Il processo di costruzione del un soggetto unitario della sinistra ha
subito una battuta d’arresto. Questa è dovuta alla scelta di
SEL/Sinistra Italiana di anteporre e contrapporre la costruzione di un
nuovo partito della sinistra a quella del soggetto unitario della
sinistra antiliberista. Questa scelta di costruire il proprio partito
invece del processo unitario non ha evidentemente solo un risvolto
organizzativo ma anche politico nella riproposizione di una definizione
ambigua sul piano della collocazione europea così come su quello
nazionale: le vicende legate alle elezioni amministrative, in cui spicca
il caso milanese e recenti prese di posizione di SEL che, al fine di
riconsiderare la propria collocazione in merito alle elezioni
amministrative apre un’interlocuzione nazionale con il governo, ne sono
una testimonianza chiara.
In questo contesto è ancora più
importante il risultato della Consultazione tra gli iscritti e le
iscritte di Rifondazione Comunista che hanno approvato con una
percentuale superiore al 70% l’indirizzo politico fondato sulla proposta
di costruzione di un soggetto unitario della sinistra e di rilancio di
Rifondazione Comunista. Con oltre 5000 voti, la consultazione segnala
una buona partecipazione – hanno partecipato il doppio dei compagni e
delle compagne che avevano partecipato alla consultazione sulla
costruzione della lista “l’altra Europa con Tsipras” alle elezioni
europee – che ci parla della voglia di partecipazione e della vitalità
del nostro partito.
Il compito di Rifondazione Comunista è quindi il
rilancio del nostro progetto politico basato sulla proposta unitaria e
sul rafforzamento del partito. Per noi questi due compiti non solo non
sono contraddittori ma si qualificano a vicenda: il partito senza la
proposta unitaria si ridurrebbe ad una prospettiva settaria ed
inefficace, un processo unitario fondato sullo scioglimento dei
comunisti si qualificherebbe come una riedizione dell’Occhettismo. Siamo
orgogliosamente comunisti e comuniste: proprio per questo convintamente
unitari e unitarie.
Il percorso unitario
La battuta
d’arresto sancita dal fallimento del tavolo della sinistra ci chiede di
esplicitare con maggior forza e chiarezza la nostra proposta politica.
Il progetto unitario, così come l’abbiamo proposto nel Congresso di
Perugia e confermato nella consultazione, non è un obiettivo semplice ma
terreno di lotta politica che dobbiamo praticare con spirito unitario e
con determinazione.
Riteniamo infatti che la crisi del capitalismo e
le politiche neoliberiste espresse dalle classi dominanti e dai governi
e livello europeo ed italiano portino alla barbarie. Contro questa
barbarie è necessario dar vita ad un soggetto politico antiliberista di
sinistra, che si ponga l’obiettivo aggregare forze, costruire conflitto e
quindi di costruire una alternativa di governo nel paese ed in Europa.
Un simile obiettivo richiede la capacità di produrre un’accumulazione
di forze tali da essere incompatibile con la mera coalizione elettorale o
con una federazione. Queste forme politiche infatti non danno vita ad
uno spazio pubblico condiviso, non sono in grado di costruire una azione
politica quotidiana e non sono adeguate a valorizzare l’apporto degli
uomini e delle donne che su tale prospettiva vogliono impegnarsi.
Un
obiettivo di questa natura richiede la costruzione di un soggetto
unitario definito in modo assai preciso nella prospettiva politica ma a
“bassa soglia d’accesso” sul piano ideologico, in grado di diventare uno
spazio pubblico: la casa comune dalla molteplicità delle forme
dell’agire politico, delle culture politiche e delle identità esistenti
nel campo antiliberista della sinistra, dei movimenti, del conflitto
sociale. Noi vogliamo contribuire alla costruzione di un soggetto
unitario definito da un progetto chiaramente articolato sul terreno
politico-programmatico, finalizzato a costruire un consenso crescente ed
un’aggregazione di forze sufficiente a produrre qui ed ora una proposta
di governo alternativa all’esistente, capace di promuovere campagne di
massa, mobilitazione e azione sociale, conflitto, di suscitare
partecipazione e protagonismo.
Per quanto riguarda il profilo
generale del soggetto unitario da costruire, non ci sono a nostro avviso
oggi le condizioni per una fondazione ideologico-identitaria
assimilabile a ciò che ha costituito il fondamento dei partiti nella
storia del ‘900. Questo per due ordini di motivi.
In primo luogo non
esiste oggi una cultura politica egemone né una elaborazione compiuta
all’altezza del livello dello scontro in grado di candidarsi a
rappresentare una sintesi unificante del complesso delle forze che si
oppongono al liberismo. La pluralità dei punti di vista e delle
soggettività che vivono nel campo dell’alternativa non può ridursi alla
riproposizione di un “partito monoteistico” come se nulla fosse.
