circoli PRC dei comuni di:
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.

9/02/2010

Mobilitiamoci per la libertà di scelta delle donne

La proposta di legge regionale “Riforma e riqualificazione dei consultori familiari”, prima firmataria Olimpia Tarzia cofondatrice del movimento per la vita e altri 39 firmatari ridisegna la fisionomia dei consultori nel Lazio: la famiglia è ridefinita come istituzione votata al servizio della vita e il suo valore primario è la fecondità (le coppie sterili non fanno famiglia).

La riforma dei consultori tutela solo “il figlio concepito”.

La soggettività delle donne e la loro libertà di scelta è completamente cancellata.

Scompaiono laicità e autodeterminazione, garanzie acquisite in decenni di lotte politiche sociali femministe e femminili.

Il privato entra massicciamente nella gestione del consultorio ed essendo la proposta di vocazione confessionale, consacra le associazioni che hanno fra le proprie finalità la promozione della cultura familiare. Il carattere laico svapora.

La Regione istituisce un Comitato Bioetica indipendente che ha competenza sull’operato dei consultori.

L’accesso all’IVG (interruzione volontaria di gravidanza) prevede un procedimento di “accoglienza” che espone la donna alla dottrina del consultorio in merito ai principi “del valore primario della vita, della maternità, della tutela del figlio concepito”.

La riforma è un attacco diretto alla legge 194 (che regola e garantisce l’aborto) .

Sarà abrogata la legge regionale che prevede, all’art.8, la presenza dell’“Assemblea delle donne del Consultorio”.

Inoltre le linee guida della giunta Polverini sulla somministrazione della pillola Ru486 di fatto ledono doppiamente la libertà di scelta della donna. Da un lato si obbliga ad un ricovero coatto di tre giorni per interrompere farmacologicamente la gravidanza, dall’altro non le si dà la possibilità di essere ricoverata.

Questa proposta di legge rappresenta uno spostamento culturale gravissimo, che contraddice il senso della istituzione stessa dei consultori e il compito basilare di garanzia della salute delle donne.

E’ indispensabile una ripresa di attività politica da parte delle donne per difendere i diritti civili di cui sono titolari; è urgente una iniziativa diffusa che possa fermare questo attacco violento alla nostra libertà.

Per tale motivo, in quanto Assessore con delega alle Pari Opportunità del Comune di Pomezia, intendo promuovere un incontro per il 9 settembre 2010 alle ore 10.00 presso la Sala Consiliare.

Distinti saluti

Assessore alle Politiche Sociali

e per la Qualità della Vita

dott.ssa Anna Mirarchi

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