circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

8/04/2012

No alla chiusura dei piccoli uffici postali, Il PRC - FdS sostiene lo sciopero del 6 agosto

La chiusura ormai prossima di oltre 1100 uffici di Poste Italiane comporta conseguenze disastrose e solleva numerose problematiche.

In primo luogo non è stato valutato l’impatto sociale sui territori che consegue a tale scelta.

E’ cosa nota che l’Italia sia una Nazione fatta di piccoli comuni, paeselli e borghi storici; ed è proprio storicamente che la figura dell’ufficio postale è divenuta una delle realtà principali e fondamentali della vita paesana, dove il direttore delle Poste è un’autorità riconosciuta al pari del Parroco e del Sindaco.

Dal 1862 i cittadini fanno affidamento sulla Posta per le loro comunicazioni e per tutelare il piccolo risparmio. Come cambierà la morfologia sociale di quei territori dove verrà a mancare la storica figura dell’ufficio postale?

Inoltre, al dì là dell’aspetto socio-culturale, sono indubbi tutti i disastri socio-economici che la decisione porterà, sia per i portalettere, che dovranno coprire zone sempre più vaste ad un ritmo sempre più incalzante, sia per gli anziani, che per andare a ritirare la pensione dovranno spostarsi (e non facilmente) verso altri comuni, sia per tutti i cittadini che vedranno la propria posta arrivare in ritardo e saranno costretti a fare chilometri per spedire una semplice raccomandata.

Per non parlare del taglio di 12000 posti di lavoro entro la fine dell’anno, che metterà in ginocchio migliaia di famiglie.

Tutto questo è il risultato del chiaro e infimo progetto di trasformare la res pubblica in res privata svendendo ogni azienda dello Stato e smantellando i servizi al cittadino, in un’ottica sempre più liberista e sempre più plutocratica. Le direttive politiche, per quanto riguarda i Servizi Pubblici, non possono e non debbono tenere conto della logica dei costi/ricavi, ma, proprio perché Pubblici Servizi, devono rispondere ai prioritari bisogni dei cittadini, ancor più quando questi già subiscono notevoli disagi non solo per la morfologia del territorio.

Altro aspetto da considerare riguarda la Cassa Depositi e Prestiti, che attraverso il risparmio postale garantisce prestiti a tassi agevolati alle Istituzioni (quindi Regioni, Provincie e Comuni)per la realizzazione di opere pubbliche e servizi a favore dei cittadini. E’ evidente che se Banco Posta verrà privatizzato e trasformato in banca non produrrà più fondi per la Cassa Depositi e Prestiti quindi il finanziamento dovrà essere reperito attraverso la fiscalità generale, cioè aumento delle tasse.

Questa decisione incide dunque tutta sulla qualità della vita dei singoli cittadini e delle comunità locali e costringe le Amministrazioni comunali a rimodulare i servizi sociali per far fronte alle carenze e ai disservizi che si verranno a generare.

Il servizio di recapito, anche per il suo ruolo di connessione sociale, ed il bancoposta, per la funzione di tutela del piccolo risparmio, debbono essere considerati un Bene Comune.

Il P.R.C. – F.d.S. provincia di Roma aderisce lunedì 6 agosto allo sciopero nazionale di 24 ore di tutti i lavoratori di POSTE ITALIANE s.p.a. indetto da Cobas e Cub Poste e invita i Sindaci, gli Amministratori locali e i cittadini tutti a sostenere la lotta a difesa del Bene Comune e del Servizio Pubblico.

Il Segretario

Provincia di Roma

Federazione Castelli-Litoranea-Colleferro

Danilo MARRA

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