circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

3/21/2014

Solidarietà a chi lotta per la salute contro i colossi della telefonia

Il Partito della Rifondazione Comunista esprime solidarietà ai cittadini: Ennio Moriggi e Vito Diotallevi per la battaglia che stanno conducendo per la salute e contro le antenne e deplora che i condomini invece di sostenerli li citino in giudizio con un argomentazione, speciosa e strumentale, di decoro architettonico che a fronte dell'esigenza della tutela della salute risulta essere veramente risibile.
Chiediamo che le amministrazione competenti si attivino per avviare un processo di regolamentazione delle antenne, che abbia come linea guida fondamentale la tutela della salute dei cittadini. 

Marco Bizzoni
Segretario PRC
federazione Castelli, Colleferro, Litoranea

 



Citati in giudizio dal proprio condominio per protestare contro l'antenna selvaggia di Pavona


ROMA - L’11 marzo 2014 rischia di rimanere una data ‘storica’ a testimonianza della consueta inerzia burocratica delle Istituzioni Amministrative, anche in fatto di politica, quando in campagna elettorale tanto promettono e tanto poi dimenticano di mantenere nella quotidianità del loro mandato, in un palleggio di responsabilità e di delega a terzi. 

Il danno e la beffa sono giunti proprio in questo giorno a carico di Ennio Moriggi e Vito Diotallevi, due cittadini residenti nella porzione di Pavona facente parte del comune di  Albano Laziale, che da anni, insieme a molti altri, si sono e si stanno battendo contro l’antenna di telefonia radiomobile WIND-Ericsson installata  in via del Mare numero 20, in prossimità dell’incrocio con la via Nettunense, proprio di fronte al loro civico, ma nella porzione di Pavona appartenente al comune di Castel Gandolfo, in un quadrante densamente abitato nel quale insistono scuole, negozi, supermercati, la Biblioteca Comunale ed il Centro Anziani, oltre naturalmente alle tante abitazioni. Per questo giorno, appunto, sono stati convocati presso la Camera per la Media Conciliazione dell’Ordine Forense di Velletri, sita in Genzano, a seguito di una citazione in giudizio da parte del proprio condominio per violazione del ‘decoro’ urbano.

Ai suddetti cittadini è stato più volte richiesto con secca formalità dall’amministratore dello  stesso, dietro insistente e ripetuta pressione degli altri condòmini, di rimuovere un pezzo di stoffa bianca appesa ai loro balconi, recante lo slogan “NO ANTENNE-DIFENDIAMO LA SALUTE”. Le diffide condominiali erano giunte già nel mese di novembre 2011, proprio quando in a Pavona si era saputo che l’antenna telefonica installata in tutta fretta era già  pienamente funzionante. In quel periodo si sono susseguite assemblee cittadine ed ognuno a modo suo ha manifestato una civile opposizione, come del resto rimane pacifica la protesta del pezzo di stoffa bianco sui balconi di Moriggi e Diotallevi (in una palazzina che rimane comunque distante dalla via del Mare) messo lì a ricordare e sensibilizzare tutti quelli che si sono arresi nella attesa, seppur speranzosi, che qualcuno delle due Amministrazioni Comunali (Albano Laziale e Castel Gandolfo) in questi anni risolvesse magicamente un problema ormai cronico. Tutto ciò nonostante le ‘rassicurazioni’ fatte all’epoca dai consiglieri di turno e dai sindaci, che intanto nel frattempo sono cambiati, nonostante un pendente ricorso al T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale) che però ancora tarda ad ottenere una fattiva sentenza a riguardo. Il problema dell’elettrosmog legato all’antenna di via del Mare 20 si inserisce tristemente in una realtà di nocività ambientale nella quale si trova tutta Pavona e non solo: da anni incombe lo spettro minaccioso della costruzione dell’Inceneritore di Roncigliano (a pochi kilometri da Pavona), dove esiste già una discarica nauseabonda e contaminata, a causa della quale tantissimi cittadini sono dovuti ricorrere al Pronto Soccorso perfino nei giorni recenti e nei mesi trascorsi. Per non contare tutti gli altri effetti dovuti alla discarica per chi abita non solo attorno ad essa ma addirittura nel raggio di 5 km: aumento di tumori al seno, ai polmoni, al sistema linfatico, gastrointestinale, urinario, malattie cardiovascolari e del sangue, leucemie,, con picchi di di mortalità e di patologia che vanno dal +40% al +76% rispetto alla media, secondo i dati forniti dallo studio statistico ERAS, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio del Servizio Sanitario Nazionale. Nel motivo della controversia presentata dall’amministratore Raffaella Galbo riguardo il pezzo di stoffa bianca contro l’antenna di telefonia si legge che “tale affissione, trattandosi di balconate prospicienti la facciata dello stabile condominiale sono assolutamente lesive del decoro architettonico dell’intero edificio condominiale e determinano un conseguente pregiudizio economico a danno di tutti i condomini che, a causa della costante presenza di suddetti lenzuoli, hanno patito e subiscono ancora un notevole deprezzamento del valore commerciale delle proprie abitazioni”. Dunque, in questo triste scenario di emergenza ambientale ci sono persone che, come i condòmini di via del Mare 3, anziché lottare concretamente per risolvere questi i problemi ed esigere  tutela reale dei propri diritti alla salute ed in generale scelgono, invece, di citare in giudizio i loro condòmini Ennio Moriggi e Vito Diotallevi, smaccatamente per fini utilitaristici, evidentemente nella prospettiva di  vendere casa e ’scappare’, ‘nascondendo’ all’ignaro acquirente ‘forestiero’ le criticità del territorio, quasi in questo modo a ‘rifilargli il pacco’. Ma in questa società ipertestuale, nella quale tutti sono informati di tutto, sono ormai pochi quelli rimasti all’oscuro di dette problematicità ambientali, perché Pavona è salita alla cronaca, oltre ai motivi legati all’inceneritore, alla discarica ed arsenico nell’acqua, anche per essere la località dei Castelli con la più alta incidenza tumorale per inquinamento veicolare, dovuto pure alla presenza di un passaggio a livello in pieno centro abitato, e per la vicinanza a numerose industrie insalubri, in ultimo anche il polo di rottamazione e smaltimento di car-fluff dell’Italferro, oltre alla recente questione-rifiuti legata alla Falcognana ed alla centrale elettrica ad oli vegetali di via Cancelliera.

Una duplice questione dei soliti profitti, quella appunto del privato Gestore di telefonia e dei privati cittadini che si scagliano contro chi in realtà difende i diritti di tutti, loro compresi, e che ha semplicemente del grottesco se consideriamo che a monte della mobilitazione di Moriggi e Diotallevi c’è una storia che parte da molto lontano, esattamente dal 14 giugno 2005 quando i sindaci di Castel Gandolfo ed Albano erano rispettivamente Maurizio Colacchi e Marco Mattei (tra l’altro ex-Assessore all’Ambiente della Regione Lazio in Giunta Polverini).

da: www.dazebaonews.it/

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