collegamento audiovideo dalle ore 14,30 alle ore 18,30 e sarà trasmesso in diretta sulla pagina facebook @primailavoratori2019.
Introdurrà il seminario, Antonello Patta – responsabile nazionale lavoro PRC e vi saranno relazioni di: – Renata Puleo – ex dirigente scolastica, – Loretta Mussi – medico, – Carlotta Cossutta – ricercatrice universitaria, – Serena Sorrentino – segretaria nazionale Fp Cgil Nazionale. Interverranno inoltre lavoratrici e lavoratori dei diversi settori di lavoro.
Concluderà il seminario Maurizio Acerbo – segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista.
Cosa hanno prodotto anni di disinvestimento dello Stato nei servizi pubblici, i tagli alle spese, i blocchi delle assunzioni, le privatizzazioni, i finanziamenti, occulti e palesi, alle strutture private? Quali sono gli effetti reali sui cittadini, utenti e lavoratori, ed in particolare sulle donne di quelle scelte politiche assunte dai governi nazionali, ma seguite più o meno pedissequamente dalle amministrazioni regionali e, anche se a volte obtorto collo, dalle amministrazioni locali?
Le scelte politiche dei governi negli ultimi anni sono state orientate al “contenimento della spesa” Così le hanno sempre definite i mass media principali, collusi al sistema politico della falsa alternanza. Quelle scelte si sono sempre tradotte nella soppressione dei servizi, nel peggioramento della loro qualità, nella loro privatizzazione, che genera oneri sociali e profitti privati.
Due esempi, per quanto riguarda il Lazio, sono sotto i nostri occhi in questi giorni: a Roma Capitale, un lungo processo che ha coinvolto utenti, lavoratori, famiglie, nel chiedere con una delibera di iniziativa popolare di riportare nella diretta gestione dell’amministrazione comunale il servizio degli Assistenti Educativi Culturali (AEC), si è concluso con un voto nel Consiglio Comunale che, in modo franco o con l’astensione, ha bocciato questa possibilità. Questo voto mette in evidenza come le presunte differenze tra l’amministrazione, centrosinistra e centrodestra in realtà non riguardino la vita dei cittadini. I diversi raggruppamenti si sono mostrati coesi nel respingere, in un modo o nell’altro, la possibilità di realizzazione di un lavoro pubblico di qualità mostrando attenzione ai lavoratori ed ai cittadini utenti. Per loro, i bambini disabili, sono solo merce utile per i profitti di qualche grande cooperativa, in cui i lavoratori, sono solo merce da sfruttare, il tutto pagato con i soldi pubblici. L’altro esempio è quello della Regione Lazio, di fronte alla pandemia galoppante di Covid, che ha mostrato una sanità pubblica capace di intervenire e curare malgrado le sue note difficoltà, mentre quella privata infettava i suoi utenti, Zingaretti e l’assessore alla sanità hanno fatto due scelte: la prima è stata quella di confermare l’idea della sanità privata come servizio pubblico, erogando milioni di euro ai profitti degli speculatori della salute, la seconda ha portato al potenziamento del servizio nelle strutture pubbliche attraverso lavoratori precari, sottopagati e sfruttati, da buttare via quando le attuali difficoltà saranno superate.
Anche di questi temi vogliamo discutere nel Seminario, convinti che un lavoro pubblico di qualità non sia uno spreco, ma un diritto per chi ci lavora e per chi ne usufruisce. Lavoro e servizi pubblici di qualità possono essere realizzati non riducendo la partecipazione dello Stato, ma ampliando gli spazi di partecipazione dei cittadini nella loro organizzazione e gestione.
Marco Bizzoni,
responsabile Lavoro PRC Lazio
10/15/2020
Un altro lavoratore è morto mentre lavorava per vivere.
Un altro omicidio sul lavoro si è compiuto ieri nel Lazio, sotto lo sguardo inefficiente o inerte delle istituzioni.
Rifondazione Comunista del Lazio esprime il proprio cordoglio alla famiglia di G. C. morto ieri a Fiano Romano mentre era a lavoro per poter vivere dignitosamente.
Una morte che denuncia l’inconsistenza della gran giostra di dichiarazioni mediatiche che nei mesi scorsi ha mosso i rappresentanti delle istituzioni del Lazio, con i loro vedremo, faremo, ci impegneremo. Se Assessore al lavoro, Presidente della commissione lavoro e consiglieri regionali avessero effettivamente visto, fatto e si fossero impegnati oggi, forse, non saremmo qui a piangere un nuovo morto sul lavoro.
La morte sul lavoro non può più essere considerata un incidente visto che l’86% delle imprese sono fuori norma. Responsabilità precise sono in capo ai datori di lavoro, agli appaltatori, ma anche alle istituzioni, che dovrebbero controllare la sicurezza nei luoghi di lavoro, che, però, nel corso degli anni, in ossequio a falsi risparmi e rispetto del patto di stabilità, non hanno avuto la cura di avere a disposizione strumenti efficienti di contrasto alle irregolarità nei luoghi di lavoro. Consentendo che gli ispettori del lavoro, per quanto riguarda il ministero, e gli ispettori della prevenzione, per quanto riguarda la Regione Lazio, diventassero così pochi da assicurare per ogni azienda 25 anni di impunità prima di venire controllate.
