“Importanza della
memoria europea per il futuro dell'Europa” è il titolo della
risoluzione del Parlamento europeo. Dopo averne letto i contenuti si
percepisce una forte assonanza con quanto narrato nel romanzo
distopico di Orwell “1984”.
La risoluzione
inizia ricordando che, quest’anno, ricorre l’80mo anniversario
dell’inizio di quell’immane tragedia che fu la Seconda guerra
mondiale e continua con delle considerazioni che storicizzano
quell’evento individuandone cause e motivi scatenanti nel trattato:
“(…) noto come patto Molotov-Ribbentrop (...)” In tal modo un
accordo di non aggressione diviene, per il Parlamento Europeo,
l’elemento: “(…) che ha spianato la strada allo scoppio della
Seconda guerra mondiale (...)”. Così, con poche parole, si
stabiliscono arbitrariamente motivi e cause della seconda guerra
mondiale, ricostruendo un contesto storico che omette di parlare in
qualsiasi modo delle democrazie liberali\liberiste.
La dimenticanza,
nella risoluzione sull’”importanza della memoria europea...”,
non è da poco, poiché rimuove totalmente quanto agito direttamente
dalle democrazie liberali\liberiste nella costruzione di un contesto
storico complesso di cui sono parti fondanti il colonialismo, le
guerre, i crimini del capitalismo nella ricerca di nuovi mercati e la
politica estera di tutte le democrazie liberali\liberiste, oltre che
dei paesi fascisti, proterviamente antisovietica.
La Rivoluzione
d’Ottobre ruppe l’omogeneità dei sistemi politici degli Stati
europei fondata sulle democrazie liberali\liberiste, ma la crisi di
quel sistema politico dal 1922 si ampliò. A partire dall’esempio e
modello Italiano, il fascismo si diffuse in forme varie, ma con
caratteristiche comuni in molti stati europei: Paesi Baltici, Spagna,
Austria, Portogallo, Romania, Ungheria, Grecia, etc. presentandosi
come Nazismo in Germania.
Tra gli anni ‘20 e
quasi per tutti gli anni ‘30 le democrazie liberali\liberiste si
riducono progressivamente e tuttavia non individuano nel fascismo un
nemico di cui preoccuparsi, ma lo vedono come un alleato contro
l’Unione Sovietica. L’Italia fascista strappava accordi con la
Francia per le sue operazioni coloniali, che misero in crisi la
“Società delle Nazioni,” ed anche con la Gran Bretagna trova un
“Gentlemen's Agreement”, cioè un accordo di amichevole di
cooperazione.
Tra il 1936 e il
1939 le democrazie liberali\liberiste lasciano libere l’Italia
fascista e la Germania nazista di intervenire nella guerra civile
Spagnola, dove, a detta di molti storici, l’esercito nazista
sperimenta le nuove tecniche di guerra tra cui i bombardamenti delle
città. Di cui Picasso denuncia l’orrore con “Guernica”. Nel
1938 con il “Patto di Monaco” le democrazie liberali\liberiste
lasciarono mano libera a Hitler di estendere i propri territori a
spese della Cecoslovacchia.
In un ottica di
realpolitik, la “scarsa incisività” dell’azione
politica-militare delle democrazie liberali\liberiste contro il
fascismo, il loro rifiuto di arginare la sua espansione verso
l’Europa dell’est stringendo accordi con l’Unione Sovietica a
cui mostravano un’esplicita avversione, sono forse elementi
sufficienti per impostare la ricerca di accordi diplomatici che
consentissero di ritardare il più possibile quella che tutti
consideravano imminente aggressione militare. Lo stesso Winston
Churchill, all’indomani del Patto di Monaco, disse: «Potevano
scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e
avranno la guerra».
“2. sottolinea che
la Seconda guerra mondiale, il conflitto più devastante della storia
d'Europa, è iniziata come conseguenza immediata del famigerato
trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939, noto
anche come patto Molotov-Ribbentrop, e dei suoi protocolli segreti,
in base ai quali due regimi totalitari, che avevano in comune
l'obiettivo di conquistare il mondo, hanno diviso l'Europa in due
zone d'influenza;
Da questa presa di
posizione, presente nella risoluzione approvata dalla delegazione del
PD nel Parlamento europeo, Emerge un’operazione di propaganda e
revisionismo storico; un operazione di “controllo della realtà,”
di riscrittura degli eventi storici degna del bispensiero del romanzo
orwelliano: “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi
controlla il presente controlla il passato”.
Orwell pubblicava il
suo romanzo nel 1949 guardando allo Stalinismo ed al Nazismo.
Nell’anno 1984 i media si interrogavano quanto l’Unione Sovietica
fosse attinente ad uno dei tre agglomerati Statali espressi nel
romanzo. Oggi, però, con la risoluzione sulla “… memoria...”,
sappiamo che il “Grande Fratello” esiste ed opera nel Parlamento
europeo.
Fine prima parte
Marco Bizzoni
Nessun commento:
Posta un commento