In
secondo luogo le forme concrete dell’opposizione alle politiche
neoliberiste sono assai variegate, sia per quanto riguarda le pratiche
che le culture. Questa articolazione non rappresenta a nostro avviso un
fatto negativo ma parla – sia pure in modo contraddittorio – della
ricchezza potenziale di una soggettività antagonista da aggregare
rispettando e valorizzando questa pluralità. La destra risolve il tema
dell’unità attorno alla ricerca dell’uomo della provvidenza. La sinistra
non può scimmiottare questa pratica o riproporre scorciatoie
organizzativistiche di tipo partitico che non permettono di valorizzare
appieno i diversi percorsi in cui si esprimono le soggettività
alternative e non rispondono quindi alla necessità di “costruire
coalizione”.
La costruzione di un soggetto unitario della sinistra
in Italia si deve quindi caratterizzare come terreno di ricerca aperto,
come avviene in molti altri paesi, come dimostra la presenza molto
rilevante, forse maggioritaria, di esperienze costitutivamente segnate
dal pluralismo, tanto in Europa che a livello internazionale.
Per
questo riteniamo che il soggetto unitario a cui dobbiamo dar vita noi
proponiamo che debba individuare nella lotta e nella costruzione di una
alternativa al neoliberismo il proprio obiettivo, debba essere
alternativo agli altri poli politici presenti sulla scena, debba
riconoscere il pluralismo delle culture, delle identità e delle
appartenenze come fatto fisiologico e costitutivo della propria
esistenza. A partire da questi presupposti il soggetto unitario deve
strutturarsi in forme completamente democratiche: adesione individuale,
piena sovranità degli iscritte e degli iscritte sugli organismi
dirigenti e sulla definizione dell’indirizzo politico in base al
principio “una testa un voto”.
L’unità e il carattere plurale del
soggetto da costruire sono le basi per dar vita ad un processo
costituente vero, per costruire una coalizione che innovi sul piano del
progetto politico come delle forme dell’organizzazione. La necessità di
superare gli attuali steccati della sinistra, di dar vita ad percorso di
aggregazione effettivamente innovativo, ci chiedono un salto di qualità
nell’elaborazione e nella proposta, ci obbligano alla ricerca di una
forma nuova dell’agire politico evitando la pigrizia della
riproposizione della forma partito classica anche quando questa viene
motivata con le suggestioni nuoviste che già tanti danni hanno prodotto.
A tal fine riteniamo necessario contribuire, nel rapporto con tutte le
forze interessate a questa prospettiva unitaria – a partire dall’Altra
Europa con Tsipras” – a dar vita ad iniziative territoriali che
ripropongano e qualifichino il tema del percorso costituente di un nuovo
soggetto politico unitario della sinistra antiliberista. Si tratta di
partire dal documento “Noi ci siamo. Lanciamo la sfida” – che
costituisce il punto più avanzato sin quei prodotto sul terreno unitario
– per portare nel paese quella discussione che nel chiuso delle stanze
romane ci ha portato ad un empasse senza sbocchi.
Parallelamente
riteniamo necessario impegnare tutto il partito nella costruzione di
liste unitarie della sinistra, alternative al PD, in tutte le elezioni
amministrative di primavera. Si tratta di dar vita a coalizioni ampie e
plurali che a partire dalle forze di sinistra, ambientaliste, laiche,
libertarie, sappiano aggregare il complesso delle forze civiche
democratiche, chi si batte per i beni comuni, gli uomini e le donne che
vogliono contrastare il degrado delle loro città indotto dalla crisi e
dalle politiche neoliberiste. Proprio perché vogliamo dar vita al
processo costituente di una sinistra unitaria, riteniamo decisiva la
presentazione nelle prossime amministrative di liste unitarie che
esprimano sul territorio la volontà del cambiamento, contro le politiche
del governo. Su questo aspetto esistono positive contraddizioni anche
all’interno di SEL – Sinistra Italiana e noi siamo impegnati a sostenere
nelle diverse città le candidature unitarie che esprimono una
collocazione alternativa al PD ed aperta ai conflitti sociali. Riteniamo
infatti che la costruzione e il successo di liste unitarie di sinistra
nelle elezioni amministrative possano anche costituire un positivo
elemento nel rilancio del processo unitario della sinistra. In terzo
luogo riteniamo necessario operare da subito alla costruzione di
comitati unitari sui referendum. In primavera vi saranno varie raccolte
di firme per dar vita a referendum – dalle questioni della democrazia,
alla scuola, dalle questioni ambientali a quelle del lavoro – e in data
da definirsi vi sarà anche la votazione referendaria sulla manomissione
della Costituzione. Su tutti questi terreni dovremo operare per
costruire il massimo di mobilitazione e pratica unitaria affinché il
complesso delle campagne referendarie si configuri come un percorso di
costruzione di una opposizione e una alternativa da sinistra alle
politiche del governo Renzi.