Nell’assenza di controlli, ciò che pelosamente vengono definiti incidenti, sono dei veri e propri omicidi bianchi.
Da tempo Rifondazione Comunista chiede all’assessore al lavoro della Regione Lazio di attivarsi in modo non burocratico, o formale, affinché vi sia un effettivo ripristino della possibilità di controllare le aziende irregolari e salvare la vita a molti lavoratori.
Marco Bizzoni,
responsabile lavoro PRC regionale Lazio
9/23/2020
UGL e Assodelivery non considerano nè persone, nè cittadini, i lavoratori rider
Ugl e Assodelivery hanno chiuso un accordo sui rider forzando la normativa. Così i lavoratori delle consegne a domicilio si sono ritrovati un contratto che invece di tutelarli, certifica per loro l’assenza di diritti, sicurezza sul lavoro e salari inadeguati.
Rifondazione Comunista ritiene che questo accordo sia inaccettabile e vada immediatamente sostituito con il pieno coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni. I lavoratori e le lavoratrici delle consegne a domicilio devono poter avere la certezza di un reddito, di contributi e previdenza e non dipendere schiavisticamente dai parametri cottimistici di un algoritmo. Devono poter avere le tutele necessarie per poter lavorare in sicurezza. Devono avere il diritto alla disconnessione e il riconoscimento del lavoro in condizioni di disagio, festivo e notturno.
In attesa di una legge che stabilisca con forza un salario minimo orario ed i diritti fondamentali su malattia, ferie, salute e sicurezza, è necessario che nella contrattazione collettiva venga stabilito un salario minimo, che non sia vincolato a nulla se non alla disponibilità già data al lavoro. Un salario minimo dignitoso che assicuri un reddito al di sopra della soglia di povertà.
I padroni vorrebbero lavoratori e le lavoratrici le cui vite siano totalmente a disposizione delle necessità delle loro aziende senza assumersi nessuna responsabilità sociale. E’ ora di dire basta al lavoro povero, ricattato, schiavizzato e riconsegnare ai lavoratori e lavoratrici rider Diritti, Tutele e Redditi adeguati alla vita nella nostra società
Rifondazione Comunista Lavoro Lazio
8/01/2020
PRC Lazio- Sanità Privata, il Lavoro c’è l’adeguamento degli stipendi NO.
Nel Lazio, la sanità privata accreditata, eroga il 40 per cento delle prestazioni utilizzando oltre 25 mila dipendenti ed assorbendo ben oltre il 50% delle risorse economiche totali destinate alla sanità dalla Regione.
6/01/2020
Non c’è più tempo, #Reddito subito per tutti\e!
“Nessuno resterà indietro, nessuno verrà lasciato solo” per mesi il Governo ci ha martellato con queste frasi ad ogni conferenza stampa. Tuttavia i soldi previsti dai decreti, che dovevano risolvere i problemi economici dei lavoratori e dei senza lavoro, ancora oggi stentano ad arrivare ai molti che ne hanno bisogno. Mentre per le multinazionali, i padroni e le imprese dai grandi fatturati i soldi sono arrivati subito senza porre condizioni e verificarne l’effettiva necessità. Tanto che l’IRAP è stata eliminata di netto sia per chi ha dovuto chiudere sia per le aziende che hanno continuato a lavorare, e quindi a guadagnare, anche nel corso del Lockdown.
Al centro della piattaforma di convocazione dell’iniziativa la richiesta di un superamento dello spezzatino di interventi governativi, che prevedono pochi soldi per le persone, in ritardo, per poco tempo, ed a volte in modi umilianti e la forte richiesta di una misura di welfare universale, individuale, senza condizioni di esclusione, che possa essere richiesto da tutte e tutti coloro che per qualsiasi motivo si ritrovino senza reddito.
Gli interventi dei partecipanti che si sono succeduti sotto al MEF non solo hanno denunciato l’inadeguatezza degli interventi presi fino ad ora dal governo, ma hanno mostrato una nuova maturità sociale. Esprimendo la consapevolezza dell’insufficienza di ogni soggetto, rinchiuso nell’ambito del proprio particolare ambito di intervento, nel poter fornire risposte efficaci e della necessità di costruire una rete, una coalizione tra tutte le realtà sociali. Perchè non vi è soluzione possibile che non tenga insieme:il diritto al reddito, con il diritto all’abitare, quello ai servizi essenziali, alla regolarizzazione dei migranti, alla tutela dei lavoratori dipendenti, a termine, indipendenti, esternalizzati, in affitto, autonomi, atipici, intermittenti, precari, in nero e a chi il lavoro vorrebbe averlo.
