Il giorno 4 febbraio 2009 alle ore 19,30, presso la scuola CGIL di Ariccia è convocato il CPF per discutere sul seguente odg.:
1) comunicazioni del segretario;
2) tesseramento 2009;
3) iniziative politiche sul territorio.
Sono invitati a partecipare tutti gli eletti nei comuni e nelle amministrazioni pubbliche.
Sono invitati a partecipare tutti i membri del collegio di garanzia.
Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri, Nettuno, Anzio, Ardea, Pomezia, Castelgandolfo, Marino, Grottaferrata, Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, S. Cesareo, Zagarolo, Genazzano, Palestrina, Labico, Artena, Colleferro, Segni, Montelanico.
1/31/2009
Comitato Politico Federale
1/28/2009
Conoscere i fatti, anche se giornali e televisione non li raccontano.
Nel ’47 l’ONU assegnò agli ebrei immigrati, un terzo degli abitanti, il 56% del territorio anche in vaste zone abitate solo da arabi; ai palestinesi assegnò il restante 40% costituito da pezzi di territorio completamente separati, ai margini del territorio di Israele. Con la I guerra arabo-israeliana e la creazione dello Stato di Israele, le truppe sioniste, occuparono un’area ancora più vasta: i due frammenti rimasti per i Palestinesi, Gaza e la Cisgiordania, rimasero protettorati il primo dell’Egitto, il secondo della Giordania. Con la guerra interi villaggi vennero distrutti, migliaia di arabi vennero uccisi e successivamente centinaia di migliaia di palestinesi vennero cacciati dalle loro case e dalle loro terre e ‘profughi’ migrarono nei paesi arabi vicini (almeno 600.000 nei campi profughi in Libano). Dopo la guerra arabo-israeliana del ‘67, Israele occupa integralmente la Palestina, Gaza e la Cisgiordania rimangono territori occupati fino ad oggi: la guerra causò nuovamente migliaia di morti palestinesi e una seconda ondata di profughi. Non parliamo dei tanti e complessi avvenimenti legati alla questione palestinese e a quella più generale arabo-israeliana, ai problemi dell’intero Medio Oriente ( zona centrale,sia per qualità che per quantità, della produzione del petrolio ). Israele, con l’appoggio sistematico dei paesi occidentali, in particolare degli USA che lo hanno armato e spesso lo hanno protetto, ponendo il veto a risoluzioni Onu, ha continuato nella sua politica di occupazione e espansione con nuovi insediamenti nei territori ove ancora vivono dei palestinesi. Israele, che pure ha goduto della risoluzione Onu n° 181 del ’47, che decreta la formazione dello stato di Israele in Palestina e di uno stato arabo, non ha rispettato ben 70 risoluzioni ONU facendo di tutto contro la volontà internazionale fino addirittura al bombardamento di sedi e istituzioni ONU come in questi giorni (vedi bombardamenti di Gaza alle strutture UNRWA): Israele non ha rispettato la risoluzione ONU n° 194 che impone il ritorno nelle proprie terre dei palestinesi cacciati, non ha rispettato la risoluzione n° 3236 che afferma il diritto all’autodeterminazione senza interferenze esterne per il popolo palestinese, e il diritto alla sovranità e indipendenza. Dal 2002 il muro israeliano, che dovrebbe proseguire fin oltre i 700 km (siamo già oltre i 400 km di lunghezza) e che circonda qualsiasi insediamento israeliano dentro la Cisgiordania, ha comportato per i palestinesi la perdita ulteriore di migliaia di ettari di terreno fertile, ha separato centinaia di famiglie e reso problematico l’accesso all’acqua.
Mentre Israele non rispetta in modo alcuno patti e normative internazionali, la popolazione palestinese è quotidianamente sottoposta dai soldati israeliani a perquisizioni, angherie, code ingiustificate sotto il sole del deserto, violenze fisiche e psicologiche, arresti ingiustificati ed esecuzioni sommarie (in media cinque al mese). La popolazione palestinese è spesso impossibilitata a lavorare o studiare, o addirittura a recarsi liberamente in ospedale: centinaia sono le donne morte dissanguate in parti avvenuti nei posti di blocco militari.Mentre la popolazione palestinese subisce una condizione che impedisce la vita, gli Israeliani imprigionano o uccidono qualsiasi persona in grado di interpretare e difendere le ragioni del popolo palestinese: a volte in modo subdolo come sembra sia avvenuto con l’ ‘avvelenamento’ di Arafat (sono emersi seri dubbi), a volte semplicemente lanciando un missile su di una macchina o su una abitazione. La cosiddetta guerra di Gaza è un esempio brillante di quello che viene fatto: si fa un embargo totale a un milione e mezzo di persone racchiuse in un recinto, si finge una guerra contro un nemico praticamente inerme (al massimo si potrebbe parlare di una crudele operazione di polizia), e si spara sul mucchio per uccidere chi può fare resistenza, non importa se questo comporta la morte di altre migliaia di persone.
