Anche quest'anno un
drappello di deficienti ha deciso di fare la sua prova del coraggio.
Tre o quattro stupidi hanno pensato che sarebbe stato eroico cantare,
a debita distanza dalla piazza in cui si svolgeva la “festa della
Sinistra” ad Albano Laziale, una strofa di una canzonaccia fascista
inneggiante al duce. Accolti in questa bravata dall'indifferenza dei
compagni e cittadini presenti alla festa, che socializzando si
godevano il fresco e la buona cucina, hanno quindi pensato di
manifestare la loro inconsistente presenza “culturale” in altri
modi.
Dalle loro voci si
riconoscevano dei giovani, se non dei giovanissimi idioti. La domanda
che ci siamo posti è stata se questi imbecilli fossero, o meno, il
naturale frutto di un ventennio di riabilitazione politica, culturale
e mediatica del fascismo. Una legittimazione che ha prodotto una
devastazione culturale e morale che spinge dei giovani fessi, in una
calda notte di mezza estate, a cercare un brivido di vita. Se così
fosse, lunedì sera ad Albano, un gruppo di scemi ha pensato di
entrare nella storia contrastando con maschia posa eroica e un mesto,
obsoleto e vile inno fascista, una masnada di comunisti gaudenti che
aggredivano allegramente e con appetito pasta, salamelle e bistecche.
In tal caso la vicenda andrebbe rubricata sotto la voce di giovani
ebeti che sognano la rivoluzione ma che, manipolati dai media,
utilizzano lo strumento politicamente inerte del fascismo. Strumento
inerte, ma culturalmente attivo e tossico, che il potere mette a
disposizione come mezzo di controllo politico dell'espressione delle
turbe adolescenziali. In tal modo, i giovani cretini, possono
rivolgere i loro eroici furori non contro un sistema sociale e
politico che fa schifo, ma proprio contro chi quel sistema combatte e
vuole cambiare.
Marco Bizzoni
segretario PRC
federazione “Castelli, Colleferro, Litoranea”
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