È giunta l’ora di intervenire con forza sui meccanismi che generano le povertà è giunta l’ora di attivarsi affinché veramente nessuno, più, resti indietro. Il presidio è stato un primo momento dei questa lotta, che proseguirà e che deve allargarsi anche ad altre realtà che nel corso di questi mesi sono intervenute nel prendersi cura di quanti sono stati e sono in difficoltà con azioni di sostegno autorganizzato. È Proprio da questa autorganizzazione, che può crescere quella coalizione sociale in grado di sviluppare una massa critica in grado di farsi ascoltare e di indirizzare le scelte delle istituzioni. Non c’è più tempo! Per le vostre misure insufficienti, si è detto al Governo nel presidio. Il tempo è ora! Risponde il Partito della Rifondazione Comunista che a partire dal tema del “Reddito per tutti\e” e dove prendere le risorse, ha lanciando la sua campagna sociale. Indicando ai lavoratori che i soldi ci sono. Bisogna farseli dare dalla Banca Centrale Europea, nel modo in cui nella crisi economica del 2008 furono dati alle banche e bisogna prenderli dalle tasche di padroni con una Tassazione Patrimoniale.
Marco Bizzoni
Referente PRC Lazio Lavoro
5/18/2020
#PRC #Roma: il #Comune intervenga con veri aiuti per piccoli #negozi, #artigiani, #dipendenti e non senza lavoro e #invisibili della città.
5/06/2020
Bizzoni (PRC-SeLazio) – La morte sul lavoro non è mai un incidente.
É stata sufficiente una deroga al lockdown ed una parziale riapertura delle attività lavorative per ottenere il drammatico risultato di due morti sul lavoro; nei giorni scorsi a Frosinone ed oggi a Tivoli. In questo triste momento il Partito della Rifondazione Comunista esprime la propria vicinanza e le condoglianze alla famiglia del lavoratore morto stamattina a Case Rosse dove era andato a lavorare. In questi pochi giorni di ripresa delle attività economiche, due lavoratori usciti di casa per guadagnarsi da vivere non sono più rientrati, tutto ciò è inaccettabile. Quando si muore sul lavoro non è mai un Incidente. Il lavoro uccide quando deve essere svolto a certi ritmi, a certe condizioni, con strumenti non adeguati.La morte sul lavoro è il risultato di decisioni prese dalle aziende,che i lavoratori sono costretti a rispettare. La morte sul lavoro è il frutto dell’assenza di controlli da parte dell’ispettorato territoriale del lavoro e dei servizi di prevenzione sicurezza lavoro delle ASL e quindi, in ultima analisi, delle decisioni politiche del Ministero del Lavoro e della Regione Lazio che, invece di potenziare il rispettivo personale ispettivo, mantengono gli organici costantemente sottodimensionati. All’assessore al Lavoro della Regione Lazio diciamo che la riconvocazione della Task Force sulla vigilanza in materia di sicurezza non è sufficiente, i lavoratori morti sul lavoro da quando è stata istituita sono lì a dimostrarlo.All’assessore alla Sanità chiediamo di ripristinare i livelli di organici e mezzi dei servizi di prevenzione e salute sul lavoro.E ora che la Regione Lazio metta in atto azioni concrete di contrasto delle morti sul lavoro che non si limitino al finanziamento delle aziende affinché facciano ciò che è loro dovere.
Marco Bizzoni,
PRC Lazio referente per il Lavoro
4/16/2020
Sciopero AMA. La Sindaca Raggi consenta ai lavoratori di poter lavorare in sicurezza
In questi giorni di difficoltà, mentre il Paese è unito nello sforzo di superare la crisi dovuta ai contagi della pandemia e lentamente calano le infezioni, i lavoratori AMA con senso di responsabilità, visto il carattere di essenzialità del loro lavoro, hanno garantito la pulizia della città.
Malgrado il loro impegno, le condizioni in cui sono costretti a lavorare non garantiscono la loro incolumità. L’amministratore delegato sembra più attento agli indici economici dell’azienda che alla salute dei suoi lavoratori: assenza di sanificazioni, docce chiuse, dpi inadeguati ed insufficienti. Il tutto accompagnato da minacce e contestazioni disciplinari per chi pretende di tutelare la propria salute, tutto ciò mentre, in assenza di un accordo sulla produttività, elargisce unilateralmente consistenti aumenti a quadri e dirigenti a lui vicini e annuncia che per i lavoratori vuole ricorrere alla cassa integrazione speciale prevista per le aziende che devono restare chiuse per contenere il Covid-19.
Già nei giorni scorsi i lavoratori avevano denunciato questa realtà, ma non hanno avuto la minima considerazione da parte della Sindaca Raggi. Come se i dipendenti AMA, oltre che suoi lavoratori, non siano anche loro cittadini da tutelare dall’infezione del Covid19.
Rifondazione Comunista chiede alla Sindaca Raggi di farsi carico e di rispondere positivamente al più presto alla richiesta di tutela del lavoro espressa dai lavoratori AMA.
I cittadini di Roma non meritano di ritrovarsi con la città sporca per l’arroganza di un amministratore delegato che antepone le proprie esigenze a quelle del benessere dei lavoratori e della comunità. Sta alla Sindaca impedire che ciò avvenga.
PRC Lazio