1/22/2009
Investiamo tutti sul rilancio di Rifondazione comunista
Quando abbiamo deciso, il cinque dicembre scorso, di lanciare la campagna del tesseramento il 24 e 25 gennaio, non potevamo certo sapere che, in contemporanea, si sarebbe consumata l'ennesima scissione da Rifondazione Comunista.
Infatti, come si vede anche dai diversi appelli pubblicati in questi giorni su Liberazione , sono sempre più numerosi i compagni e le compagne che, pur avendo votato il secondo documento e pur continuando a condividere il progetto politico in esso contenuto, hanno deciso di rimanere nel Partito. Le notizie che abbiamo è che questo fenomeno più si scende verso il basso - arrivando nelle federazioni e nei circoli - e più è diffuso. La nostra opinione è che vada incoraggiato. Anzi vorrei qui avanzare un vero e proprio appello: rimanete nel Partito! Quale che sia la vostra posizione politica, c'è posto per tutti. La nostra gente è stanca di scissioni e di divisioni. E non si può inventare un partito ogni due anni. A sinistra del Pd c'è principalmente Rifondazione che, pur con tutti i suoi limiti, ha saputo, con fortune altalenanti in questi 18 anni, essere punto di riferimento di una sinistra di classe e anticapitalista. Perché non investiamo tutti sul suo rilancio? Certo, stiamo attraversando un momento difficile, ma si può ripartire. E' stata capace di farlo
Nel fare tutto questo non dobbiamo dimenticarci di Liberazione. Il nostro quotidiano sta attraversando un momento delicato, ma non possiamo farne a meno. E' uno strumento fondamentale, dobbiamo sostenerlo e aiutare la nuova Direzione che sta facendo tutto il possibile per rilanciarlo. Lo possiamo fare concretamente comprando il giornale, facendo in modo che ogni circolo sottoscriva un abbonamento, riprendendo la diffusione militante. Cominciamo da questo fine settimana.
1/17/2009
Fermate il massacro!
Lo gridiamo al governo italiano, il peggiore di tutti; una accozzaglia di sepolcri imbiancati che ha giustificato e coperto la strage con parole false e di circostanza. Tante volte abbiamo detto che non volevamo morire democristiani ma in questa occasione li abbiamo rimpianti. Gridiamo le nostre richieste, la nostra rabbia, il nostro dolore ma lo facciamo con un obiettivo razionale e trasparente. Continuiamo a credere che sia possibile in quella terra martoriata costruire la pace attraverso i due stati per due popoli. Ma per permettere a questa prospettiva di continuare a vivere, questa aggressione va fermata al più presto. Per costruire due stati, deve essere posta fine all’occupazione militare israeliana , deve essere posto fine all’apartheid a cui sono sottoposti oggi le popolazioni palestinesi, attraverso insediamenti e muri. La sicurezza può essere garantita solo da una pace giusta, dal rispetto delle risoluzioni dell’ONU e non follemente ricercata da una politica di potenza che altro non fa che aumentare l’insicurezza, ne dal lancio di missili. Ci battiamo contro questo massacro e chiediamo che vengano applicate sanzioni economiche e politiche allo stato israeliano perché vogliamo ottenere la pace, una pace che valga per tutti e tutte, israeliani e palestinesi. Ci battiamo contro questo massacro perché non semina solo morte ma odio e rancori. Perché rafforza tutti gli integralismi e imbarbarisce la regione. Perché questo massacro prolunga all’infinito la delirante strategia della guerra di civiltà che gli USA di Bush hanno impersonato in questi lunghi anni di guerre preventive. Ci battiamo contro questo massacro perché quando incontriamo un bambino vorremmo potergli dire che abbiamo fatto tutto il possibile affinché i suoi coetanei nati in quella terra martoriata potessero vivere e giocare e non morire sotto le bombe o i missili. Per questo condanniamo ogni forma di antisemitismo e chiediamo che la guerra lasci lo spazio al dialogo, il dialogo con tutte le parti in causa; perché la pace, perché sia duratura, va negoziata con i propri nemici. Per questi stessi motivi ci siamo battuti per avere oggi una sola manifestazione che chiedesse la fine dell’aggressione. Perché le differenze e le divisioni che abbiamo in Italia non possono diventare l’alibi che ci impedisce di costruire un vasto movimento unitario contro la guerra e l'occupazione, per il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione. La costruzione di un movimento vasto e unitario è necessario affinché sia efficace. Perché quando l’obiettivo è così drammatico ed elementare, ogni divisione allontana il raggiungimento dell’obiettivo. Per questo, non essendo riusciti a costruire una sola manifestazione parteciperemo oggi ad entrambe. Perché entrambe chiedono la fine dell'aggressione. Perchè entrambe dicono che c'è un'Italia e un Europa diversa da quella che abbiamo visto all'opera in questi giorni, che non è indifferente, ma solidale , con la causa della pace e del popolo palestinese.
