circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

5/28/2013

Situazione politica, proposte e iniziative del Prc

Dalla Direzione nazionale del Prc
Alle compagne e ai compagni del PRC, iscritte/i simpatizzanti

Care/o compagne/i,
sabato 1 giugno si svolgeranno le ASSEMBLEE delle/dei SEGRETARIE/I di CIRCOLO del PRC su "Situazione politica, proposte e iniziative del Prc"

 Sabato 1/6 CENTRO (Regioni: Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise)
ore 9.30 ROMA
c/o sala Prc Via Dancalia 9
Saranno presenti Paolo Ferrero Segretario nazionale e Marco Gelmini della Segreteria Nazionale e i Segretari regionali e di Federazione.
Come arrivare: Dalla stazione Termini, metro B, direzione Conca D’oro, fermata Libia.


 mappa

Albano, Festa del Tesseramento


5/19/2013

Il valore di una manifestazione “costituente”

di Paolo Ferrero -

Un caro saluto e un benvenuto a Roma a tutte le donne e gli uomini che stamattina saranno a Roma ad animare la manifestazione nazionale convocata dalla Fiom. Il primo elemento di importanza di questa manifestazione è data proprio dalla partecipazione popolare, degli uomini e delle donne in carne ed ossa. L’Italia è infatti l’unico paese in Europa in cui a fronte di politiche antipopolari durissime, non abbiamo avuto una mobilitazione in risposta. Questa assenza di mobilitazioni sociali non è stato solo un fatto estetico ma ha avuto effetti rilevantissimi. In primo luogo i padroni del vapore hanno fatto letteralmente cosa volevano. In Italia l’attacco è andato più a fondo perché non ha avuto reazioni degne di nota. Questo però non è l’unico effetto dell’assenza di mobilitazione, perché vi sono stati effetti devastanti anche su chi subiva queste politiche. L’assenza di risposte collettive, l’assenza di una mobilitazione generale ha indotto ed aggravato il senso di impotenza tra la nostra gente. L’assenza di una mobilitazione collettiva ha permesso una profondissima atomizzazione sociale che ha trasformato la questione sociale in un dramma individuale. Il subire individualmente, in una dimensione privata la distruzione dei propri diritti e delle proprie aspettative ha fatto si che la paura, la disperazione, il senso di impotenza diventassero il vero senso comune del paese. Se in questi mesi abbiamo contato i suicidi, gli omicidi – e segnatamente i femminicidi – è perché questa disperazione sociale a cui non è stata costruita una forma collettiva di elaborazione e di risposta, ha prodotto un vero e proprio imbarbarimento del paese. In terzo luogo l’assenza di una mobilitazione ha impedito al popolo italiano di capire quello che sta succedendo. Ognuno chiuso nella propria casa ha scambiato giganteschi problemi sociali per problemi individuali e ha avuto campo libero la “colpevolizzazione della povertà” che costituisce uno degli effetti peggiori dell’offensiva neoliberista. “Se tuo figlio è disoccupato è colpa tua, che hai vissuto al di sopra dei tuoi mezzi”, “se sei un giovane precario è perché sei uno sfigato, incapace di emergere” questi sono stati i messaggi che sono passati nella comunicazione e che hanno colonizzato le menti della nostra gente in questi anni. Questo è potuto accadere proprio perché non vi è stato un movimento collettivo che abbia costruito una sapere alternativo, una narrazione alternativa a quella imposta dai mass media. La passività ha impedito alla nostra gente di capire l’elemento politico e classista di quella che chiamiamo crisi, che è invece stata presentato come un fenomeno naturale dai padroni del vapore. Da ultimo questa passività di massa ha determinato una radicale trasformazione della politica: la politica non è più il terreno in cui si costruiscono risposte alle lotte e alla domanda sociale ma il terreno separato della delega, dove moderni santoni si candidano a risolvere miracolisticamente i problemi e a tal fine chiedono una delega totale. “Votate me e vi risolverò i problemi”, questo è stato il leit motiv della devastazione della politica di questi anni.
Ecco, l’elemento importantissimo di questa mobilitazione, a cui come Partito della Rifondazione Comunista abbiamo concorso con tutte le nostre forze, sta innanzitutto nella mobilitazione stessa, nell’uscire dalla passività e di mettere in gioco le persone, i corpi come le menti.
Ovviamente a questo primo dato occorre sottolineare i contenuti della manifestazione. La messa in discussione delle politiche di austerità, sia sul piano nazionale che europeo, è il punto fondamentale. Si tratta di un contributo importante in un momento in cui dopo il governo Monti che ha esaltato le virtù del rigore, ci troviamo di fronte ad un governo Letta/Alfano che nutre la propria comunicazione di pura demagogia, dicendo che le politiche di austerità sono il presupposto di politiche di sviluppo. La prima cosa che la Fiom ci dice in modo chiaro è che le politiche di austerità hanno unicamente effetti negativi e regressivi sul piano sociale. Legato a questo la Fiom ci dice che la difesa dei lavoratori e delle lavoratrici avviene sul terreno dei rapporti di lavoro ma anche sul terreno generale, del welfare, della sanità, dell’istruzione, del reddito sociale. Qui, nella piattaforma abbiamo un passo in avanti in cui la Fiom esce dai puri confini sindacali per porre il problema politico di una cambiamento complessivo delle politiche.
Questa piattaforma si salda con le modalità in cui avviene la manifestazione: gli interventi di Rodotà, di Gino Strada e di molti altri, ci parlano di una capacità della Fiom di riconnettere i diversi fili di un mondo dell’opposizione di sinistra e di parlare il linguaggio dell’alternativa.
Nell’augurare a tutti e tutte una buona manifestazione ci pare quindi chiaro che la domanda politica che da questa manifestazione scaturisce non si esaurisce nella giornata di oggi. Come comunisti impegnati nel rilancio del Partito della Rifondazione Comunista crediamo che tre siano in particolare i terreni su cui agire: In primo luogo la costruzione rapida di una campagna referendaria che riproponga i quesiti che ci sono stati scippati dal presidente Napolitano con il prematuro scioglimento delle camere nella scorsa legislatura: pensioni, articolo 18, articolo 8, non possono essere affrontati efficacemente se non per via referendaria e noi proponiamo alla Fiom e al complesso delle forze della sinistra di dar vita immediatamente ad una nuova campagna referendaria. In secondo luogo crediamo sia necessario costruire sul territorio comitati contro la crisi che mettano in relazione tutti i soggetti colpiti dalla crisi: nessuno deve restare solo e isolato in questa vera e propria guerra che il capitale ha dichiarato contro i lavoratori. In terzo luogo occorre arrivare alla costruzione di un polo politico della sinistra di alternativa. Su questo non spendo parole perché l’urgenza di questo processo unitario ma anche la necessità che sia un processo democratico, partecipato e non verticista e arruffato è sotto gli occhi di tutti. Voglio sperare che la Fiom possa dare un contributo a far si che i tanti interlocutori che oggi saranno alla manifestazione sappiano trovare percorsi unitari che vadano oltre lo spazio della manifestazione.

