Se
lo scorso anno la presenza del ministro Poletti a Palazzo Savelli
rappresentava uno spot per il referendum costituzionale, quest’anno
le imminenti elezioni offrono il destro per una passerella elettorale
di tutto rispetto. Torna infatti il Job Day, un’iniziativa rivolta,
stando ai promotori, innanzitutto a giovani e disoccupati, ed in
seconda battuta a tutti coloro che abbiano il coraggio e la voglia di
mettersi in gioco, investendo sulla propria persona. Il tutto condito
dai dati sulla crescita economica, che il governo menziona
quotidianamente (senza però specificare la quota di pil destinata ai
redditi). La realtà, tuttavia, è ben visibile oltre il Velo di
Maya, ormai trasparente, che il Partito Democratico ci pone davanti
agli occhi. Le leggi votate in questi anni, Legge Fornero e Jobs Act
su tutte, da un lato escludono dal mondo del lavoro milioni di
giovani, dall’altro rendono precario l’impiego dei pochi
fortunati che riescono ad ottenerne uno. Una macelleria sociale senza
precedenti, che il +1,5% di Pil non è sufficiente a mascherare (una
crescita, comunque, inferiore alla media UE di 0,7 punti
percentuali). Senza dimenticare, ovviamente, che i dati su
un’occupazione in presunta crescita non tengono conto del fatto che
buona parte dei contratti sono a termine, e che in moltissimi casi si
tratta di lavori occasionali, i quali hanno avuto la ventura di
entrare nelle rilevazioni statistiche di turno. Insomma, “Les dés
sont pipés”, i dadi sono truccati, direbbe Karl Marx. Denunciamo
dunque questo ennesimo tentativo da parte del Pd e dei suoi affini di
camuffare, con iniziative carnevalesche, una dura situazione per
lavoratori e non. Una situazione di cui le forze al governo in questi
anni sono pienamente colpevoli.
Prc federazione Castelli-Litoranea-Colleferro
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