Venerdì 29, a Roma, al Ministero dell’Economia e della Finanza si è
svolto il presidio per rivendicare un reddito di base per tutti e per
tutte, sulla base del documento elaborato dai promotori della rete per
il “Reddito di quarantena nel Lazio”. La giornata di lotta, malgrado sia
stata funestata dal maltempo non si è fermata, ma si è svolta con la
presenza di molte associazioni, reti, sostenitori del reddito di base e
naturalmente di Rifondazione Comunista.
“Nessuno resterà indietro, nessuno verrà lasciato solo” per mesi il
Governo ci ha martellato con queste frasi ad ogni conferenza stampa.
Tuttavia i soldi previsti dai decreti, che dovevano risolvere i problemi
economici dei lavoratori e dei senza lavoro, ancora oggi stentano ad
arrivare ai molti che ne hanno bisogno. Mentre per le multinazionali, i
padroni e le imprese dai grandi fatturati i soldi sono arrivati subito
senza porre condizioni e verificarne l’effettiva necessità. Tanto che
l’IRAP è stata eliminata di netto sia per chi ha dovuto chiudere sia per
le aziende che hanno continuato a lavorare, e quindi a guadagnare,
anche nel corso del Lockdown.
Al centro della piattaforma di convocazione dell’iniziativa la
richiesta di un superamento dello spezzatino di interventi governativi,
che prevedono pochi soldi per le persone, in ritardo, per poco tempo, ed
a volte in modi umilianti e la forte richiesta di una misura di welfare
universale, individuale, senza condizioni di esclusione, che possa
essere richiesto da tutte e tutti coloro che per qualsiasi motivo si
ritrovino senza reddito.
Gli interventi dei partecipanti che si sono succeduti sotto al MEF
non solo hanno denunciato l’inadeguatezza degli interventi presi fino ad
ora dal governo, ma hanno mostrato una nuova maturità sociale.
Esprimendo la consapevolezza dell’insufficienza di ogni soggetto,
rinchiuso nell’ambito del proprio particolare ambito di intervento, nel
poter fornire risposte efficaci e della necessità di costruire una rete,
una coalizione tra tutte le realtà sociali. Perchè non vi è soluzione
possibile che non tenga insieme:il diritto al reddito, con il diritto
all’abitare, quello ai servizi essenziali, alla regolarizzazione dei
migranti, alla tutela dei lavoratori dipendenti, a termine,
indipendenti, esternalizzati, in affitto, autonomi, atipici,
intermittenti, precari, in nero e a chi il lavoro vorrebbe averlo.
È giunta l’ora di intervenire con forza sui meccanismi che generano
le povertà è giunta l’ora di attivarsi affinché veramente nessuno, più,
resti indietro. Il presidio è stato un primo momento dei questa lotta,
che proseguirà e che deve allargarsi anche ad altre realtà che nel corso
di questi mesi sono intervenute nel prendersi cura di quanti sono stati
e sono in difficoltà con azioni di sostegno autorganizzato. È Proprio
da questa autorganizzazione, che può crescere quella coalizione sociale
in grado di sviluppare una massa critica in grado di farsi ascoltare e
di indirizzare le scelte delle istituzioni. Non c’è più tempo! Per le
vostre misure insufficienti, si è detto al Governo nel presidio. Il
tempo è ora! Risponde il Partito della Rifondazione Comunista che a
partire dal tema del “Reddito per tutti\e” e dove prendere le risorse,
ha lanciando la sua campagna sociale. Indicando ai lavoratori che i
soldi ci sono. Bisogna farseli dare dalla Banca Centrale Europea, nel
modo in cui nella crisi economica del 2008 furono dati alle banche e
bisogna prenderli dalle tasche di padroni con una Tassazione
Patrimoniale.
Marco Bizzoni
Referente PRC Lazio Lavoro