5/17/2013

Capire per rifondare il comunismo e la sinistra “A che punto è la notte: la società italiana oggi.”


c/o Centro Congressi Cavour, via Cavour 50/a, Roma
Roma, sabato 25 maggio dalle ore 10 alle ore 17
Promosso da:
Partito della Rifondazione Comunista
Partito della Sinistra Europea
Relazioni introduttive:
Linda Laura Sabbadini: La società italiana in cifre, una fotografia delle diseguaglianze.
Enrico Pugliese: I nuovi termini della questione meridionale
Carlo Formenti: L’individualismo a fondamento dell’immaginario collettivo
Anna Simone: La precarietà come condizione generale
Annamaria Rivera: Il conflitto non rappresentato, la disperazione sociale, gli atti estremi di protesta
Giuseppe Travaglini: La svalorizzazione del lavoro e la distruzione dell’apparato produttivo

Ingresso libero. Seguirà la discussione aperta a tutti e tutte.

Tante buone ragioni per stare con la Fiom

di Roberta Fantozzi -
La manifestazione promossa dalla Fiom per il 18 maggio è importante per molti motivi. Perché rompe il vuoto di mobilitazioni tanto più grave mentre la crisi si dispiega con tutta la sua violenza e chi ne è colpito rischia di rimanere con il carico di una sofferenza solitaria. Perché parte dalle metalmeccaniche e dai metalmeccanici ma ha l’obiettivo di ricomporre il mondo del lavoro, frammentato e precarizzato, a partire dalle parole d’ordine del blocco dei licenziamenti e della riduzione d’orario, della riconquista del contratto senza deroghe, del salario orario minimo e del reddito di cittadinanza. Perché mette in campo una piattaforma che parla della necessità di un cambio generale e radicale di rotta, che rimetta in connessione i soggetti colpiti dalla crisi e le diverse realtà di movimento.
La manifestazione si colloca in un contesto regressivo e drammatico. Con un governo che è la negazione della richiesta di cambiamento uscita dalle urne. Un governo che da un lato ha esplicitato il proprio obiettivo di un’ulteriore torsione autoritaria del sistema istituzionale, e che sul versante sociale si dispone in continuità con le politiche di austerità, di cui al massimo si cerca di attenuare a dosi omeopatiche la stretta. Il dibattito pubblico è egemonizzato dal tema dell’Imu, senza che nessuno dica che alla giusta eliminazione della tassazione sulla prima casa non di lusso, dovrebbe corrispondere una patrimoniale progressiva sulle ricchezze immobiliari e finanziarie, mentre a malapena si ragiona di risposte parzialissime al rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga, con stanziamenti ipotizzati del tutto insufficienti rispetto ad un fabbisogno stimato in non meno di 3 miliardi per il 2013. E se non è chiaro se si vuole procedere – come proposto dallo stesso Letta – ad un ulteriore precarizzazione del lavoro, il Ministro Giovannini si mostra soddisfatto degli esiti della riforma Fornero, non importa se è calata ancora la quota di assunzioni a tempo indeterminato mentre proliferano i contratti di brevissima durata.
Eppure la situazione è drammatica come non mai. Lo è negli indicatori sociali come nelle previsioni di quel che accadrà senza un rovesciamento delle politiche sin qui fatte. Continua a diminuire il Pil, con stime riviste sempre in peggio, mentre le manovre dei governi Berlusconi e Monti, con i loro 125 miliardi di impatto per gli anni fino al 2014, non hanno ancora dispiegato tutti i loro effetti recessivi.
