“Torna il
bipolarismo”, dopo aver lucrato elettoralmente sull’antifascismo
in Emilia Romagna, Zingaretti è soddisfatto. Torna quella comoda
condizione per cui i partiti, oggi presenti nelle istituzioni,
possono vivere di rendita. Perché con leggi elettorali di natura
maggioritaria che non consentono la libera rappresentanza del voto,
gli elettori, semplicemente, non vanno a votare.
In Calabria
l’affluenza al voto si ferma al 44,3%, perché andare a votare se
in anticipo si stabilisce che i tuoi rappresentanti non ce la
faranno?
In Emilia Romagna
invece i votanti sono il 67,6% e il dato sembrerebbe confutare il
ragionamento fatto sino ad ora, che invece viene confermato, nelle
sue linee essenziali, dalla natura della campagna elettorale che lì
si è svolta, considerando i dati alla luce dalla polarizzazione tra
democrazia e fascismo che vi è stata introdotta. Da una parte la
destra Leghista e neofascista che, cavalcando il malessere sociale e
guidando la guerra dei cittadini in difficoltà contro gli ultimi
della società, annunciava la spallata, non ad un partito, ma ad
un’idea di società, purtroppo più enunciata che reale. Dall’altra
il PD che ha fatto appello alla difesa della democrazia contro la
barbarie fascioleghista, spingendo all’attivazione un popolo della
sinistra sempre disponibile a sostenere il meno peggio pur di
impedire al fascismo di governare. Tuttavia, dopo aver impedito
“l’avvento del fascismo”, Bonaccini governerà l’Emilia
Romagna continuando a praticare quelle politiche non dissimili da
quelle della Lega. Non bisogna dimenticare che l’autonomia
differenziata, cioè la secessione delle regioni ricche, è stata
chiesta oltre che dalla regioni guidate Lega di Salvini anche dallo
stesso Bonaccini, il quale in tema di tutela del territorio invece di
risanare la regione ha varato la peggiore delle leggi
urbanistiche regionali, attenta alla proprietà
fondiaria e favorevole alla speculazione sulle aree agricole.
Ha ragione
Zingaretti, con le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria,
torna il bipolarismo. Cioè per i padroni è indifferente chi vince,
centrodestra o centrosinistra, perché tanto, come dimostrano le
ultime elezioni vincono sempre loro. Pazienza se ciò comporta una
democrazia limitata in cui la maggioranza dei cittadini non vota più.
La generosità dei
lavoratori dell’Emilia Romagna per fermare il fascismo ha quindi
avuto come esito il ritorno del bipolarismo, cioè proprio la
condizione politica-elettorale che ha prodotto, nutrito, cresciuto e
che alimenta la forza delle proposte neofasciste della Lega e di
Fratelli d’Italia.
Il governo della
Lega ha prodotto le leggi “sulla sicurezza” che prevedevano multe
ai lavoratori che protestano. Il governo del PD non ha abrogato
quelle leggi e recentemente alcuni lavoratori, che hanno preso parte
ad una protesta sindacale per la difesa dei propri diritti, hanno
ricevuto multe da 4.000 euro, “… è il bipolarismo bellezza”.
Tocca ai lavoratori
rompere le barriere ideologiche, del ”non c’è alternativa”,
costruite dalla grande stampa e televisione attraverso l’oscuramento
delle proposte autonome e alternative dei lavoratori e la
denigrazione dei piccoli partiti. Tocca ai lavoratori rompere le
barriere alla rappresentanza che le leggi maggioritarie impongono.
Tocca ai lavoratori riorganizzarsi in partito politico, che influisca
sulle politiche del Paese, ricostruendo una loro forza politica
autonoma e alternativa alle diverse declinazioni del neoliberismo
rappresentate dal PD, M5S, FI, Lega e Fratelli d’Italia.
Fino a quando i
lavoratori non si riorganizzano si permarrà nel bipolarismo che
assicura la permanente vittoria elettorale dei padroni, come
centrodestra o come centrosinistra.
Le conseguenze del
bipolarismo ormai i lavoratori le conoscono sulla propria pelle:
legge Fornero, Jobs Act, leggi “sicurezza,” e trasferimento di
reddito dai lavoratori ai padroni. Non è un caso quindi che il 20%
più ricco degli italiani detenga il 72% della ricchezza nazionale.
Ma solo l’esito di un conflitto di classe che i padroni hanno vinto
imbrigliando, e imbrogliando, la democrazia Italiana con il concetto
di governabilità e le conseguenti leggi elettorali di natura
maggioritaria
Marco Bizzoni