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11/03/2015

Ardea, Intervento contro la malegestione delle mense scolastiche che penalizza i bambini

Apprendiamo dal quotidiano la Repubblica: “il sindaco Luca Di Fiori, sostenuto dalla sua giunta di centrodestra, ha deciso di tagliare il pasto ai bimbi figli di morosi: duecento alunni ad Ardea 2, cento ad Ardea 3. Fra i tre e i dieci anni. Scoprendo poi che lì in mezzo, sì, "il grosso ci marciava, evadeva come fosse un'usanza" (parole del sindaco),"Fino a ieri questi genitori sono stati portoghesi, portoghesi e irresponsabili. Li abbiamo avvisati a febbraio: chi non paga non va in mensa. Poi a giugno. Niente. Fino a poco fa potevamo aiutare disagiati e disabili, ora per colpa di chi ci ha marciato non possiamo può fornire né questo né altri servizi. Chi è davvero in difficoltà lo abbiamo dirottato ai servizi sociali, ma qualcuno non si presenta. Teme che, a causa dell'indigenza, gli togliamo i bambini”

Di fronte alla persistente morosità dei cittadini la solerte amministrazione del Comune di Ardea decide allora di agire. E cosa fa?

“Chi non ha saldato il versamento degli anni precedenti non potrà usufruire della mensa scolastica. L’ufficio Servizi educativi provvederà a comunicare alle direzioni didattiche i nominativi degli alunni che non possono usufruire del servizio per morosità. Tutti coloro i quali sono in regola e vogliono usufruire della mensa per l’anno 2015/2016 dovranno pagare anticipatamente 40 pasti. Nel caso in cui vi sia più di un figlio iscritto a mensa i pasti da pagare anticipati sono 20 per ciascun figlio.” e con questo atto il comune Esclude 300 bambini dalla mensa. http://www.ardea.gov.it/home/vivere/scuola-ed-istruzione/mense-scolastiche/
L'amministrazione di ardea scarica le responsabilità degli adulti sui Bambini escludendoli dalle mense dei loro istituti. "Colpevoli" di non aver pagato la retta per la refezione scolastica negli anni precedenti, e perciò "vittime" delle politiche di rigore del proprio Comune.
Perché se non paghi il servizio, non puoi mangiare il pasto caldo come i tuoi compagni di classe. Per gli adulti questa misura non sarebbe in sè scandalosa ma rivolta ai bambini è un'operazione vigliacca, immorale, antieducativa.
Allontanare i bambini dalla mensa non significa solo privarli del pasto, ma anche del loro momento di socialità; significa separarli dai loro amici, facendoli sentire diversi e per qualcuno significa provarlo dell'unico pasto decente della giornata. Quindi chi ne fa le spese sono i più piccoli, ai quali viene tagliato il servizio, con conseguenze educative e psicologiche tutt'altro che trascurabili.

Simonetta Gentile, psicologo-psicoterapeuta responsabile dell'unità operativa di Psicologia Clinica dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Afferma: "L'allontanamento dalla mensa scolastica non fa che rafforzare il senso di emarginazione e di esclusione che i bambini appartenenti a famiglie bisognose già vivono. Il vedersi separati dai propri compagni sancisce la diversità, dà loro misura di quanto la loro condizione sia distante dagli altri".
L'allontanamento dalla mensa è foriero di Traumi diseducativi. Perché i bambini sono in grado di percepire e farsi carico delle difficoltà familiari. "Non poter mangiare come tutti perché non è stato pagato il servizio incide sulla strutturazione del sé del bambino, che apprende in questo modo il principio di disuguaglianza e non quello della solidarietà", Non poter mangiare a mensa "Può essere un'esperienza traumatica anche nel caso ci si trovi di fronte a una morosità dovuta non all'indigenza dei genitori, bensì a una pratica scorretta. In tal caso il bambino capirà che sua madre o suo padre stanno tradendo i valori della legalità e sarà di rimando educato alla corruzione. Oppure svilupperà un senso di colpa e di vergogna che potrebbe sfociare anche in azioni di rivalsa, simili al bullismo".
Sospendere la refezione scolastica ai bambini che hanno genitori morosi significa mettere in atto una discriminazione  sulla pelle dei più piccoli, una violazione scandalosa del diritto fondamentale all’uguaglianza. Una discriminazione che pagheranno tutti: quelli in mensa e quelli fuori, imparando, gli uni e gli altri, che la disuguaglianza vale fin da piccoli e che chi non ce la fa lo si lascia indietro, lo si abbandona. E imparano fin da piccoli a discriminare i più deboli, attraverso e con la benedizione delle Istituzioni. E imparano che la scuola non è il mezzo che permetterà loro di abbattere le disuguaglianze, ma il luogo che le crea e le alimenta.

Noi non vogliamo lasciare indietro nessuno e vogliamo che sia rispettato il dettato costituzionale.
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Vogliamo che sia rispettata la convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza
“Tutti i bambini del mondo hanno gli stessi diritti, non ha importanza chi sono i genitori. Qual è il colore della pelle, né il sesso, né la religione, non ha importanza che lingua parlano, né se sono ricchi o poveri.”
“Gli Stati, le istituzioni pubbliche e private, i genitori o le persone che ne hanno la responsabilità, in tutte le decisioni che riguardano i bambini devono sempre scegliere quello che è meglio per tutelare il loro benessere.”