Non si sono ancora dispiegati gli effetti della spending review sulla sanità, in un paese in cui il sistema pubblico e universale è già in discussione, con nove milioni di persone che hanno smesso di curarsi perché non ce la fanno a pagare i ticket. Né gli effetti sull’incremento della disoccupazione, di quel gigantesco aumento dell’orario di lavoro nell’arco della vita che è la controriforma Fornero delle pensioni. Né il potere destrutturante dell’articolo 8 e della cancellazione dell’articolo 18. Ed a questo quadro deve aggiungersi la folle ricetta del Fiscal Compact, la cui attuazione non è ancora iniziata. Per questo è necessario riprendere un percorso duraturo di iniziative, sul terreno del conflitto sociale come su quello della ricostruzione di percorsi unitari di una sinistra antiliberista, tema decisivo e non risolto dalla pluralità di «costituenti» che avanzano in parallelo. Intanto ci pare importante avanzare una proposta a chi domani sarà in piazza, alle forze che si collocano all’opposizione del governo Letta, e a chiunque voglia dare il proprio contributo.
E’ quella di rilanciare la campagna referendaria che lo scioglimento anticipato delle urne ad opera di Napolitano ha vanificato. Sull’articolo 8, il 18, sulle pensioni, l’abolizione della diaria dei parlamentari ed anche sulla precarietà, la costruzione di uno schieramento ampio che si proponga di raccogliere le firme entro il 30 settembre, consentirebbe di votare i referendum nel 2014.
* Segreteria nazionale Prc
Il Manifesto – 17.05.13

5/05/2013

Albano: solidarietà con i lavoratori Albafor e proposte del PRC

Il Partito della Rifondazione Comunista ed il gruppo consiliare FDS di Albano Laziale esprimono la massima solidarietà a tutti i lavoratori Albafor, che da quasi sei mesi non prendono lo stipendio a causa di mancati trasferimenti finanziari da parte della Regione Lazio. Infatti la mancata approvazione del bilancio dell'ente regione, guidato dall'ex giunta Polverini, ha impedito sino ad ora alla società municipalizzata di formazione di ricevere quanto dovuto. Esprimiamo, inoltre, la massima solidarietà ai lavoratori della cooperativa delle pulizie che sono stati licenziati, perchè la società municipalizzata Albafor, per i motivi sopra descritti, non pagava il servizio. Da tempo manifestiamo la necessità di avviare un percorso di riorganizzazione dell'Albafor tesa a garantire il risanamento della società e la salvaguardia dei posti di lavoro, non a caso abbiamo salutato positivamente la costituzione del round team come strumento utile a perseguire questo processo. Il PRC ed il g.c. FDS affermano, inequivocabilmente, il proprio supporto all’azione dei sindacati Territoriali e Regionali che, in questi giorni, hanno rifiutato la pianta organica della società, ritenendola redatta con criteri ben lontani da quelli necessari di trasparenza e meritocrazia. Siamo vicini a tutte/i Lavoratrici e Lavoratori che hanno ormai superato il limite di ogni resistenza ed oggi vivono in uno stato di devastante sofferenza e senza chiare prospettive di futuro. Per i motivi sopra espressi e consapevoli della necessità di fare presto e bene, il PRC ed il g.c, FDS, dichiarano apertamente la propria disponibilità ad impegnarsi per qualsiasi soluzione di salvataggio della società che garantisca, nello stesso tempo, la tenuta dei posti di lavoro ed i livelli di qualità della didattica. Per consentire quest'esito riteniamo sia necessario affrontare un processo di risanamento della società che, ci permettiamo di suggerire, faccia uso di contratti di solidarietà strutturati in modo fortemente progressivo in modo da salvaguardare anche i redditi più bassi. Il Partito della Rifondazione Comunista ed il gruppo consiliare FDS di Albano Laziale chiedono dunque che, sulla base di merito, trasparenza, salvaguardia del lavoro e dei redditi più bassi, mantenimento dei livelli di qualità della didattica; si apra un tavolo di concertazione con i sindacati, per cercare di pervenire ad una soluzione che permetta il risanamento della società e consenta ai Lavoratori di guardare con serenità al proprio futuro. Partito della Rifondazione Comunista - gruppo consiliare Federazione della Sinistra di Albano Laziale