Da ultimo ma non meno importante,
riteniamo necessario operare per la costruzione di un nuovo movimento
pacifista contro a la guerra. Per questo parteciperemo il 16 p.v. alle
mobilitazioni indette contro la guerra in occasione dell’anniversario
della guerra in Iraq e operiamo in relazione con il mondo
dell’associazionismo per la costruzione di spazi di riflessione e
mobilitazione.
Il rafforzamento del partito
Il rafforzamento
di Rifondazione, oltre alla cura del funzionamento normale
dell’organizzazione, deve basarsi su tre filoni principali di lavoro.
In primo luogo l’utilità sociale del partito. Oltre alla partecipazione
alle iniziative politiche unitarie di cui abbiamo parlato prima, è
necessario rafforzare la presenza del partito all’interno dei conflitti
sociali. La situazione non vede un conflitto dispiegato ma è tutt’altro
che pacificata e le lotte sulle questioni dell’occupazione,
dell’ambiente e della difesa del welfare sono quotidiane. Anche sul tema
della pace comincia ad esserci una ripresa di attenzione e
mobilitazione. Occorre curare con maggiore attenzione la nostra
partecipazione ai conflitti e il necessario lavoro di unificazione degli
stessi. In questo quadro occorre rilanciare con forza la campagna “i
soldi ci sono” che è finalizzata ad un obiettivo fondamentale: la crisi
attuale non ha nulla a che vedere con la scarsità ma piuttosto con la
cattiva distribuzione della ricchezza, del lavoro e del potere. La
patrimoniale, l’abolizione della riforma Fornero, il Piano per il
lavoro, lo sforamento dei vincoli europei al fine di sviluppare welfare e
intervento pubblico in economia sono tutti punti su cui occorre
costruire un senso comune di massa che sconfigga la vulgata secondo cui
“mancano i soldi”.
In secondo luogo occorre riprendere in modo
più allargato il lavoro di elaborazione sulla rifondazione comunista. Il
21 gennaio prossimo si terrà a Livorno un Convegno su “La nostra storia
e l’attualità del comunismo” ed invitiamo i gruppi dirigenti a curare
la partecipazione allo stesso. Questo convegno non vuole essere solo una
occasione per ricordare la nostra storia ma vuole essere il punto di
partenza per la ripresa di una riflessione forte sull’attualità del
comunismo come risposta positiva alla barbarie e alla crisi del
capitale. La nostra esistenza come partito della Rifondazione Comunista
non è un fatto burocratico o puramente organizzativa ma ha senso nella
misura in cui sappiamo far vivere la proposta e la prospettiva comunista
nel vivo delle contraddizioni e dei conflitti sociali. Riprendere una
riflessione di fondo sull’attualità del comunismo è parte integrante di
questo nostro impegno e delle ragioni per cui facciamo politica. Non si
tratta di solo di potenziare l’attività di formazione – cosa pure
necessaria e su cui richiamiamo l’attenzione dei gruppi dirigenti
provinciali e regionali – ma di riaprire una discussione sui nodi di
fondo della nostra proposta politica, delle ragioni dell’essere
comunisti e comuniste oggi.
In terzo luogo occorre rafforzare il
Partito a partire dalla cura dei gruppi dirigenti, dal tesseramento e
dall’autofinanziamento.
A questo riguardo l’ufficio organizzazione
ha cominciato un lavoro utile di ripresa di relazioni stabili tra i
diversi livelli del partito, lavoro che occorre potenziare anche
attraverso la costruzione di appositi strumenti di circolazione delle
informazioni.
Per quanto
riguarda l’autofinanziamento, oltre alla di questo aspetto per il
finanziamento dell’attività del partito a livello locale, è
assolutamente necessario rilanciare la campagna di sottoscrizione
attraverso i RID, in modo da garantire un minimo di risorse per la vita
del centro nazionale. Il positivo risultato ottenuto attraverso il 2 per
mille, che ci parla con oltre 46.000 sottoscrizioni, di una simpatia
verso il nostro partito che permane nonostante l’oscuramento mediatico a
cui siamo sottoposti, non è infatti sufficiente a coprire le spese
necessarie per tenere in vita il partito e per coprire i debiti
accumulati nel corso degli anni.

Per quanto riguarda la campagna di tesseramento del
2016, proponiamo che venga lanciata con iniziative pubbliche nella
settimana dall’8 al 14 febbraio. Le iniziative sul tesseramento
ovviamente presentare il nostro progetto politico: la costruzione della
sinistra antiliberista e l’attualità del comunismo per uscire dal
Capitalismo in crisi. Dovranno quindi sottolineare l’utilità di
Rifondazione Comunista nella battaglia contro le politiche di austerità
di cui la campagna “i soldi ci sono” è parte costitutiva.
Documento approvato dalla Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista del 10 gennaio 2016