A 6 anni di distanza dal
vertice di Copenaghen, finalmente l’attenzione torna a concentrarsi
sull’emergenza
climatica.
Dal 30 novembre all’11
dicembre 2015 si terrà a Parigi la 21° Conferenza delle Parti
dell'ONU sui Cambiamenti Climatici,
verrà siglato con ogni probabilità l’accordo globale sul clima
traguardato al 2020 e prenderà il posto di Kyoto. Un accordo che
temiamo sia l’ennesima scatola vuota, demandando ai singoli impegni
vincolanti ed azioni coerenti. Si tratta di una importante
occasione per rimettere con forza al centro dell’agenda politica
nazionale i temi che riguardano il modello di gestione delle risorse,
la tutela ambientale, i diritti delle comunità, la sovranità di
queste ultime sul territorio e, più in generale, il sistema
economico nel suo insieme.
Il tema dei cambiamenti
climatici riguarda il Pianeta ed è strettamente connesso alle
politiche dei singoli paesi, tese più a garantire gli interessi del
mercato che non quelle delle comunità e del territorio.
Di questo ci parla il decreto
Sblocca Italia, che garantisce e agevola le estrazioni petrolifere in
terra e in mare, mega infrastrutture che hanno un impatto drammatico
sul territorio e sull’ambiente come la pervicace politica
dell’incenerimento, e delle privatizzazioni.
alle battaglie in difesa del
territorio che si stanno giocando nel nostro paese. Molti sono i
conflitti in difesa del territorio e di contrasto a queste scelte
scellerate.
Alla vertenza nazionale contro
lo “Sblocca Italia” e suoi derivati del governo Renzi ne vanno
aggiunte molte altre come: le battaglie contro il carbone o le
infrastrutture energetiche e militari, i poli produttivi contaminanti
ai quali si continua a concedere possibilità di inquinare mettendo a
rischio la salute delle comunità, le vertenze per le bonifiche e
quelle per il risanamento del territorio dal dissesto idrogeologico
che da anni devasta intere città, solo per citarne le principali.
In generale la devastazione e
il rischio ambientale imposti alle comunità sono fattori su cui si
regge il sistema economico
Determinate dalle pressioni
lobbistiche delle grandi multinazionali come è nel corso dei
negoziati per il TTIP (Trattato di Partenariato Transatlantico su
commercio e Investimenti) in favore delle tecniche estrattive non
convenzionali, degli OGM, delle privatizzazioni, delle fonti fossili.
Così come, se l’opposizione al Jobs Act è per l’affermazione
dei diritti del lavoro, il ricatto occupazionale e la crisi economica
sono il paravento del governo Renzi per imporre con lo Sblocca Italia
un devastante modello di sviluppo, fondato sulla cancellazione di
ogni vincolo e consegnato al libero arbitrio del profitto contro la
tutela. Per questo
in occasione dell’emanazione del decreto “Sblocca Italia”
abbiamo coniato lo slogan “Il territorio come il lavoro senza
tutele e senza diritti”, potremmo dire un vero e proprio manifesto
del liberismo e della mercificazione.
La nostra azione, quindi, non
può prescindere dall’esigenza dalla riconversione del modello
produttivo e del lavoro sostenibili dal punto di vista ambientale
garantiti da tutele e diritti, e dove i vincoli tornino ad essere
individuati a favore delle comunità e del territorio.
Le politiche di austerità
stanno imponendo all’ambiente oltre che ai popoli europei un costo
insopportabile. Le politiche neoliberiste non si esplicano soltanto
nella deregolamentazione economica ma ugualmente in quella ambientale
imponendo sui territori l’unica regola del profitto
Il vertice climatico di
Parigi rappresenta quindi l’occasione perché alla moltitudine di
vertenze ambientali venga fornita una cornice comune, utile a dare
forza agli all’allarme, più volte reiterato lanciato dalla
comunità circa la necessità di ridurre del 70% le emissioni
clima-alteranti entro il 2050.
Ridurre le emissioni in
maniera sensibile ed immediata vuol dire infatti cambiare
modello energetico, smettere di cementificare, optare per reti di
mobilità intelligente, risanare il territorio, cambiare modello di
gestione delle risorse e dei servizi pubblici essenziali. In una
parola, ripensare il sistema economico e sociale radicalmente e senza
esitazioni.
* segreteria nazionale
dip.
Ambiente-territorio-beni comuni
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