5/04/2013

Formazione Politica del PRC Castelli

Conoscere l'ente locale
Gli organismi politici, gli organismi tecnici, i rapporti tra i diversi ruoli


La Relazione Iniziale

Costruire l’opposizione al governo Letta-Alfano

Documento approvato all’unanimità dalla Direzione nazionale di Rifondazione Comunista del 3/5/2013

La Direzione Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista ritiene necessario costruire la più ampia opposizione contro il governo Letta – Alfano e le sue politiche. Il governo Letta-Alfano rappresenta infatti una risposta di destra e restauratrice – sia sul piano economico e sociale che sul piano istituzionale e costituzionale - alla domanda di cambiamento emersa dalle urne. Il governo unisce infatti la prosecuzione delle politiche di austerità decise a livello europeo - che hanno già caratterizzato il governo Monti - e una scelta di manomissione della Costituzione in direzione del Presidenzialismo e del rafforzamento del potere dell’esecutivo.
Proponiamo pertanto a tutte le forze sociali, culturali e politiche, che si oppongano da sinistra al governo di unità nazionale di dar vita ad un coordinamento delle opposizioni. Un coordinamento finalizzato a contrastare l’azione di governo nel paese, puntando alla costruzione di un movimento di lotta che metta al centro l’uscita dalle politiche di austerità, il rilancio e l’allargamento della democrazia e il protagonismo degli uomini e delle donne che subiscono gli effetti della crisi e delle politiche neoliberiste.
Invitiamo quindi tutte le strutture del partito a dar vita nella giornate dell’11 e 12 maggio una mobilitazione contro il governo Letta-Alfano, le politiche europee e i trattati a partire dal Fiscal Compact, ad articolare sui territori e sui luoghi di lavoro la proposta di coordinamento unitario, dando vita a un confronto con le forze che si oppongono al governo Letta e costruendo iniziative di dibattito e di lotta finalizzate alla costruzione dell’opposizione.
La Direzione Nazionale aderisce alla proposta avanzata da Stefano Rodotà di dar vita ad una Contro Convenzione finalizzata alla difesa della Costituzione e allo sviluppo della democrazia partecipativa.
La Direzione Nazionale riconferma l’adesione alla manifestazione del 18 maggio convocata dalla Fiom e impegna tutte le strutture del partito ad organizzare assemblee preparatorie e a garantire il massimo di partecipazione.
La Direzione Nazionale ritenendo necessario festeggiare la Repubblica e la Costituzione non attraverso una parata militare, ne chiede la soppressione e invita i compagni e le compagne di Rifondazione Comunista ad organizzare per il 2 giugno iniziative di mobilitazione per il diritto alla pace, al lavoro e l’allargamento della democrazia, contro le spesa militari per il ritiro delle missioni dai teatri di guerra.
La Direzione Nazionale convoca per il 1 giugno una assemblea nazionale dei segretari di circolo.

Roma, 3/5/2013

5/01/2013

Albano: PRC, Primo Maggio alla villa comunale.


Il Partito della Rifondazione Comunista e il gruppo consiliare della Federazione della Sinistra di Albano Laziale, hanno invitato i lavoratori a ritrovarsi in villa del Vescovo a Cecchina per una giornata di lotta e di socializzazione sottratta alle imposizioni del “mercato” che oggi tutto pervade.
La positiva risposta all'invito ha consentito la realizzazione di una bellissima giornata di festa e di riflessione sui problemi del lavoro come da tradizione del movimento dei lavoratori.
Noi continuiamo ad affermare che il lavoro non è una merce ma un diritto e riteniamo che tra padroni e lavoratori non possa esservi maggiore solidarietà di quella che esiste tra un lupo e un agnello. Per questo continuiamo a batterci affinchè sia realizzato il dettato dell'art. 1° della Costituzione “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.” Ripartiamo dal 1° Maggio per rivendicare lavoro e reddito per tutti. W il Primo Maggio. W i Lavoratori.
Marco Bizzoni
Segreteria PRC “federazione Castelli, Colleferro, Litoranea”






Albano: Primo Maggio festa dei Lavoratori

 Festeggiamo insieme  il primo maggio
dalle ore 10 alle ore 18 ci ritroveremo in villa del Vescovo a Cecchina (Albano Laziale)

Tutti i compagni, i simpatizzanti i cittadini sono invitati a partecipare.