La vicenda del pronto
soccorso di Albano, denunciata nei giorni scorsi dai medici che vi
lavorano, ha messo in evidenza che risparmiare sulle risorse per
erogare i servizi significa portarli alla chiusura. Malgrado ciò il
governo annuncia che nel Lazio dovranno essere eliminati ancora circa
2000 posti letto. Se questa è la lotta agli sprechi che portano
avanti il governo ed i partiti che lo appoggiano, in primis il PD
nazionale, allora significa che per loro la salute dei lavoratori non
è un diritto ma uno spreco.
Il Partito della Rifondazione
Comunista e pienamente convinto della necessità di eleminare sprechi
e spese inutili che come tutti sanno gravano principalmente sulle
tasche dei lavoratori. Per far questo ritieniamo che sia necessario
superare un modello di sanità fondato sulla centralità esclusiva
dell’ospedale. Troppo spesso, quel modello, ha privilegiato le
ambizioni di primariato di alcuni medici a discapito della effettiva
funzionalità dei reparti e delle specialistiche necessarie. Noi
crediamo che per operare una vera razionalizzazione della sanità,
che non voglia essere mera ricerca di risparmio, sia necessario
affiancare all'abbattimento dei costi del sistema il miglioramento
della qualità delle prestazioni. In tale ottica riteniamo che sia
necessario ritornare allo spirito originario della legge istitutiva
del servizio sanitario nazionale del 1978 che era essenzialmente
incentrata sulla prevenzione. Per far ciò, prima di ridurre i posti
letto, è necessario riorganizzare il sistema attraverso una rete di
presidi territoriali e una reale integrazione degli aspetti sociali
con quelli sanitari.
Anche le organizzazioni
professionali dei medici del Lazio fanno osservare che il taglio di
duemila posti letto, previsti dal governo, va ben oltre le necessità
stabilite dalla “spending review”, che prevede un rapporto di 3,7
posti letto ogni mille abitanti.
Già oggi, con i posti letto
tagliati sino ad ora, avviene che pazienti con serie malattie in fasi
acute che necessitano di ricoveri in ospedale debbono passare ore, e
a volte giorni, su barelle in spazi inadeguati, spesso corridoi,
prima di essere accolti in un letto di un reparto ospedaliero. Il
taglio di ulteriori posti letto non potrà che aggravare questa
situazione.
Nella sanità del Lazio
occorre colpire sprechi e inefficienze, ma è anche necessario che la
politica di ottimizzazione e di riclassificazione della rete
ospedaliera avanzi contestualmente ad una riorganizzazione
complessiva del sistema. Una politica che preveda la costituzione di
presidi territoriali di cura e di prevenzione. Ci opponiamo
all'affossamento del servizio sanitario regionale portato avanti in
nome di una presunta “razionalizzazione”, che viene giustificata
con una politica dei due tempi: si chiudono oggi le strutture
sanitarie promettendo “domani” una maggiore offerta sanitaria.
Per questo Rifondazione Comunista si batte, e continuerà a battersi
con tutte le proprie forze, affinchè i lavoratori non debbano
continuare a subire sulla loro pelle gli effetti nefasti del
ridimensionamento e peggioramento della quantità e qualità del
servizio sanitario pubblico.
Marco Bizzoni
Segreteria PRC
“Castelli, Colleferro, Litoranea”