Con la frantumazione
della Sinistra e l'espulsione dei comunisti dal Parlamento dal 2008
ha preso corpo la parte finale di quella regressione democratica che,
avviatasi con l'avvento di Berlusconi, viene oggi portata al suo
estremo compimento dal governo Renzi. La subordinazione delle vite
dei lavoratori alle necessità dell'impresa sancita dall'introduzione
del Jobs Act, la cosiddetta “buona scuola” quale strumento di
devastazione della capacità della Repubblica di costruire spazi
democratici perequativi nella costruzione di opportunità di crescita
sociale per tutti, il dramma dei profughi, richiedenti asilo,
migranti che ha messo in luce la povertà morale di un'Europa fondata
sul primato neoliberista del mercato e nella costruzione del nemico
alle porte di cui aver paura e da respingere, perdendo ogni elemento
di solidarietà umana. La devastazione culturale e politica operata
in questi venti anni in Italia, attraverso leggi elettorali che hanno
sempre più allontanato i cittadini dalla politica attiva, sta per
essere portata alla sua estrema conclusione con una nuova legge
elettorale e con il definitivo scardinamento della Costituzione,
operato attraverso un Senato non in grado di bilanciare i poteri
assoluti che il governo si è riservato con l'Italicum. Di cosa
altro abbiamo bisogno, come partiti, movimenti, associazioni di
Sinistra per comprendere che è impellente la necessità di costruire
una nuova soggettività della Sinistra in grado di affrontare il
regime politico-culturale che si è instaurato nelle istituzioni
italiane? A quanto pare di nulla ed infatti c'è fermento. Si
cominciano ad intrecciare dibattiti, incontri, confronti su che cosa
può e deve essere un soggetto della Sinistra in grado di competere
elettoralmente: con quella sinistra liberale del PD di Renzi che
realizza le politiche della destra liberale di Berlusconi e Alfano;
in grado di competere con il razzismo e populismo di Salvini e
liberare i voti di protesta che i cittadini hanno assegnato al M5S e
che questi ha sterilizzato attraverso una intensa attività
propagandistica che mantiene alti i sondaggi ma che in realtà, sino
ad oggi, non ha conseguito alcun risultato concreto nella tutela e
difesa dei lavoratori e dei cittadini.
Negli ultimi due
mesi ai Castelli Romani, sul Litorale si sono svolti alcuni incontri
pubblici con le forze in campo già a disposizione per discutere su
come dare risposta alla necessita di una sinistra unita inclusiva,
ampia, non ideologicamente determinata ma contro le politiche
neoliberiste e di austerità. Una nuova sinistra in cui si partecipa
non per appartenenza alle precedenti sigle partitiche attraverso
accordi dall'alto, ma singolarmente, ed in cui i partecipanti tutti
insieme dal basso, decidono di avviare una nuova esperienza
costruendo nuovi gruppi dirigenti nazionali e locali. Si è cioè
sviluppato un processo in cui, generosamente, tutti si mettevano a
disposizione per sviluppare insieme un discorso comune. Dopo questo
buon inizio, oggi sempre più, si vengono mostrando segni di una
involuzione da parte di alcune forze politiche interne a questo
percorso. Involuzione che sembra dovuta ad una malcelata volontà di
certi soggetti politici di costruire una egemonia in questo discorso
in fieri (mostrando in tal modo di non aver compreso il gramsciano
concetto di egemonia) costruendo tavoli, iniziative e dibattiti nei
nostri paesi che tendono ad escludere, formalmente o sostanzialmente,
una parte consistente della realtà politica presente a Sinistra.
Come Rifondazione
Comunista siamo fermamente impegnati nell'essere parte attiva nella
costruzione del nuovo soggetto politico della Sinistra, come dimostra
l'esperienza di Albano; e lo siamo rispettosi delle esperienze, delle
culture e delle storie politiche di tutti, organizzando iniziative
concordate in cui tutti insieme abbiamo potuto cominciare ad
interloquire. Non è un caso che a Genzano, Rifondazione Comunista,
Sel, Possibile, Calt stiano lavorando insieme mettendo da parte le
guerricciole di bandiera, operando in modo da rispondere
concretamente alle esigenze reali delle persone in carne e ossa.
Invece, in altri comuni come Pomezia e Velletri, alla nostra
disponibilità si risponde con la chiusura o con percorsi di
coinvolgimento ex post. Questo modo di fare non fa bene al processo
unitario a Sinistra sul territorio semplicemente perché, invece che
includere, allontana le persone dalla politica. Tale modo di fare
evidenzia le differenziazioni e le gelosie di un partitino piuttosto
che la volontà di unire e la generosità di andare oltre le
precedenti appartenenze.
Il Partito della
Rifondazione Comunista della federazione Castelli, Colleferro,
Litoranea, già da tempo opera nelle sue iniziative pubbliche nel
superare la visione di una Sinistra che non perde occasione per
mostrarsi litigiosa e minoritaria. Il PRC vuole essere parte
integrante di una Sinistra, possibile, necessaria e radicale, da
costruire a partire dal lavoro politico e dalle lotte nelle nostre
realtà comunali. I temi non mancano: inceneritore, raccolta
differenziata, acqua pubblica, sanità, trasporti per i pendolari,
fermare gli impianti a biogas e la speculazione edilizia,
ripristinare i servizi ai cittadini. Per questo motivo siamo attivi
e disponibili, con chiunque sia contro le politiche di austerità e
neoliberiste, nell'affrontare insieme i problemi presenti sul
territorio. Senza alcuna volontà di primazia e senza andare alla
ricerca di rivalse, orientati solo a costruire la massima efficacia
ed efficienza delle politiche che proponiamo nella difesa dei
lavoratori e dei cittadini e del territorio. Perché, per il PRC,
prima di tutto vengono i problemi delle PERSONE.
Marco Bizzoni
segretario della
federazione PRC Castelli, Colleferro, Litoranea
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