Gli Stati Uniti si
stanno orientando per una “risposta preventiva” alla sfida della
Corea del Nord. Nell’ossimoro è sintetizzato l’arruolamento di
gran parte della stampa Italiana alle posizioni del presidente Trump.
“Kim minaccia la guerra”, “la Corea del Nord minaccia: pronti a
guerra nucleare”, “Pyongyang mostra i muscoli”. Leggendo i
titoli dei giornali ci rendiamo conto che la Corea del Nord è un
pericolo per la pace. Tutto ciò che sai è falso, questo aforisma
torna in mente ascoltanto e leggendo l’informazione mainstream.
Una cosa è certa,
non dobbiamo avere paura che scoppi una guerra perché la guerra è
già tra noi. Non è una guerra guerreggiata, non in Italia
perlomeno. Ma accanto alla guerra economica, avviata con il
preannuncio di dazi commerciali si sta sviluppando in modo marziale,
per questioni di politica interna del presidente Trump, il “grande
gioco” del controllo geopolitico del mondo.
Per la prima volta
gli Stati Uniti affermano con le loro azioni che: le Nazioni Unite
sono inutili, i rapporti bilaterali tra potenze avverse possono
essere mantenuti semplicemente attraverso comunicazioni preventive di
attacchi militari a Paesi terzi (Siria), i Paesi alleati (NATO) sono
chiamati ex post a condividere le responsabilità politiche delle
azioni militari attuate dagli USA, nei Paesi in cui si è esportata
la democrazia (Afganistan) si possono sperimentare armi, come prove
muscolari di forza, da mostrare ad altri Paesi del “male” come la
Corea del Nord.
Gli USA si
presentano come i gendarmi del mondo… perché sono lo Stato
militarmente più forte e ritengono di non avere più bisogno di una
copertura legale internazionale per le loro azioni belliche. Loro
sono i buoni, la democrazia, il progresso. Ciò che è buono per gli
Stati Uniti è buono per il mondo. Questo è il messaggio pervasivo
che trapela in ogni articolo di stampa o telegiornale e quindi, di
conseguenza, nella stampa Italiana il pericolo per la Pace viene
addebitato ad un Paese che, visto l’andazzo delle guerre e di chi
le ha prodotte negli ultimi anni, cerca di mantenere la propria
sovranità rafforzando il proprio apparato bellico.
Sebbene le azioni
militari di Tramp facciano regredire le relazioni internazionali alla
situazione precedente alla “Società delle Nazioni”, in cui ogni
Paese era una Potenza tra Potenze e ciò che contava era solo la
forza che sapeva esprimere, sebbene la guerra sia già tra noi nella
forma di una stampa embedded che, propagandando la difesa “della
libertà e della democrazia” contro “dittatori sanguinari e
totalitari”, vuole non solo costruire il consenso dei cittadini
Italiani ma anche spingerli a mettersi l’elmetto, abbiamo l’obbligo
di dare una possibilità alla Pace.
Questa possibilità
passa dal ribellarsi all’accettazione passiva degli eventi, a
cominciare dal rifiuto di quella che, con un eufemismo, potremmo
chiamare la “malainformazione” della paura.
Non accettiamo che
il Mondo venga convinto, nuovamente come nel ‘900, che la guerra
sia una condizione naturale dell’uomo. Essa non è altro che il
frutto del capitalismo che ne ha bisogno per accrescersi attraverso
la rapina o distruggendo valore d’uso.
Riprendiamoci,
ognuno per proprio conto e tutti insieme, il diritto di parola
affermando che nessuno Stato, per quanto militarmente potente, ha il
Diritto di ergersi a inquisitore, avvocato, giudice ed arbitro
dell’ordine mondiale.
Chiediamo che gli
organismi internazionali sino rimessi in condizione di tornare a fare
il loro dovere e, se ciò non fosse sufficiente, costruiamo, accanto
all’inefficace diplomazia dei governi, una diplomazia dei popoli
che freni il ricorso alle armi.
C’è bisogno
dell’impegno di tutti nessuno escluso.
Marco Bizzoni
segretario federazione, Castelli, Colleferro, Litoranea
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