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4/18/2017

Solo con la Pace si vince



Gli Stati Uniti si stanno orientando per una “risposta preventiva” alla sfida della Corea del Nord. Nell’ossimoro è sintetizzato l’arruolamento di gran parte della stampa Italiana alle posizioni del presidente Trump. “Kim minaccia la guerra”, “la Corea del Nord minaccia: pronti a guerra nucleare”, “Pyongyang mostra i muscoli”. Leggendo i titoli dei giornali ci rendiamo conto che la Corea del Nord è un pericolo per la pace. Tutto ciò che sai è falso, questo aforisma torna in mente ascoltanto e leggendo l’informazione mainstream.
Una cosa è certa, non dobbiamo avere paura che scoppi una guerra perché la guerra è già tra noi. Non è una guerra guerreggiata, non in Italia perlomeno. Ma accanto alla guerra economica, avviata con il preannuncio di dazi commerciali si sta sviluppando in modo marziale, per questioni di politica interna del presidente Trump, il “grande gioco” del controllo geopolitico del mondo.
Per la prima volta gli Stati Uniti affermano con le loro azioni che: le Nazioni Unite sono inutili, i rapporti bilaterali tra potenze avverse possono essere mantenuti semplicemente attraverso comunicazioni preventive di attacchi militari a Paesi terzi (Siria), i Paesi alleati (NATO) sono chiamati ex post a condividere le responsabilità politiche delle azioni militari attuate dagli USA, nei Paesi in cui si è esportata la democrazia (Afganistan) si possono sperimentare armi, come prove muscolari di forza, da mostrare ad altri Paesi del “male” come la Corea del Nord.
Gli USA si presentano come i gendarmi del mondo… perché sono lo Stato militarmente più forte e ritengono di non avere più bisogno di una copertura legale internazionale per le loro azioni belliche. Loro sono i buoni, la democrazia, il progresso. Ciò che è buono per gli Stati Uniti è buono per il mondo. Questo è il messaggio pervasivo che trapela in ogni articolo di stampa o telegiornale e quindi, di conseguenza, nella stampa Italiana il pericolo per la Pace viene addebitato ad un Paese che, visto l’andazzo delle guerre e di chi le ha prodotte negli ultimi anni, cerca di mantenere la propria sovranità rafforzando il proprio apparato bellico.
Sebbene le azioni militari di Tramp facciano regredire le relazioni internazionali alla situazione precedente alla “Società delle Nazioni”, in cui ogni Paese era una Potenza tra Potenze e ciò che contava era solo la forza che sapeva esprimere, sebbene la guerra sia già tra noi nella forma di una stampa embedded che, propagandando la difesa “della libertà e della democrazia” contro “dittatori sanguinari e totalitari”, vuole non solo costruire il consenso dei cittadini Italiani ma anche spingerli a mettersi l’elmetto, abbiamo l’obbligo di dare una possibilità alla Pace.
Questa possibilità passa dal ribellarsi all’accettazione passiva degli eventi, a cominciare dal rifiuto di quella che, con un eufemismo, potremmo chiamare la “malainformazione” della paura.
Non accettiamo che il Mondo venga convinto, nuovamente come nel ‘900, che la guerra sia una condizione naturale dell’uomo. Essa non è altro che il frutto del capitalismo che ne ha bisogno per accrescersi attraverso la rapina o distruggendo valore d’uso.
Riprendiamoci, ognuno per proprio conto e tutti insieme, il diritto di parola affermando che nessuno Stato, per quanto militarmente potente, ha il Diritto di ergersi a inquisitore, avvocato, giudice ed arbitro dell’ordine mondiale.
Chiediamo che gli organismi internazionali sino rimessi in condizione di tornare a fare il loro dovere e, se ciò non fosse sufficiente, costruiamo, accanto all’inefficace diplomazia dei governi, una diplomazia dei popoli che freni il ricorso alle armi.
C’è bisogno dell’impegno di tutti nessuno escluso. 

Marco Bizzoni
segretario federazione, Castelli, Colleferro, Litoranea