Perché insieme dobbiamo costruire in Italia un solo grande ed unitario movimento per la pace.
Paolo Ferrero
1/16/2009
Nessuna guerra porterà mai la pace !!!
Sono ormai 20 giorni che l’esercito Israeliano bombarda la striscia di Gaza. In quella terra un milione e mezzo di Palestinesi si rifugiarono dopo aver abbandonato le loro case ed i loro terreni occupati dai coloni Israeliani in questi ultimi 60 anni.
Oggi, stipati in una città senza vie di fuga, coi valichi alle frontiere chiusi, sotto embargo di medicinali, cibo, carburante e acqua, vengono massacrati dalle bombe dell’esercito Israeliano.
I morti Palestinesi sono circa 900, circa 300 sono bambini. I feriti sono più di 3000.
Questo massacro di civili inermi viola ogni principio del diritto internazionale e calpesta ogni speranza di pace. Chiediamo la fine dell’aggressione israeliana, un ritiro totale delle truppe israeliane da Gaza e l’immediata cessazione di tutte le ostilità . E chiediamo che il governo italiano, di cui denunciamo l’inettitudine diplomatica ed il sostegno all’azione militare, si faccia portatore di questa richiesta.
Di fronte ad una informazione latitante e ad una politica ipocrita che inopportunamente omettono le cause storiche del conflitto occorre mobilitarci tutti/e
Venerdì 16 gennaio ore 17,00
sit in
in Piazza Martiri per la Pace (di fianco al Municipio di Nettuno).
1/12/2009
Non si Può rimanere a guardare
Appello per
Gaza-Palestina
C'è un modo per evitare la perdita di così tante vite umane. C'è un modo per salvare il popolo palestinese. C'è un modo per garantire la sicurezza di Israele e del suo popolo. C'è un modo per dare una possibilità alla pace in Medio Oriente. C'è un modo per non arrendersi alla legge del più forte e affermare il diritto internazionale:
CESSATE IL FUOCO IN TUTTA L'AREA
RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE ISRAELIANE
FINE DELL'ASSEDIO DI GAZA
PROTEZIONE UMANITARIA INTERNAZIONALE
RISPETTO DELLE RISOLUZIONI ONU
DUE POPOLI, DUE STATI
Facciamo appello a chi ha responsabilità politiche e a chi sente il dovere civile perché sia rotto il silenzio e si agisca. Le Nazioni Unite e l'Unione Europea escano dall'immobilismo e si attivino per imporre il pieno rispetto del diritto internazionale
L'Italia democratica faccia la sua parte.
SIT-IN
Venerdì 16 gennaio dalle ore 16,30
Piazza Indipendenza
Adesioni: Partito della Rifondazione Comunista Pomezia, Comunità Palestinese Roma e Lazio, Attac Pomezia, Partito Democratico, Partito dei Comunisti Italiani, Verdi, Sinistra Democratica, Partito Socialista, CGIL, Associazione Donne in Nero, Marina del Monte (Ebrei contro l’occupazione), Associazione Scacchistica “Quattro Torri”, Associazione “Vialibera” Onlus, Associazione Culturale Giovanile “Aperta!Mente”.