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11/14/2014

Contro chi soffia sul fuoco della guerra tra poveri

Di fronte a chi soffia sul fuoco della guerra tra poveri, a chi spinge chi vive il disagio della crisi a rivoltarsi contro chi si trova in condizioni peggiori. Di fronte alle infamie di una propaganda che dipinge i richiedenti asilo come dei parassiti ben retribuiti, se non come cause della piccola criminalità che la crisi alimenta nelle nostre città, E' necessario fermarsi dal solito chiacchiericcio da bar e ragionare in profondità su chi sono i migranti. 
In questa ottica riteniamo utile pubblicare una riflessione apparsa su facebook. Una riflessione che riteniamo utile per tornare alla concretezza della realtà e uscire fuori dall'irrazionalità che inizia a pervadere il nostro Paese.

 https://www.facebook.com/onoriandrea?fref=nf

Da mesi, frequento un centro richiedenti asilo e rifugiati, collegato al circuito sprar. Nel centro ci sono anche minori non accompagnati. Per intenderci e non girarci troppo intorno, tipo il centro di Tor sapienza a Roma. Anche se, e qui è doveroso dirlo, ogni centro ha le sue regole e i suoi spazi. Un mondo difficile da capire, variegato e spesso isolato dal cittadino benpensante.
La prima volta che ho messo piede nel centro, lungo il vialone alberato che porta alla struttura, ho incontrato ragazzi di 13-14 anni che mi hanno sbarrato la strada. Camminavano a passo di lumaca. Io, dietro di loro, con la macchina ho aspettato il loro momento di gioco e spavalderia adolescenziale. Ho colto anche, il loro atto di protesta.
A volte strafottenti, a volte teneri; a volte contro le regole, altre volte pieni di generosità; a volte usano le mani, altre la dolcezza. Come i loro coetanei italiani della loro età difficile: l'adolescenza.
Solo che loro, non hanno punti di riferimento, o meglio, non hanno la mamma e il papà. Qualcuno di loro, sente il bisogno di essere sgridato e ripreso.
Durante la festa del rifugiato c'erano tutti. Anche loro e il loro entusiasmo. Mia figlia (7anni) piu incontenibile di loro, si è buttata tra la folla a ballare con quei ragazzini sorridenti e pieni di esplosività. Ognuno voleva farsi notare, in qualsiasi modo.
Dopo il ballo, arrivo' il momento dei saluti, dei racconti e delle lettere agli operatori, alla mamma e al papà. Ragazzini che ringraziavano gli operatori, descritti come genitori. Se non ci fossero stati loro, chissà la strada di questi bimbi che piega avrebbe preso. Questo, i bambini, lo sanno benissimo.
Poi, lettere,tante lettere ai genitori, in particolare alla mamma. Questa voglia di "mammosita'" è forte. In fondo, sono solo dei bambini... Coetanei dei bimbi di Tor sapienza. Loro, hanno ricevuto sputi, sassi, parole pesanti (bastardi vi bruciamo, negri di merda). Quei giorni di paura ognuno di loro, probabilmente, avrà invocato la mamma solo per cercare un abbraccio protettivo o una parola di conforto.

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