A quale benessere fa riferimento un'amministrazione che non tiene in alcun conto il senso di umiliazione e vergogna nei confronti dei compagni e insegnanti che può provare il bambino ecluso dalla refezione scolastica?; che non tiene conto del il rischio di stigmatizzazione da parte degli altri bambini; che non tiene conto del rischio di saltare progetti educativi didattici collegati all’alimentazione o della perdita di un importante contesto relazionale di gruppo a cui partecipano tutti gli altri compagni di classe?
Noi non riteniamo i bambini un peso economico da gestire al massimo risparmio  e alla meno peggio, come fa l'amministrazione di Ardea, ma il futuro che vogliamo costruire.
Non abbiamo dubbi che ci siano delle difficoltà a far quadrare il bilancio, visto che i tagli delle tasse promessi dal governo sono poi fatti pagare attraverso i servizi direttamente ai cittadini\lavoratori, ma ci domandiamo se non ci fosse proprio nessuna altra voce di spesa che si poteva tagliare o ridimensionare prima di questa, e' indegno che i diritti dei bambini vengano considerati così poco.

Noi non chiediamo nessun condono, tutti i genitori devono pagare in base alle loro possibilità, quelli che non possono devono essere aiutati dal Comune con i giusti strumenti di sostegno.

Chi è nelle condizioni di poter pagare deve pagare, perché questa situazione è stata causata da chi ha governato il comune negli ultimo anni. Non si arriva a 300 famiglie insolventi se tale abitudine non sia stata non dico incentivata ma almeno tollerata da chi ha governato fino ad oggi.
La scelta dell'Amministrazione sceglie del metodo di recupero del credito facendolo pagare ai bambini, scaricando su di loro le mancanze dei genitori è una cosa che ci dovrebbe offendere e indignare profondamente.
Noi non chiediamo nessuna sanatoria per chi è moroso . Perchè riteniamo anche giusto tutelare chi paga con regolarità e non vogliamo che chi agisce correttamente si trovi svantaggiato rispetto ai furbi.

NOI CHIEDIAMO CHE NELLA SCUOLA I BAMBINI TORNINO AD ESSEE TRATTATI TUTTI NELLO STESSO MODO, TORNINO A POTER MANGIARE  TUTTI NELLA STESSA MENSA.

Noi chiediamo che sia rispettata l'interpretazione del DPR 20\3\2009 n. 89 fatta dall'ufficio scolastico regionale lombardo con circolare del 15\10\2012 “le famiglie devono impegnarsi a sostenere l'onere del servizio di refezione e il comune deve essere in grado di sostenere l'organizzazione del medesimo pur in previsione delle possibili morosità, garantendo a tutti gli alunni la frequenza del momento della refezione per tutto l'anno scolastico.”

L'amministrazone di Ardea ha pensato di risolvere il problema del costo delle mense  applicando 2 provvedimenti ingiusti e socialmente iniqui e di classe con un'unica delibera:
1) stabilisce che il costo del servizio deve essere coperto interamnete dagi cittadini\lavoratori;
2) esclude dalla mensa i morosi
Gli uffici comunali poi hanno peggiorato ulteriormente la delibera stabilendo arbitrariamente per i non morosi il pagamento anticipato di 40 pasti(179 euro).
C'è da dire che da parte di un'amministrazione che fa parte di uno schieramento politico che si incensa quale difensore della famiglia tradizionale, le famiglie di Ardea ricevono dei brutti colpi.
- nessuna considerazione del critico ciclo economico, riduzione e perdita di lavoro con conseguenti riduzione del reddito delle famiglie;
- nessuna considerazione per le fasce di popolazione economicamente svantaggiate ma che non sono in situazione di povertà.

C'è però nella decisione del comune di escludere i morosi qualcosa che non torna. SE IL COMUNE HA DIFFICOLTÀ A MANTENERE ECONOMICAMENTE IL SERVIZIO, COME AFFERMANO NELLA DELIBERA, OBBLIGANDO I CITTADINI \LAVORATORI A PAGARE INTERAMENTE IL SERVIZIO COME MAI SI PREOCCUPA DI ESCLUDERE CHI NON PAGA MA NON METTE IN CONTO  DI RECUPERARE I CREDITI DELLE MOROSITÀ PREGRESSE? Perchè Accetta tranquillamente di considerare i crediti che vanta nei confronti di chi non ha pagato come se fossero ormai persi? Non è possibile ravvisare in questa accettazione l'epilogo di un clientelismo diffuso  che negli ultimi anni ha inquinato le competizioni elettorali ad ardea?
Come già detto noi vogliamo che tutti quelli che possono pagare paghino e che:

- TUTTI I BAMBINI SIANO RIAMMESSI A MENSA;
- l'AMMINISTRAZIONE PROCEDA ALL'ACCERTAMENTO DI TUTTE LE POSIZIONI DI MOROSITÀ DEGLI ANNI PREGRESSI;
- SI STABILISCA UN PIANO DI RIENTRO CONCORDABILE CON LE FAMIGLIE MOROSE
- SI SEMPLIFICHINO LE PROCEDURE DI ACCESSO AL SOSTEGNO SOCIALE;
SI PROCEDA IN CASO DI ULTERIORE INADEMPIENZA,  VOLONTARIA, E NON PER DIFFICOLTÀ ECONOMICHE, AL RECUPERO FORZOSO DEL CREDITO, CON ADDEBITO DI SPESE DI PROCEDIMENTO ED INTERESSI, MEDIANTE PROCEDURA PER INGIUNZIONE DI ENTRATE PATRIMONIALI SECONDO QUANTO PREVISTO DAL R.D. 639/1910.
- SI REDISTRIBUISCA IL PESO DEL COSTO PASTO, SULLA BASE DELLE POSSIBILITÀ DELLE FAMIGLIE,  PER MEZZO DI UNA  DIFFERENZIAZIONE DI FASCE ISEE.

Marco Bizzoni, segretario PRC\SE federazione Castelli, Colleferro, litoranea

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